Alla (ri)scoperta di… Ghost Master!

Ricordate Ghost Master? Era uno strategico molto particolare, ma che per vari motivi non riuscì a sfondare davvero. (Ri)scopriamolo insieme!

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a cura di Michele Pintaudi

Editor

Bentornati a un nuovo episodio della rubrica dove noi di Game Division, con quel pizzico di nostalgia che non fa mai male, vogliamo ripercorrere la storia di alcuni titoli un po’ particolari. Giochi di cui conserviamo un bel ricordo ma che, per un motivo o per l’altro, non sono riusciti a lasciare quel segno indelebile che forse meritavano. Qualche tempo fa vi abbiamo parlato di un capolavoro senza tempo come
Homeworld, con tutta probabilità uno degli RTS meglio concepiti della storia di questo medium, e oggi cambiamo giusto “leggermente” genere.

Rimaniamo sugli strategici insomma, ma con un tono completamente diverso: qualcuno di voi si ricorda di Ghost Master? Non si tratterà probabilmente di uno di quei videogiochi senza tempo ma, nonostante ciò, anche a distanza di anni è e rimane un’esperienza che vale la pena (ri)scoprire per qualche ora di genuino divertimento. Partiamo subito, come sempre, con un piccolo salto indietro nel tempo…

Ghostbusters? No, Ghost Master!

Siamo a inizio anni Duemila, in un periodo che possiamo forse considerare come la vera età d’oro dei videogiochi di strategia. Pensiamo a titoli come Empire Earth, Stronghold: Crusaders e Warrior Kings… Tutti prodotti di un certo livello, parte di una lista potenzialmente senza fine. Per emergere in un panorama del genere era insomma necessario tirare fuori dal cilindro un’idea non speciale, di più. Qualcosa che fosse in grado di sconvolgere davvero le carte in tavola, qualcosa di mai visto prima.

Il nome di Gregg Barnett potrebbe non dirvi molto, e in effetti non è certo tra quelli rimasti impressi nella storia dei videogiochi: siamo però di fronte a un giovane ragazzo molto, molto ambizioso residente nella cittadina inglese di Oxford, nonché protagonista della nostra storia. Spinto dal desiderio di creare qualcosa di realmente innovativo, Barnett fondò assieme ad alcuni amici Sick Puppies Studio: una compagnia nata con l’obiettivo di stravolgere l’industria per come il pubblico la conosceva fino a quel momento.

Dopo il passo falso a livello commerciale con Pipe Dreams 3D - titolo che comunque riproponeva il concept del classico Pipe Dreams, rivisitandolo in una più che valida chiave moderna - il team si riunì per pensare a un nuovo progetto che potesse veramente cambiare le sorti del medium e, soprattutto, dello studio stesso.

Fu così che nacque l’idea di quello che diverrà il secondo titolo prodotto dai ragazzi di Sick Puppies: Ghost Master, uno strategico che mette il giocatore nei panni di uno spirito che governa un’orda di fantasmi nella ridente cittadina di Gravenville. Avete presente Ghostbusters, dove i protagonisti si trovano a dover cacciare i fantasmi? Ecco, in questo gioco il percorso è esattamente l’opposto: l’obiettivo sarà infatti di infestare tutte le abitazioni della città, scatenando un’onda di terrore sui poveri abitanti.

Nel farlo avremo a disposizione una ricca schiera di spettri, ognuno con i suoi poteri e le sue caratteristiche particolari. Alcuni potranno ad esempio prendere il controllo delle apparecchiature elettroniche, altri del meteo e altri ancora addirittura di persone e animali. Come terrorizzare i mortali, insomma, starà solo a voi!

Ghost Master è diviso in 15 capitoli, ognuno ambientato in un’abitazione dove ci troveremo a spingere alla fuga abitanti e avventori della stessa. Ognuna delle nostre vittime avrà diversi parametri relativi a terrore, follia e credenza (paure e fobie specifiche dei singoli individui), e sarà nostro compito sfruttarli nel modo più spietato e ingegnoso possibile. Tanta libertà insomma, con la possibilità di scegliere quali fantasmi schierare e in che modo potenziarli partita dopo partita.

Il tutto condito da una serie di citazioni ad alcune opere che hanno definito la storia di questo filone: dagli ovvi richiami a Ghostbusters fino a Evil Dead, passando per capolavori come Blair Witch Project e Sleepy Hollow. Gli ingredienti per un titolo memorabile c’erano dunque proprio, ma proprio tutti: com’è possibile che non abbia funzionato?

Ghost Master 2, anzi no

Ghost Master arrivò su PC nel maggio 2003, seguito un anno dopo da una versione PlayStation 2 e Xbox curata da Empire Interactive. Il responso della critica fu tendenzialmente favorevole, con la stampa di settore a elogiare la forte innovazione e il marcato citazionismo presente nell’opera. Non mancava certo qualche lacuna, dovuta perlopiù al budget non particolarmente elevato a disposizione dello studio, legata a piccoli bug o glitch che era possibile incrociare: nulla che andasse a compromettere l’esperienza di gioco, o che ne impedisse in qualche modo il corretto svolgimento.

Anche il pubblico mostrò un buon apprezzamento nei confronti di Ghost Master, o perlomeno fu così per coloro che lo acquistarono. A livello commerciale siamo infatti di fronte a un altro, drammatico buco nell’acqua per Sick Puppies Studio: una realtà che puntava molto su questo gioco per restare a galla, e che fu punita dalle scarse vendite di un prodotto che meritava certamente un po’ di attenzione in più.

A conti fatti ci troviamo di fronte a un gioco che, al netto di alcune imperfezioni, era in grado di proporre al giocatore un’esperienza divertente e capace di intrattenere senza troppe pretese. Va anche detto che, come anticipato all’inizio di questo articolo, la concorrenza era tanta e di altissima qualità: proporre qualcosa di diverso in un genere già di per sé destinato a un pubblico di nicchia era un’impresa complicata, soprattutto per uno studio indipendente. Sick Puppies ci riuscì ma, non potendo contare su risorse particolarmente elevate per promuoversi, il progetto Ghost Master finì rapidamente nel dimenticatoio. Un vero peccato.

Tramontarono così anche i piani per un sequel che, a detta di ex dipendenti dello studio, era già in cantiere per debuttare pochi anni dopo il titolo originale. Con la chiusura definitiva fu chiaramente tutto accantonato, e a oggi non si hanno più notizie su quelli che potrebbero essere possibili sviluppi futuri per il gioco. Un’opera della quale saremmo lieti di poter ammirare una versione rivisitata, magari addirittura sotto forma di remake, per vivere ancora una volta quelle atmosfere a loro modo davvero speciali. Un po’, in fondo in fondo, ci speriamo. Se siete tra loro che hanno provato Ghost Master anni fa, vi invitiamo a dirci la vostra nei commenti, altrimenti vi suggeriamo di dargli almeno un’occasione: pronti a un viaggio nel terrore?

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