Immagine di Aliens: Fireteam Elite | Recensione, a caccia di insetti
Videogioco

Aliens: Fireteam Elite | Recensione, a caccia di insetti

Falciare orde di xenomorfi nei panni di un marine in Aliens: Fireteam Elite è davvero così divertente? Scopritelo con la nostra recensione!

Avatar di Gioele Maria Pignati

a cura di Gioele Maria Pignati

Ve lo ricordate Alien: Isolation? Vi ricordate di quelle atmosfere inquietanti e di quel senso di oppressione generato dall’essere costantemente braccati ed in pericolo? Vi torna in mente quello stressante giocare al gatto col topo in compagnia del temibile xenomorfo di turno? Ottimo, ora prendete una gomma e cancellate tutto dalla vostra testa perché il nuovo titolo di Focus Home Interactive e Cold Iron Studios prende una direzione completamente diversa andando a concentrarsi più sull’azione serrata che su meccaniche da nascondino horror.

Aliens: Fireteam Elite vi mette nei panni di un marine coloniale in missione insieme ad un plotone composto da umani e sintetici a bordo della nave Endeavor. La storia è ambientata parecchi anni dopo le vicende della trilogia originale di Alien e vede la presenza degli xenomorfi ormai come una minaccia concreta e diffusa. Tutto inizia con una missione di soccorso a bordo di una raffineria orbitale abbandonata. La vostra squadra composta da tre marine dovrà salire a bordo per fronteggiare la minaccia aliena e recuperare uno scienziato.

Aliens: Fireteam Elite è fondamentalmente un gioco multiplayer cooperativo composto da una serie di missioni di difficoltà crescente dove vi verrà richiesto di fronteggiare orde di nemici di vario tipo sfruttando svariate bocche da fuoco, esplosivi e marchingegni tecnologici di difesa. La sensazione che si ha è di trovarsi di fronte ad uno shooter molto tradizionale basato su meccaniche fondamentalmente già viste. Durante le vostre partite vi capiterà di intravedere tra le righe di codice ora Gears of War ora Mass Effect, ora Left 4 Dead ora World War Z.

Pur non brillando per originalità il gioco di Cold Iron Studios farà la felicità di tutti quegli appassionati del brand di Alien che provavano una particolare simpatia per il team di marine imbastito da James Cameron per reggere la storia di Aliens - Scontro finale. I richiami in tal caso sono molti e lo si può vedere pure da certi cosmetici come la famosa bandana rossa alla Vasquez. Aspettatevi dunque marine duri come l’acciaio e armati di tutto punto contro orde di xenomorfi inferociti che vogliono farvi la pelle.

Come lasciavamo intendere all’inizio le atmosfere di Aliens: Fireteam Elite sono decisamente lontane dall’horror ed usano invece i mostri alla stregua di avversari con cui entrare in competizione. Le ambientazioni non sono mai troppo buie e l’uso della torcia integrata è assolutamente opzionale. Anzi in certi casi si combatte persino sotto la luce del sole. Si tratta sicuramente di un diverso modo di intendere il concetto di sopravvivenza contro la minaccia aliena: se in titoli come Alien Isolation le forze in ballo sono poche ed hanno una potenza di attacco molto diversa, nel gioco di Cold Iron Studios è come se valesse il famoso detto “this time it’s war”. Questo concept ad alcuni potrebbe pure piacere mentre altri storceranno sicuramente il naso.

Benvenuti a bordo

Subito verrete accolti dal mood abbastanza essenziale del titolo. La nave Endeavor sarà il vostro hub, composto da alcune stanze esplorabili abitate da pochi npc con cui interagire di tanto in tanto. Qui potrete prendere confidenza con i movimenti e con le azioni del personaggio in tutta tranquillità, avrete la possibilità di acquistare armi, potenziamenti e cosmetici presso il solito rivenditore e volendo avrete la possibilità di approfondire la trama che sostiene le vicende del titolo. Quest’ultima come vedrete non si rivelerà poi niente di particolarmente sofisticato: si tratta fondamentalmente di uno scenario creato ad arte come scusa per mettervi di fronte a continue orde di nemici. Quando parlerete con i png vi accorgerete che sono stati doppiati ma che non hanno animazioni durante i dialoghi, sicuramente una scelta fatta a risparmio.

Per i vostri personaggi potrete scegliere tra quattro diverse classi, due da attacco, mitragliere, il classico soldato tuttofare, e demolitore, il soldato pesante, e due da supporto, tecnico, esperto di torrette e altri marchingegni utili alla battaglia, e dottore, utile ovviamente a curare e potenziare il team. Le classi sembrano ben assortite, permane qualche dubbio solo circa l’utilizzo del tecnico perché fondamentalmente torrette e trappole possono essere usate anche dalle altre classi alla stregua di consumabili.

