Con Steam Valve ha di fatto dato il via a una vera e propria rivoluzione, dapprima silenziosa ma che in seguito ha assunto proporzioni sempre più incredibili. Quello che vogliamo fare oggi, in occasione dei vent’anni della piattaforma, è ripercorrerne la storia: un percorso particolare che, passo dopo passo, ci ha portati verso un nuovo modo di concepire il medium videoludico.
Steam: agli albori di un mito
Siamo all’inizio del nuovo millennio, e l’industria del videogioco sta vivendo un periodo particolarmente florido della sua storia. La prima PlayStation, che ha cambiato per sempre il mondo dell’intrattenimento, si prepara a dar vita a un’erede che diverrà la console più venduta di sempre. Nintendo ha rivoluzionato il gaming portatile con le tante concezioni di Game Boy e non solo, mentre Microsoft si appresta a lanciare sul mercato la prima, indimenticabile Xbox.
Per non parlare dei tanti titoli capaci di suscitare, semplicemente nominandoli, emozioni davvero irripetibili: stiamo parlando dell’epoca di The Sims, Metal Gear Solid 2, Perfect Dark e Tony Hawk's Pro Skater 2 giusto per citarne alcuni. Una lista che sarebbe pressoché infinita, e che testimonia quanto il settore stesse davvero vivendo un momento d’oro sotto ogni punto di vista.
In questo scenario non manca il nome di Valve, software house di Washington che nel 1998 ha cambiato per sempre il mondo degli FPS pubblicando quel capolavoro senza tempo che risponde al nome di Half-Life. Un successo che le ha garantito un posto d’onore tra le grandi aziende dell’industria del gaming, e che non è stato che l’inizio di qualcosa di ancora più importante.
Spinto da una forte ambizione, oltre che dalla necessità di fornire agli utenti la possibilità di aggiornare in maniera automatica i videogiochi Valve, il team si mise al lavoro su una soluzione che avrebbe potuto davvero cambiare le carte in tavola. La diffusione delle reti internet ad alta velocità rese possibile concepire una piattaforma dove i giocatori potessero, muovendosi su un canale interamente digitale, acquistare i loro titoli preferiti attingendo da un catalogo di grandi dimensioni.
Lo sviluppo iniziò nel 2002 sotto il nome di “Gazelle” e, a seguito del rifiuto da parte di alcuni colossi come Microsoft e Yahoo! di supportare il progetto, Valve decise di muoversi in totale autonomia: l’idea era di dar vita non a un “semplice” portale di rivendita di videogiochi, ma a un ambiente dove i titoli stessi potessero ricevere aggiornamenti, patch e un canale diretto con l’utenza in maniera pressoché immediata.
Circa 300.000 giocatori presero parte alla fase di beta testing della piattaforma che, nel mentre, assumerà il nome con cui tutti noi oggi la conosciamo: Steam. Il giorno del lancio al pubblico, quel famigerato 12 settembre di vent’anni fa, rischiò però di tradurre il tutto in un disastro di dimensioni epiche: bug, rallentamenti e malfunzionamenti d’ogni genere arrivarono quasi a compromettere un evento epocale. Fortunatamente, Valve riuscì a controllare l’emergenza e a sistemare ogni cosa. Passo dopo passo.
Ha qui inizio una storia fatta di successi e, come anticipato, di grandissime rivoluzioni per tutta l’industria del videogioco. Nel novembre 2004 Half-Life 2 diventa il primo gioco a essere distribuito in digitale su Steam, la cui installazione era obbligatoria anche per coloro che acquistarono la copia fisica. Qualcuno storse sì il naso ma, a distanza di pochissimo tempo, i numeri diedero ragione a Valve: nel giro di 5 anni il gioco venderà più di 10 milioni di copie, ed è tutt’oggi ricordato da critica e pubblico come uno dei più grandi capolavori mai realizzati.
Nel frattempo Valve strinse accordi con publisher importanti come Capcom, Eidos, THQ, Ubisoft e molti altri: una strategia che porterà Steam a divenire LA piattaforma di riferimento per il PC gaming, che può contare oggi una media di 132 milioni di utenti attivi ogni mese. Nessuna realtà, nell’intera storia del gaming, può vantare cifre di questo tipo. Ma Gabe Newell e soci non si sono certo fermati, anzi…
Steam oggi: la nuova frontiera del gaming
Diventare la piattaforma numero uno al mondo nella distribuzione digitale di videogiochi? Un risultato eccellente e fuori da ogni immaginazione, ma non sufficiente a dire “ok, il nostro l’abbiamo fatto”. Valve non ha mai smesso di rincorrere e trovare nuovi spunti per innovare, cambiando ancora e sempre di più il corso della storia.
Nel settembre 2013 viene annunciato SteamOS, un sistema operativo basato su Linux e pensato appositamente per la riproduzione dei titoli presenti in piattaforma, e il concept finale dell’hardware Steam Machine: una serie di computer già assemblati e pronti per il gaming ad altissime prestazioni.
Quest’ultima non raggiunse risultati particolarmente degni di nota in termini di vendite, ma Valve non ha comunque smesso di investire tempo e risorse nel creare soluzioni di questo genere. Ne sono esempi Steam Link, tecnologia che permette agli utenti di trasmettere i giochi dalla Libreria di Steam del proprio PC su qualsiasi TV, e la console portatile Steam Deck lanciata sul mercato nel febbraio 2022.
Dal punto di vista tecnologico Steam ha insomma rivoluzionato in tutti i modi possibili e immaginabili, per un percorso di innovazione che sembra proprio non avere fine. Anche sotto l’aspetto culturale, però, troviamo un impatto davvero molto importante: la piattaforma targata Valve ha infatti contribuito in maniera notevole alla crescita esponenziale dell’industria del videogioco indipendente, grazie a una serie di programmi volti a promuovere questo settore così particolare a fondamentale per il mercato.
Per non parlare di quanto i saldi di Steam siano ormai divenuti un appuntamento in grado di catalizzare l’attenzione dei giocatori di tutto il mondo, un vero evento imperdibile trasformatosi negli ultimi anni quasi in una festa. E ancora potremmo parlare degli Steam Awards, che ogni anno incoronano i migliori titoli presenti in catalogo, o del servizio Steam Cloud Play che attualmente è fermo in una fase di Beta… Ma che potrebbe rivelarsi come l’ennesima innovazione da parte di un’azienda che ha lasciato un segno indelebile nella storia di questo medium e, possiamo dirlo, dell’intrattenimento in generale. Tanti auguri a Gabe Newell e soci per i primi vent’anni di quest’avventura, e come si dice in questi casi? Il meglio deve ancora venire.