Activision Blizzard sferra l'ennesimo colpo a Raven Software

Dopo i licenziamenti, Raven Software ha ricevuto un altro colpo basso dal gruppo Activision Blizzard: ecco tutti i dettagli.

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a cura di Alessandro Adinolfi

Nel corso degli ultimi giorni vi abbiamo raccontato di come i lavoratori di Raven Software si fossero uniti nella più grande coalizione sindacale nell'industria dei videogiochi. Gli sforzi sono stati elogiati da parte del pubblico e della stampa, ma sembra che Activision Blizzard sia riuscita, ancora una volta, ad ignorare completamente anche questa mossa.

I 34 lavoratori che si trovano a Madison, nel Wisconsin si sono visti non riconoscere l'unione sindacale appena formata, con Activision Blizzard che ha di fatto ignorato il tutto. Tutto ciò porterà ad un'unica strada possibile, ovvero la votazione presso la National Labor Relations Board, chiamata NLRB. Se la votazione avrà successo (la sigla dovrà riuscire ad avere il 50% dei voti più 1 dei dipendenti), il gruppo capitanato da Bobby Kotick sarà obbligato a riconoscerla e dovrà ovviamente collaborare con loro per soddisfare e mediare le richieste.

I motivi dietro la formazione di questo sindacato stanno affondando ovviamente nel vaso di Pandora che si è scoperchiato dopo le denunce da parte degli sviluppatori, che hanno svelato il vero clima degli uffici di Activision Blizzard, con molestie sessuali e non che hanno portato ad una serie di conseguenze anche piuttosto gravi (e in un caso addirittura fatale) per gli sviluppatori al lavoro all'interno degli uffici. Raven Software è stata la più colpita anche sotto i termini economici, con promesse di aumenti salariali mai avvenute e il licenziamento in massa di una parte del QA (Quality Assurance) che lavorava a Call of Duty.

Non sappiamo ancora se l'unione sindacale riuscirà a farsi sentire. Sicuramente però Bobby Kotick sarà costretto in qualche modo a dover fronteggiare un'altra accusa piuttosto pesante a livello mediatico. L'acquisizione del gruppo da parte di Microsoft riuscirà a migliorare quasi sicuramente le condizioni lavorative, ma sarà finalizzata solo entro il 2023. Considerata la buonuscita promessa a Kotick, difficilmente il CEO rassegnerà le sue dimissioni prima dell'entrata formale del gruppo in Microsoft Gaming ed è molto probabile che simili manovre volte ad ostacolare i sindacati e gli scioperi potranno continuare ad essere ignorate come fatto fino ad oggi.

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