Prima dell'acquisizione da parte di Xbox, Activision aveva vagliato l'idea di acquistare una parte della stampa videoludica. L'indiscrezione è stata lanciata dal Wall Street Journal, lo stesso quotidiano che aveva anche anticipato l'acquisto da parte di Microsoft del publisher e sviluppatore di Irvine.
Stando al report, l'idea di acquistare alcune testate giornalistiche videoludiche era di Bobby Kotick, CEO di Activision e sarebbe stata finalizzata all'idea di ripulirne l'immagine. "Mr Kotick stava cercando di cambiare la narrativa della società e ad un certo punto aveva pensato ad alcune acquisizioni, come ad esempio le pubblicazioni Kotaku e PC Gamer", riporta il Wall Street Journal che cita persone molto vicine alla figura dirigenziale.
Al di là del recente deal con Microsoft, Activision entrò in effetti in contatto con queste due realtà. G/O Media (parent company di Kotaku) rifiutò però ogni singolo commento, mentre invece PC Gamer decise di non rispondere. È difficile però capire quale sia stata la proposta economica, se non impossibile. Più facile invece indovinare i motivi dei rifiuti: al di là del conflitto di interessi che si sarebbe verificato, la situazione non era delle migliori e le accuse mosse al publisher e sviluppatore erano decisamente troppo pesanti per poter far finta di niente: il pubblico e i lettori, probabilmente, non avrebbero reagito bene ad un eventuale cambio di proprietà.
Activision Blizzard e tutti i suoi sviluppatori, incluso King, passeranno nelle mani di Microsoft Gaming e Xbox entro la fine dell'anno fiscale. La casa di Redmond ha acquistato tutto il pacchetto azionario del gruppo al prezzo di 96 Dollari ad azione, per un totale di quasi 70 miliardi di Dollari. L'acquisizione ha portato a grossi cambiamenti in borsa, con Sony che ha perso oltre 10 miliardi di Dollari nelle ore successive all'annuncio dell'accordo tra le due realtà dominanti dell'industria. L'acquisizione, inoltre, non può essere fermata, almeno stando alla dichiarazione di uno studio legale, che ha scongiurato l'ipotesi antitrust.
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