Sono passati 5 anni dal 3 Marzo 2017, quando Nintendo Switch arrivò sugli scaffali di tutto il mondo. Una console ibrida, che univa l'esperienza casalinga con le peculiarità e la flessibilità di una console portatile. In quel mercato Nintendo è sempre stata maestra, pur con l'ottimo inserimento di Sony, dettando legge dal Game Boy fino al 3DS. Al suo annuncio lasciò tutti spiazzati, dopo essersi fatta rincorrere a colpi di leak e rumor circa il suo design e le sue caratteristiche hardware. Un reveal che, rivisto oggi, aveva già il sapore di un successo.
La strategia comunicativa di Nintendo era chiara e immediata, con una console che si spiegava praticamente da sola. Un design ibrido, con i controller rimovibili e una dock per continuare a giocare sul televisore. Oppure in compagnia, in modalità portatile, condividendo i Joy-con con gli amici per gettarsi in pista su Mario Kart.
Una virata piuttosto aggressiva di Nintendo, che deve aver imparato la lezione (piuttosto dura) di Wii U. La prima console in alta definizione di Nintendo fu un fallimento epocale, figlio di una comunicazione errata (ricordiamo tutti il confuso annuncio dell'E3 2012) e di una visione tecnologica solo parzialmente riuscita. Il gamepad di Wii U, con il suo schermo e l'uso combinato con la TV, potrebbe essere definito una visione embrionale di ciò che sarà poi Switch.
In una delle bellissime interviste di Satoru Iwata in "Iwata Chiede", venne mostrato il prototipo del paddone di Wii U. Uno schermo, con ai lati due Wiimote. A rivedere ora quelle immagini, la lampadina si accende e viene piuttosto naturale fare 2+2, come si suol dire.
Il fallimento di Wii U e la sua lezione, insieme ad una tecnologia mobile ormai matura, hanno condotto Nintendo alla strada e al successo che conosciamo ora. Una console che, già dal nome, portava con sé una freschezza e una facilità d'utilizzo senza precedenti. Lo slogan italiano nel 2017 era "quando vuoi, dove vuoi, con chi vuoi", che descrive ancora perfettamente uno dei pregi più grandi dell'esperienza d'uso di Nintendo Switch. Ad oggi la console Nintendo ha venduto nel mondo 103.54 milioni di unità. Una cifra importante, che supera l'ottimo percorso fatto da Wii. Dopo 5 anni, Nintendo Switch è ormai parte del nostro quotidiano. La diamo per scontata, con un successo che non accenna ad arrestarsi, con esperienze videoludiche importanti e spesso imperdibili.
Da The Legend of Zelda: Breath of the Wild e Mario Kart 8 Deluxe, di acqua sotto ai ponti ne è passata, con tantissimi titoli che hanno arricchito la libreria di Nintendo Switch. Le ottime idee nate su Wii U hanno trovato su Switch una seconda casa, come Splatoon e la sua irriverente offerta multigiocatore. Ma anche titoli più vicini a quella filosofia casual, del gioco per tutti, che su Wii ha avuto la massima espressione. Basti pensare all'embrionale 1-2-Switch, ma anche all'eccezionale Ring Fit Adventure, forse l'apice della gamification dello sport.
Mai dimenticare Nintendo Labo, l'esperimento a base di scatole e cartoni che trasformava Switch in un vero e proprio giocattolo, unendo la fisicità del gioco tradizionale a quello digitale. Dello stesso avviso anche Mario Kart Live: Home Circuit, che trasformava Mario Kart in un vero e proprio giocattolo, con una macchinina radiocomandata che correva per circuiti costruiti in casa.
Nonostante alcune di queste idee siano esplose e poi finite nel dimenticatoio, Nintendo in questi 5 anni ha dimostrato di voler sperimentare ancora in modi inaspettati. Malgrado ciò, non è sbagliato definire Switch tecnologicamente vecchia, oggi. Anzi, questo è forse il più grande cruccio di un pubblico più esigente e meno occasionale. Dove invece Nintendo Switch non è assolutamente invecchiata è nel concept, a dispetto delle modalità di fruizione che ognuno di noi preferisce.
Io stesso sono tendenzialmente un fruitore casalingo, con alcune sporadiche eccezioni, che però donano alla console un fascino unico. L'arrivo di Monster Hunter Rise, lo scorso anno, è stato per me ricolmo di entusiasmo, tanto da non riuscire ad attendere il ritorno a casa. Ho inserito la cartuccia e portato la console con me, giocando la prima ora in auto, mentre ero in un parcheggio in attesa.
La visione di quel primo trailer del 2017 si era concretizzata, e quante altre volte ancora lo avrebbe fatto. Chi più, chi meno, abbiamo tutti ceduto almeno una volta al fascino ibrido di Switch. Così come abbiamo ceduto alla sua libreria, una delle più sorprendenti e di qualità nella storia di Nintendo. Se è vero che la console soffre il divario tecnologico, ormai importante, con la concorrenza, è pur vero che questa non invecchia finché ci saranno grandi giochi ad accompagnarla.
Al suo quinto anno, Switch sembra più in forma che mai: una nuova generazione Pokémon, Xenoblade 3, Bayonetta 3, Kirby, Monster Hunter e un nuovo The Legend of Zelda all'orizzonte. Ne ho nominati solo alcuni, perché la lista sarebbe ben più grande. Del resto le vie di Nintendo sono infinite, grazie anche all'ottimo rapporto con alcuni publisher, che su Switch non hanno solo portato dei loro classici, ma anche esperienze esclusive di assoluto pregio.
