Alla (ri)scoperta di... Another World!

Vi ricordate di Another World? Si trattava di un'opera molto avanti con i tempi che, a tanti anni dalla sua uscita, riesce ancora a colpire.

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a cura di Michele Pintaudi

Editor

La storia dei videogiochi è un ecosistema ricco, variegato e in continua evoluzione: un mondo tutto da scoprire, dove ognuno può cercare e trovare l’esperienza perfetta per soddisfare i propri gusti ed esigenze. Scavando nel passato, ci troviamo poi di fronte a uno scenario ancor più impressionante: un mosaico fatto di migliaia e migliaia di titoli, ognuno dei quali è un tassello a suo modo fondamentale per rendere questo medium l’esperienza che tutti noi oggi conosciamo.

Un’occhiata approfondita ci suggerisce però ancor di più, ovvero tantissimi giochi che hanno fatto la storia senza ottenere sempre il giusto riconoscimento. In questa rubrica vi abbiamo raccontato di molti prodotti del genere, e oggi vogliamo portarvi alla (ri)scoperta di un titolo che non possiamo che definire unico: Another World. Un viaggio che cominceremo, come di consueto, con un piccolo salto indietro nel tempo…

Another World, un gioco di Éric Chahi.

Nel dar vita a quello che è il racconto di una storia che cambierà per sempre le sorti di questo medium, è importante spendere prima qualche parola in merito a un personaggio dal ruolo fondamentale. Stiamo parlando di Éric Chahi, autore francese che sin dall’età di 16 anni inizia a muovere i primi passi nell’industria videoludica: il brillante designer riesce a farsi notare nel 1985 con un progetto come Infernal Runner, un platform dalle tinte oscure con un’estetica davvero unica nel suo genere.

Si occuperà poi del comparto grafico di diversi titoli, da Journey to the Center of the Earth a Future Wars, portando nel mentre avanti un suo personalissimo progetto: un prodotto visionario, al quale si mise a lavorare in maniera assidua sfruttando ogni minimo momento libero. Poco alla volta, Another World assumerà una forma sempre più chiara e definita: Chahi si occuperà in prima persona di ogni aspetto dello sviluppo, lasciando al team di Delphine Software giusto il compito di supportarlo in questo suo percorso.

Sono molte le leggende metropolitane che ruotano intorno al gioco, alcune di queste confermate negli anni da coloro che hanno preso parte ai lavori. Per anni si è infatti creduto che la storia dell'opera, di cui andremo a parlare tra poco, fosse figlia di una totale improvvisazione di Chahi: un mito che lo stesso autore ha avallato negli scorsi anni. “Ho sempre avuto un’idea chiara di come implementare il motore di gioco, ma la storia di Another World è di fatto sviluppata poco alla volta senza una vera idea di dove ci stavamo dirigendo”. Che dire, il genio dopotutto è anche questo.

Another World uscirà su Amiga 500 nel 1991, e sarà un successo pressoché immediato in termini di pubblico e critica. A colpire, tra le varie componenti dell’esperienza, fu l’incredibile innovazione dal punto di vista tecnologico. Siamo infatti di fronte a un titolo che, al fine di rendere più spettacolari alcune animazioni, va a sfruttare una telecamera ad hoc, in grado di digitalizzare delle immagini da input analogico.

Il tutto senza tralasciare le grandi ispirazioni che hanno dato vita al gioco - da Dune fino a Dragon Ball, passando per le opere di artisti come Michael Whelan, Frank Frazetta, Richard Corben e Frank Miller - e che a distanza di anni rendono il risultato finale qualcosa di unico anche dal punto di vista artistico. Dopo questa lunga (ma necessaria) introduzione, andiamo dunque a esplorare l’Altro Mondo di Éric Chahi…

Another World, dal successo a oggi.

Il gioco riuscì a vendere, nel corso degli anni Novanta e al netto dei tantissimi porting, la bellezza di un milione di copie: una cifra davvero impressionante, anche e soprattutto alla luce della natura sostanzialmente di nicchia del prodotto. Another World è un’avventura dinamica che ci mette nei panni del giovane fisico Lester Knight Chaykin, che nel bel mezzo di una tempesta decide di addentrarsi nel suo laboratorio sotterraneo per lavorare a un suo esperimento. L’obiettivo? Assai ambizioso: ricostruire la creazione del nostro universo.

Nel corso di una serie di operazioni preliminari, un fulmine colpisce il laboratorio interferendo un’imprevista carica energetica particellare: l'esplosione scaturita dall'incidente dà origine a una sorta di buco nero, nel quale Lester viene risucchiato e immediatamente catapultato in un misterioso mondo alieno. Ha qui inizio la sua avventura, dove si troverà a risolvere enigmi di vario genere e a cercare di sopravvivere agli attacchi delle creature extraterrestri.

A livello di gameplay ci troviamo davanti a un platform rapido e fortemente dinamico, dove il minimo errore provocherà la morte del nostro protagonista: la presenza di molti checkpoint è qui insomma fondamentale, e non riduce affatto un livello di sfida capace ancora oggi di mettere alla prova anche i giocatori più esperti. Alcune sezioni di Another World, diciamocelo, possono anche rivelarsi un’esperienza davvero frustrante.

Nel corso degli anni il titolo è uscito praticamente su ogni piattaforma e verrà spesso citato da altri grandi nomi dell’industria come una delle primarie fonti di ispirazione. Fumito Ueda prenderà spunto da Another World per creare Ico, Hideo Kojima ha sempre dichiarato di esserne follemente innamorato e Goichi Suda, noto ai più come Suda51, lo definisce il suo videogioco preferito in assoluto.

Al netto di tutto questo successo, e di un’eredità che ancora e sempre riecheggerà nella storia di questo medium, permane comunque la sensazione che Another World meritasse ancora di più. Allo stesso tempo è anche vero che il fatto stesso che il gioco mantenga, a distanza di anni, un ruolo del genere nell’immaginario collettivo è il segnale che sì: talvolta non è necessario essere sempre e costantemente sulla bocca di tutti per scrivere nuove, entusiasmanti pagine nella storia del videogioco.

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