Sogno ancora di tenebre eterne che possano un giorno risplendere in tutta la loro oscurità, facendo risorgere dalla morte un brand ormai sepolto. Sogno quel seguito da tempi ormai immemori, ma la cancellazione silente ne ha solo segnato l'indisputabile condanna. Un destino già scritto quello di Eternal Darkness, uno dei più brillanti capolavori che abbia mai visto luce nel panorama videoludico, rilasciato in esclusiva per Nintendo GameCube nel 2002.
Nel voler riportare in auge la nostra rubrica dedicata alle opere del passato e dopo la lieve delusione del remake di Resident Evil 3 (qui la recensione), ci è sembrato lecito ed opportuno ripartire proprio con una perla del genere survival horror. Eternal Darkness venne sviluppato da Silicon Knights e prodotto da Nintendo. Le vendite non furono per nulla entusiasmanti, eppure le grida angoscianti della sua eterna qualità ancor riecheggiano nella mente di tutti coloro che lo hanno amato.
Il ricordo è fermo lì, indelebile, perché quando un'esperienza ti segna in maniera irriducibile non puoi far altro che portarla nel cuore, condividerla coi posteri ed elogiarla ogni volta che ne capita l'occasione. Non è stato un successo, Eternal Darkness, ma si è scolpito nella memoria di quella minuta cerchia di appassionati che ha avuto il piacere di giocarlo, e l'accoglienza della critica fu all'epoca stra-positiva. Tutti ne rimasero ammaliati ed esterrefatti. Un coinvolgimento totale.
Non so se vedremo mai l'arrivo di Shadow of the Eternals; dopo la disastrosa campagna Kickstarter per svilupparlo su una console altrettanto fallimentare (il Wii U), il gioco è sparito dai radar e a noi non resta che illusoria speranza di rivederlo un giorno, annunciato chissà quando. Possiamo dunque soltanto parlare del suo ineguagliabile predecessore che di fatto non è comunque prequel di nulla finché il suo seguito non diverrà mai realtà. Qualunque sia il destino del franchise di Silicon Knights, Eternal Darkness è e rimane indissolubilmente uno dei migliori survival horror in circolazione; qualcosa di troppo bello per poterlo dimenticare.
Tra survival horror ed action adventure
Ciò che rende Eternal Darkness un particolare esponente del genere survival horror è la sua ibridazione con elementi dalla forte impronta action adventure. L'esplorazione e il sistema di combattimento seguono infatti le regole di entrambi i generi: da un lato abbiamo la tenuta dei Roivas che inevitabilmente potrebbe farci riaffiorare i ricordi di villa Spencer; dall'altra abbiamo i capitoli di un libro magico rilegato con pelle umana, ovvero il Tomo delle Tenebre Eterne, dal quale rivivere alcuni momenti del passato (in varie epoche con personaggi differenti), legati in qualche modo alla morte del nonno della protagonista, Alexandra Roivas.
Il modo in cui è raccontata la storia di Eternal Darkness ha dell'incredibile. Bellissimi alcuni dialoghi ed ogni momento è sapientemente messo in scena, riuscendo a dar vita ad un mix di emozioni struggenti che motivano il fruitore dell'opera a proseguire in questo tormentoso, ed altrettanto meraviglioso, viaggio. Un viaggio che va affrontato tre volte per il suo vero finale (segreto), portandoci a tre percorsi simili, ma divergenti, creando così un'ottima varietà ludica che va a modificare alcuni puzzle, eventi e situazioni di gioco. In questo modo anche la rigiocabilità ne beneficia.
Eternal Darkness è un'esperienza unica che ai tempi si prefissó il difficile compito di portare qualcosa di nuovo nel genere. Non si era mai visto un survival horror così e tutt'oggi la situazione non è di certo mutata. La perla di Silicon Knights e Nintendo è puro conglomerato di situazioni e trovate singolari. Essendoci più epoche ritroviamo una varietà incredibile di ambientazioni e questo favorisce al level design di esplodere in ogni sua sfaccettatura. C'è l'antica Persia, la Cattedrale di Oublié in Francia e ulteriori location in cui ritorneremo pure successivamente in periodi temporali differenti.
Grazie a questo continuo via vai tra passato e presente il giocatore controllerà una marea di personaggi, tutti legati al filone narrativo principale e ai tre finali, donando al gameplay una certa profondità. Nelle epoche più remote avremo modo di utilizzare armi bianche, mentre in quelle moderne bocche da fuoco. Ovviamente gli aspetti che relegano Eternal Darkness anche ad action adventure sono da ritrovarsi nel level design di alcune strutture simil dungeon, alla presenza di ostacoli e diavolerie di ogni tipo, nel modo stesso in cui il gioco ci porta all'esplorazione e al ritrovamento di oggetti chiave, ma anche per la presenza della magia.
Gli incantesimi hanno un ruolo fondamentale per la risoluzione di enigmi, per riparare o incantare oggetti specifici o per sconfiggere particolari nemici. Nessun elemento fuori posto, il tutto è gestito con una cura maestosa per ogni minuzioso dettaglio. Giocare Eternal Darkness è puro piacere e coinvolgimento, ludico ed emotivo, e lo è ancor di più quando ci si accorge della profonda metareferenzialità dell'opera. Ad un certo punto dell'avventura apparirà infatti una barra della sanità mentale che cala a seconda di un certo tipo di contatto con le creature nemiche.
Provate a farla calare tutta o quasi e vedrete come il titolo si prenderà gioco di voi. Eternal Darkness resta senza dubbio un prodotto angoscioso già di suo, capace di generare un'atmosfera tenebrosa, merito anche di una colonna sonora prelibata e riuscitissima e di un comparto artistico assai ispirato. Gli elementi metareferenziali sono però quel guizzo in più che vanno ad aggiungere la gustosa ciliegina su di una torta già di per sé succulenta: l'audio che cala, la TV che si spegne da sola, i salvataggi corrotti, scarafaggi che appaiono sullo schermo, lamenti di pazzia e tante altre diavolerie che renderanno l'esperienza con il capolavoro di Silicon Knights ancora più angosciante, elevando la tensione e l'adrenalina a mille.
Eternal Darkness è insomma quel titolo che nel 2002, pur senza segnare un successo commerciale, è diventato significativo e di rappresentanza per un genere con cui non è così facile sperimentare. Il rischio di non incutere terrore, di non suscitare paura è dietro l'angolo e a volte certi stratagemmi non funzionano, ed altri risultano forzatissimi (jumpscare in primis, specie se mal inseriti nel contesto). La gemma del mitico Cubetto riesce invece con una certa e semplice eleganza a stravolgere gli stilemi del survival horror, offrendo quella che è a conti fatti una delle esperienze più folli e geniali che siano mai state concepite nel panorama videoludico. Sarebbe quasi un reato non viverla. Lasciatevi travolgere anche voi dalle tenebre eterne.
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