51 Worldwide Games | Provato il nuovo gioco Nintendo Switch

51 Worldwide Games non è la classica raccolta antologica di giochi da tavolo ma si pone come una sorprendente enciclopedia virtuale, tutta da scoprire.

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a cura di Andrea Maiellano

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Quando, durante il Direct dello scorso Marzo, Nintendo presentò 51 Worldwide Games, l’immediata reazione di pubblico e critica fu decisamente tiepida. Questa generale indifferenza verso la nuova produzione di EPD, però, non derivò dalla semplice natura di aggregatore di “classici da tavolo” che il reveal trailer lasciava trasparire e che faceva subito tornare alla mente le centinaia di raccolte antologiche simili, uscite nel corso degli anni sui vari handheld del “Colosso di Kyoto”. 

Indubbiamente la cura nei dettagli, mostrata da Nintendo nei vari trailer di 51 Worldwide Games, presentava una produzione ben confezionata, con meccaniche di gioco che andavano a miscelare alcune dinamiche viste nel precedente Super Mario Party, come la possibilità di unire più tablet per estendere i tabelloni di gioco, a tipologie di controllo tattile, basate sul movimento o utilizzando i controller in maniera maggiormente tradizionale. Le prime sensazioni che trasparivano dal reveal trailer, quindi, erano quelle di un gioco “necessario”. Una produzione che, seppur ben confezionata, non andasse a offrire niente di eclatante, o di particolarmente innovativo, andando a posizionarsi in quella categoria di giochi che, senza ombra di dubbio, venderanno con costanza, in particolar modo sul lungo periodo, diventando una presenza fissa sulle Switch di una buona fetta di utenza, specialmente quella alla ricerca di un gioco disimpegnato con cui passare qualche momento di svago da soli o in compagnia di amici e familiari.

Una volta avviato 51 Worldwide Games per la prima volta, però, siamo rimasti sorpresi da come Nintendo sia riuscita nel donare quel “qualcosa in più” a una produzione che pareva aver già detto tutto fin dalla sua prima presentazione ufficiale. Una breve cinematica interattiva, difatti, si adopererà nell’accompagnarci nella storia del concetto di gioco nella sua forma più embrionale, istruendoci sull’esistenza di quest’ultimo fin dagli albori della storia dell’uomo e della sua importanza come mezzo di aggregazione e svago. Un simpatico sistema ad avatar (rappresentati come pedine di un gioco da tavolo di fattezze umane) ci permetterà di personalizzare, in maniera molto minimale la nostra futura rappresentazione virtuale e dopodiché ci verrà chiesto di posizionare la nostra pedina personale sulla superficie di un mappamondo, per indicare la nostra provenienza. Un sistema dinamico, e ben confezionato, per permetterci di visionare chi sta giocando, ho ha giocato in passato, a 51 Worldwide Games e poterne confrontare i punteggi nei vari giochi tradizionali. 

Una volta posizionato il nostro avatar, altre pedine inizieranno a popolare il mappamondo. Questi NPC, ribattezzati guide, rappresenteranno le diverse tipologie di giochi che potremmo trovare all’interno di 51 Worldwide Games, suddivise in tradizionali, tattili, per due giocatori e quelli che hanno gettato le basi della Nintendo che conosciamo oggi. Per chi non lo sapesse, infatti, il Colosso di Kyoto, prima di dedicarsi totalmente al settore videoludico, era uno storico produttore, giapponese, di giocattoli e giochi di carte. Le guide si prodigheranno a istruirci con alcuni cenni storici in merito ai giochi da loro presentati e, allo stesso tempo, il menù di selezione ci permetterà di muoverci tra tutti e 51 i giochi in maniera indipendente, senza vincolarci a noiosi “entra ed esci” fra lunghi e tediosi menu di gioco. Le guide, di fatto, ricoprono il ruolo di segnalibri che permetteranno al giocatore di muoversi più facilmente fra le varie macrocategorie presenti in 51 Worldwide Games.

Addentrandoci in maniera preliminare a quelli che sono i giochi veri e propri contenuti in questa raccolta, abbiamo apprezzato come Nintendo si sia prodigata nel trovare delle simpatiche soluzioni che vadano a stimolare il giocatore nel provare i vari titoli presenti all’interno di 51 Worldwide Games. Ogni volta che avvieremo uno dei giochi, difatti, un breve scambio di dialoghi fra due pedine, molto basilare e dalla scrittura fin troppo infantile a dire il vero, accompagnerà i tutorial visuali che illustreranno i comandi e le regole. Portare a termine una partita, che non impegnerà quasi mai più di una decina, quindicina, di minuti, sbloccherà un accenno storico legato a quel gioco specifico, andando a comporre, partita dopo partita, una sorta di enciclopedia virtuale dei giochi da tavolo, e di carte, entrati nella tradizione.

Entrando nello specifico del gameplay di 51 Worldwide Games, ognuno dei giochi presenti ha, ovviamente, meccaniche di gioco differenti e un sistema di controllo univoco che andremo ad analizzare più nel dettaglio in fase di recensione. Quello che possiamo anticiparvi, però, è che di tutti i giochi che abbiamo testato durante questa fase di analisi preliminare, siamo rimasti sorpresi dalla varietà di scelte offerte da Nintendo in termini di controlli e meccaniche di gioco. Fino a ora non abbiamo trovato due giochi simili fra loro: per quanto i vari titoli dedicati alle carte presentino un sistema di controllo praticamente identico nelle varie iterazioni, il comparto estetico si è rivelato sempre vibrante e convincente, con buone animazioni, una solida cura dei dettagli e un comparto artistico che, nella sua ovvia semplicità, non risulta anonimo, o tedioso, nel lungo termine.

In conclusione non possiamo che essere piacevolmente sorpresi della cura risposta da Nintendo nei confronti della realizzazione di 51 Worldwide Games che, pur non reinventando un genere, si presenta, almeno in queste prime ore di prova, come una raccolta solida e che potrebbe diventare un potenziale must have per tutti gli amanti del genere. Ovviamente ci rimettiamo al nostro futuro verdetto, in arrivo fra qualche settimana dopo che avremo provato a dovere ognuno dei 51 giochi presenti e aver testato il comparto online del titolo, per darvi un'opinione definitiva, ma questa prima impressione rimane, indubbiamente, ottima.

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