L'abbandono di Molyneux, datato 2012, in concomitanza con l'ultimazione di Fable: The Journey è il punto critico dal quale la casa di sviluppo non riuscirà più a risollevarsi. Le problematiche dietro ai numerosi ostacoli incontrati da Lionhead sono molteplici e non tutte ancora chiare.
Sicuramente lo spostamento dell'utenza della software house dal pc gaming alle esclusive Xbox (almeno per alcuni titoli) ha comportato una mancata fidelizzazione del pubblico, divenuto più generalista, capace quindi sia di portare grandi introiti ma anche grandi problematiche.
Tra tutte pesa la scelta commerciale di puntare per ben otto anni su un unico brand di successo, quello di Fable, mancando di approfondire e continuare lungo la strada dei gestionali e dei god game che tanto hanno dato al gruppo ad inizio carriera.
Infine le scelte di marketing del gigante Microsoft, vincolando la società a sviluppi a volte anacronistici e di manifesta difficoltà, quali Fable Heroes e Fable: The Journey (che ha costretto Lionhead a buttarsi sullo zoppicante Kinect), hanno pesato non poco sul declino del gruppo inglese.
La cancellazione di Fable Legends e la successiva chiusura di Lionhead Studios è l'ingloriosa fine di una società che ha dato davvero tantissimo al mondo dei videogiochi. Trovare un capro espiatorio sarebbe facile, ma forse troppo semplicistico.
Certo, il mondo dei videogiochi, l'affetto dei fan e la bellezza dei prodotti troppo spesso si scontra con il marketing e la monetizzazione, a volte portando a veri e propri disastri. Allo stesso modo però alcuni capolavori rimarranno nella storia videoludica e, come tali, non potranno essere cancellati da nessuno.