Comunque è possibile personalizzare il proprio soldato per benino sia nell’aspetto fisico, sia attraverso l’assegnazione delle immancabili emote, sia dal punto di vista del vestiario, che non porta bonus ma solo cambiamenti estetici, sia sotto il profilo delle abilità e dell’equipaggiamento. In Aliens: Fireteam Elite tutto può salire di livello: le classi, le armi e le varie abilità. Potrete personalizzare le bocche da fuoco sia a livello visivo sia per quanto riguarda gli accessori, tra mirini, caricatori estesi ed altre componenti. Inoltre un sistema di perk consente di modificare il funzionamento delle abilità e l’efficacia del soldato sul campo. Risulta interessante come i potenziamenti vadano gestiti alla stregua di oggetti in un inventario dalle caselle limitate.

Avrete comunque a disposizione opzioni per tutti i gusti, perlomeno nella versione PC, quella da noi provata, con una buona scalabilità e configurabilità di audio e video. C’è pure un buon supporto dal punto di vista dell’accessibilità che tiene da conto daltonismo ed altre problematiche con alcune opzioni dedicate. La giocabilità poi può essere modificata per creare un’esperienza più o meno arcade con la possibilità di visualizzare o meno indicatori di vita o di uccisione e con l’opportunità di attivare delle sagome che individuano in maniera più efficace i nemici presenti sullo schermo.

Il gioco di Cold Iron Studios può essere affrontato da soli o in compagnia. Ovviamente con due amici al proprio fianco l’esperienza risulta molto più appagante e divertente: è vero che gli altri elementi della squadra verranno rimpiazzati da bot sintetici ma bisogna sottolineare come l’intelligenza artificiale non sia esattamente allo stato dell’arte. Usando un medico ad esempio si può notare come i nostri ragazzi artificiali tendano a non entrare nell’area curativa, inoltre c’è una tendenza dei nostri compari ad avanzare velocemente verso situazioni che li espongono a rischi mortali.

Ovviamente poi l’utilizzo di una squadra umana permette il coordinamento strategico delle abilità che caratterizzano le varie classi. Già la presenza in duo di un demolitore e di un medico permette di gestire la situazione piuttosto egregiamente. Nel caso decidiate di giocare in singolo sappiate che in alcuni punti, anche al livello di difficoltà più facile, troverete ad attendervi un grado di sfida a nostro parere squilibrato che, anche a causa della mancanza di checkpoint, vi costringerà a ripetere la missione più volte.

Armi alla mano

Scendendo nel campo di battaglia comunque finiamo per trovarci abbastanza presto ad affrontare quello che poi sarà il tema portante di tutta l’esperienza di gioco: poca paura, tensione costante, orde di nemici da ogni dove, piccole sessioni di esplorazione alla ricerca dell’oggetto o dell’attivatore giusto e momenti ben segnalati relativi alla preparazione delle battaglie successive. Per quanto siano state inserite varie tipologie di nemici che vanno anche oltre i semplici alien e per quanto ci sia pure qualche variazione sul tema con alcune zone che cambiano tra una partita e l’altra non si può fare a meno di notare una certa ripetitività dell’esperienza.

Gli ambienti sono un susseguirsi di corridoi e stanzoni caratterizzati da elementi scenici ripetuti dove affrontare le solite ondate di nemici più o meno fitte e fondamentalmente l’aria che si respira è sempre la stessa dall’inizio alla fine. Viene ripreso quanto visto nella saga cinematografica di Alien spaziando dal vecchio al nuovo corso. Certe zone sono decisamente piatte ed anonime come nel caso della raffineria che è possibile vedere nelle prime missioni, altre sono più ispirate e riuscite come le rovine di LV-895.

Si ha la sensazione di trovarsi di fronte ad un compito realizzato discretamente, ma senza picchi di ispirazione o lampi di genio. Non c’è nemmeno tutta questa spinta verso l’esplorazione: una cassa segreta e poche informazioni collezionabili non bastano a convincere il giocatore ad esplorare ogni anfratto degli ambienti, tra l’altro piuttosto lineari, bloccati come sono da vicoli ciechi e muri invisibili. In certi casi non è possibile arrampicarsi nemmeno tra le rocce che si trovano in mezzo al percorso.

Nel complesso comunque l’esperienza di gioco non è poi così male e appassionerà sicuramente i fan di Alien. Gli sciami di xenomorfi sono stati resi in maniera convincente e danno veramente la sensazione di uscire “dalle fottute pareti” con i mostri che si arrampicano in giro per lo scenario e che si muovono in maniera piuttosto imprevedibile. Le animazioni sono piuttosto convincenti con gli alien che scivolano, saltano e muoiono in maniera davvero soddisfacente.

