Come si evince online, infatti, la SEC (U.S. Securities and Exchange Commission) ha cominciano la sua indagine personale nel caso Activision. Il primo passo è stato quello di chiedere accesso a tutti i documenti del board dirigenziale, con la citazione in giudizio di diversi dirigenti, oltre che del CEO Bobby Kotick. L'indagine segue le denunce e le accuse contro il publisher di Call of Duty, che sono cominciate con il California Department of Fair Employment and Housing, che nel corso degli ultimi mesi ha definito l'ambiente di lavoro da "confraternita".
Proprio Kotick era finito nell'occhio del ciclone da parte degli utenti di forum online e giocatori. Le sue risposte (oltre che quelle dei suoi colleghi) non sembrano essere state in linea con i gravissimi fatti accaduti all'interno di Activision. Una situazione molto complessa, perché oltre alle proteste esterne, il CEO ha dovuto fare i conti anche con una serie di ribellioni interne. Come lo sciopero di chi lavorava a World of Warcraft e Vicarious Visions, che non invita i giocatori a comprare la versione rimasterizzata di Diablo 2 ma semplicemente a scegliere "il miglior modo di comportarsi in reazione alle proteste".
Non è ancora chiaro se Activision riuscirà in qualche modo ad uscire da questa situazione spinosa. I comportamenti tenuti all'interno dell'ambiente di lavoro sono stati davvero troppo gravi e le responsabilità dei dirigenti, incluso Bobby Kotick, devono essere ancora accertate. Difficilmente (e giustamente) però tutto ciò si concluderà con una stretta di mano o una semplice multa.