Tutto questo continua ad essere vero al netto di alcuni scivoloni, che sono stati molteplici e che sarebbe stupido dimenticare. Dalla vendita a tempo di Super Mario 3D All-Stars, fino al limitato servizio online, che raggiunse il suo apice negativo con la chat vocale di Splatoon 2. Nintendo ha spesso dimostrato di essere coraggiosa nella sua offerta, ma allo stesso tempo anche piuttosto cieca, in quegli elementi che fanno da contorno all'esperienza ludica. Se non addirittura sorda, a dirla tutta.
Un termine più adatto, visto il gran vociare che alcune di queste gaffe hanno generato. La gestione del Nintendo Switch Online, dopo ben 5 anni, ha finalmente avuto uno scossone grazie al Pacchetto Aggiuntivo, ma il rilascio e la preservazione di alcuni dei classici della compagnia resta ancora frammentata e insufficiente. L'apertura di Nintendo ai servizi, con l'inclusione dei nuovi circuiti di Mario Kart 8 o del DLC di Animal Crossing, è incoraggiante ma ancora trattenuta rispetto all'offerta della concorrenza. E non priva di contraddizioni, visto il limitato supporto al software della console, con alcune feature mancanti o arrivate solo in seguito.
Eppure, guardando al passato, gli anni insieme a Nintendo Switch sono stati davvero pregevoli. E con uno sguardo al futuro è difficile poi non essere entusiasti. Ad attenderci c'è ancora tanto, con alcune esperienze che potrebbero sancire definitivamente la maturità e la qualità della sua vastissima libreria. Ma mentre Nintendo consolida il suo mercato, con ben 3 modelli in vendita e quello OLED a rinvigorirne l'immagine e il posizionamento, una fetta di utenza sbuffa di fronte alla sua arretratezza tecnica.
Con l'arrivo di PS5 e Xbox Series X/S, è naturale che Switch venga percepita come un hardware obsoleto. Con un mercato sempre più abituato a scegliere tra fedeltà grafica e i famosi 60 fps, la console Nintendo ne esce sconfitta a più riprese anche e soprattutto con i titoli terze parti. Non tutti hanno la maestria e la capacità di sfruttare la console come Nintendo, né la capacità di mascherare degli evidenti limiti con una direzione artistica eccellente. Ma è indubbio che anche le ambizioni di Nintendo si siano scontrate con i limiti della sua piattaforma. Bowser's Fury, ad esempio, pur essendo bellissimo da vedere (e pazzesco da giocare) soffriva di un frame rate piuttosto ballerino.
L'ultimo Hyrule Warriors è stato spesso preso in esame a tal proposito, con un compromesso importante sul fronte della risoluzione e del frame rate per riuscire ad offrire una giocabilità sufficiente. Per molti utenti quei compromessi sono la morte dell'esperienza, che viene soffocata da una piattaforma che non è in grado di esprimere al meglio i mondi e le ambizioni di questi titoli. Siamo tutti in attesa di vedere il prossimo The Legend of Zelda, o il fantomatico Metroid Prime 4, magari sul bellissimo OLED del nuovo modello. Ma siamo anche lì a chiederci, anche alla luce dei tanti rumor su Switch Pro, come sarebbero questi giochi su un hardware più moderno.
L'arrivo di Steam Deck ha gettato un'importante ombra su Switch, mostrando l'altro lato della medaglia. La macchina di Valve è riuscita a concentrare al suo interno una tecnologia e un'architettura all'avanguardia, ad un prezzo decisamente interessante. Certo, le ambizioni di Steam Deck sono altrove, e vanno a braccetto con il mondo del PC Gaming. Eppure, nonostante le sue incertezze e un software ancora acerbo, Steam Deck ha mostrato per la prima volta una possibile alternativa all'offerta Nintendo.
Non sarà che un leggero tremolio di fronte al solido castello eretto dalla compagnia giapponese, soprattutto per il pubblico di massa. Steam Deck non avrà mai Mario, mai The Legend of Zelda o Animal Crossing, questo è indubbio. Ma sta mostrando al mercato un Metroid Dread che "gira" meglio in emulazione rispetto alla console dov'è nato, indispettendo non poco Nintendo stessa (comprensibilmente). Steam Deck ha anche dimostrato che tecnologie di deep learning come AMD FSR e Nvidia DLSS sono la strada del futuro.
Vederlo sfruttare l'AMD FSR e ottenere ottimi risultati in termini di performance è incoraggiante, ma fa desiderare ancora di più l'arrivo di una fantomatica Switch Pro. Se i leak sono corretti, il futuro ibrido di Nintendo potrebbe affidarsi al DLSS di Nvidia, e sarà lì che la partita di Nintendo Switch si giocherà. Una nuova Switch, retro compatibile e in grado di gestire con più flessibilità le esigenze tecnologiche moderne, senza tradire la sua natura ibrida e la sua esperienza originale. O almeno, questo è ciò che ci auguriamo tutti (più o meno).
Per ora, il presente della console è tutto sui suoi giochi. Una partita potenzialmente già vinta, come lo è stato per gli ultimi cinque anni. La sensazione di stallo tecnologico può essere facilmente spazzata via, quando dalla tua hai esperienze divertenti, appassionanti e originali. In questo Nintendo è sempre stata maestra, e se siamo tutti qui ad attenderle dopo svariati anni non è di certo per l'avanguardia tecnologica di Switch. Piuttosto, per la sua originalità e per ciò che abbiamo vissuto, e vivremo ancora, in quello schermo da 7 pollici.