Anche le battaglie da sparatutto più classico convincono abbastanza con begli effetti di uccisione e con un’intelligenza artificiale non da oscar ma almeno in grado di sfruttare coperture e di stanarci in vari modi. Non ci hanno convinto molto invece le animazioni del personaggio principale un po’ legnose e forse mancanti di peso, cosa che si nota in vari momenti come durante l’utilizzo delle coperture.

Tecnica e rigiocabilità

Graficamente il gioco sfrutta l’Unreal Engine, ma senza eccellere particolarmente. I personaggi non sono caratterizzati da un dettaglio eccezionale ma almeno, npc a parte, sono dotati di un minimo di espressività. L’effetto che si ricava spesso è quello di un pupazzone di plastica lucente, soprattutto per quanto riguarda i capelli, decisamente plasticosi. Anche le location sembrano spesso ampie, vuote e come accennavo prima, ripetitive. Effetti, modelli e ombre sembrano dunque nella media, con qualche eccezione relativa ad esplosioni e fumo in certi casi piuttosto suggestivi.

L’audio invece non sembra rendere pienamente giustizia al tutto. La colonna sonora per quanto piacevole non riesce a trasmettere il giusto grado di inquietudine e a volte pare non avere molto a che fare con la saga di Alien: in un caso ci è sembrato addirittura di trovarci di fronte ad un prodotto dedicato a Star Wars. Anche la resa degli effetti sonori non ci ha convinto fino in fondo con il sound dell’artiglieria che non rende giustizia alla potenza dei nostri accessori da battaglia risultando i colpi stranamente ovattati. Abbiamo preferito di gran lunga la resa delle armi del vecchio Aliens: Colonial Marines decisamente più violenta e grezza in quanto ad impatto sonoro. Il resto sembra essere nella media.

Chiude il quadro qualche bug di poco conto come quello di un punto di controllo non funzionante al primo colpo o il caso di qualche xenomorfo che anziché uscire “dalle fottute pareti” piuttosto ci entrava attraversandole o ancora la presenza di una discreta dose di compenetrazioni. Capita anche di vedere l'IA incastrarsi in alcuni punti e può esserci qualche problema nel cambio di risoluzione video.

Per fortuna al di là di tutto c’è pure un po’ di rigiocabilità, cosa che gli sviluppatori hanno garantito attraverso alcuni espedienti. Terminando le dodici missioni della campagna principale si potrà accedere ad una modalità orda, poi si potranno rigiocare le varie missioni con livelli di difficoltà più alti ed infine potrà essere sfruttato un sistema di carte sfida che attribuirà bonus e malus alla partita con conseguenti cambiamenti a livello di punti esperienza. Si va dal finire il livello entro un tempo limite, passando per il giocare senza kit medici, arrivando all’affrontare la partita guardando attraverso una telecamera in bianco e nero.

Aliens: Fireteam Elite insomma è un third person shooter cooperativo soltanto discreto. Si tratta di un lavoro eseguito con diligenza che manca però di particolari guizzi o di colpi di genio appassionati. Il titolo di Cold Iron Studios non rischia e preferisce rimanere ben inserito nel solco della tradizione pescando a piene mani dai titoli a cui si ispira. Il gioco divertirà sicuramente gli appassionati della celeberrima saga fantascientifica ma annoierà ben presto tutti gli altri a causa di un’offerta ludica ripetitiva e per nulla innovativa. Il titolo non brilla sotto nessun punto di vista ma non fa nemmeno nulla di particolarmente sbagliato. Se la notte vi svegliate sudati come Ripley sognando xenomorfi comprate pure Aliens: Fireteam Elite, in caso contrario lasciate perdere.

Voto Recensione di Aliens: Fireteam Elite - PC


7

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • Alien è sempre Alien

  • Abbastanza divertente se giocato in compagnia di amici

  • Il sistema delle carte sfida è interessante

  • Gli xenomorfi si muovono bene

Contro

  • Grafica nella media

  • L’audio non convince molto

  • Una notevole ripetitività di fondo

  • Alcune scelte fatte a risparmio

Commento

Aliens: Fireteam Elite propone una diversa visione dell'universo dedicato all'orrore fantascientifico a base di xenomorfi. Vengono accantonate le atmosfere più horror per privilegiare la sopravvivenza alle ondate di nemici col supporto di numerose bocche da fuoco. Il gioco non brilla particolarmente sotto nessun aspetto e alla lunga risulta fortemente ripetitivo. Se però avete due amici appassionati di Alien come voi, avrete sicuramente di che divertirvi. Viene poi garantita un po' di rigiocabilità grazie alla presenza delle carte sfida.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Aliens: Fireteam Elite - PC

Aliens: Fireteam Elite - PC

Leggi altri articoli