Manca davvero poco all’uscita di Age of Empires IV, strategico in tempo reale prodotto da Microsoft che probabilmente non necessita di ulteriori presentazioni. Grazie allo stress test lanciato nel weekend del 18 settembre (aperto a tutti i giocatori, come segnalato sempre su queste pagine) ho avuto modo di provare questo quarto capitolo, e posso già anticipare che le buone premesse sembrano essere state mantenute.
Cambio di testimone allo sviluppo
Per quei pochissimi sconosciuti alla saga, questa nasce nel 1997, sotto l’egida di Microsoft e sviluppata da Ensemble Studios, software house acquistata dalla stessa Microsoft nel 2001. Per motivi fiscali, purtroppo, nonostante Ensemble Studios avesse iniziato il lavoro anche su questo ennesimo sequel (dopo aver sviluppato tutti i precedenti), lo studio è stato chiuso, con un passaggio di testimone ai Relic Entertainment, noti soprattutto per alcuni episodi di Warhammer 40000: Dawn of War.
A prescindere dallo sviluppatore non posso non sottolineare che il grosso peso del brand rimane probabilmente l’ostacolo più duro da scalare, anche più di quelle che sono le effettive (e notevoli) difficoltà che si riscontrano nella creazione di un RTS. D’altronde Age of Empires rappresenta uno dei giochi “ammiraglio” del sistema Microsoft, superato certo da Halo, che però è fisiologicamente legato più al mondo Xbox che a quello PC (al contrario di AoE).
Lo stress test è consistito nella possibilità di partecipare alle partite online create dagli stessi giocatori, oltre che su server dedicati, sia in versus che in coop contro l’intelligenza artificiale. Aggirando il blocco del singleplayer (che offriva solo il classico tutorial) è stato possibile però creare partite private, popolate solo da giocatori IA. Insomma, la prova è riuscita a coprire gran parte dell’offerta di gioco, almeno per quel che concerne gli aspetti più importanti come giocabilità offline ed online. Certo, al netto di questo rimane ancora da vedere cosa proporrà questo Age of Empires IV in merito alla Campagna, nonché la caratterizzazione delle diverse fazioni, qui bloccate a Inglesi, Cinesi, Sacro Romano Impero.
Ritorno alle origini
Al netto della mancanza di fronzoli dell’esperienza, sono certo di aver notato un primo, fondamentale, elemento caratterizzante il prodotto: il mantenimento della tradizione, a cavallo di un sistema fisiologicamente più moderno e dinamico. Age of Empires IV restituisce le stesse sensazioni del migliore della serie (immagino concorderemo tutti sia stato il secondo), rischiando anzi di arrivare a del vero revanscismo. L’impressione è che forse lo sviluppo sia stato un po’ timido, con degli approcci di gameplay che, stante la mia prova, risultano già visti e datati. Non voglio però sbilanciarmi: è vero che il sistema rimane ancorato alle solite risorse, all’evoluzione delle epoche ed allo spamming di unità (addirittura con quasi gli stessi edifici); d’altronde è altrettanto vero che per poter capire a fondo le potenzialità di un RTS servono molto più tempo e molte più informazioni di quante ne disponga allo stato attuale.
Tra le novità di fruizione immediata emerge sia la necessità di scegliere la strada da intraprendere per ogni salto di epoca, stavolta rappresentato materialmente da un edificio (esclusivo, ma selezionabile tra varie opzioni) che apporterà diversi benefici alla propria civiltà. Inoltre è stato completamente rivisitato il modus di costruzione delle mura, adesso molto meno confuso e molto più vicino alle esigenze di un vero castello.
Sempre per accontentare i fan di vecchia data, con un colpo di spugna rispetto al precedente, Age of Empires IV ritorna al periodo storico medievale, spingendosi solo un po’ più in là con l’ultima epoca, all’incirca al 1500. Le civiltà proposte nel test hanno dato prova di grande eterogeneità, sia attraverso i soliti bonus “nascosti”, come i diversi prezzi per le fattorie o i vantaggi di produzione, sia con quelli più visibili, in particolare rispetto alle truppe ed all’approccio militare. Tra l’altro, aspettando conferme più ragionate, ho avuto l’impressione che l’IA di gioco riuscisse a tenere testa molto bene alle diverse istanze della mappa, con una giocata impegnativa ma divertente già a livello intermedio.
Tecnicamente Age of Empires IV sembra davvero adatto ai PC di tutte le fasce, come già promesso e sbandierato più volte da Relic Entertainment. Il software è pulito, liscio come l’olio e velocissimo nell’elaborazione. Meno soddisfacente, almeno per questo primo sguardo, dal punto di vista visivo: indubbiamente sono stati fatti grossi passi avanti (ma direi che sarebbe stato bislacco il contrario), soprattutto per quanto concerne luci e animazioni; le textures però non si sono scollate di dosso un approccio “pupazzoso” e poco riconoscibile, seguendo degli standard già visti in produzioni minori (mi viene in mente, per esempio, lo sfortunato Banished). Anche qui, comunque, le premesse sono buone e rimane necessario aspettare la versione definitiva per giudizi più categorici.
In conclusione
Nel complesso Age of Empires IV risulta essere un videogioco godibilissimo già in fase di semplice stress test, con un gameplay frenetico ed un ritorno evidente agli RTS di una volta, di cui la saga è meritatamente una portabandiera. Allo stesso tempo mi permetto di avanzare il timore che il lavoro svolto possa aver calcato un po’ troppo la mano sul fanservice e sul lato più facile e nostalgico del brand, evitando stravolgimenti o novità di grosso calibro. Il che, dopo più di 15 anni dal numero 3, potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio. Chiaramente, staremo a vedere.