Il 26 settembre del 1986, arrivava su Famicom (per la precisione sul suo sfortunato "Disk System") Akuma jÅ Dorakyura, ovvero "Il castello di Dracula", primo capitolo della straordinaria serie Konami che avrebbe poi preso il nome occidentale di Castlevania.
Sono oltre 30 anni che la famiglia Belmont (e noi con loro) combatte contro Dracula e le sue amenità, e sono oltre 30 anni che il brand, nonostante gli alti e bassi di produzioni non sempre all'altezza, infiamma il cuore dei giocatori con il suo mix di esplorazione, avventura, e fascinazione per il mito del vampiro gotico, così come è stato reimpostato dall'immaginario di Bram Stoker.
Con l'arrivo della serie animata di Netflix lo scorso anno (e di una seconda stagione ormai imminente), Castlevania è prepotentemente tornato alla nostra attenzione, seppur lontano dalle nostre console con un nuovo capitolo ormai dal 2014, anno in cui approdò sulla scorsa generazione il controverso Lords of the Shadow 2.
Dato l'amore per il brand, che cova in noi sin dalla più tenera età, abbiamo quindi deciso di dedicare a Castlevania questo piccolo speciale, attraverso le cui curiosità speriamo di "rianimare", anche in voi, l'amore non-morto per quello che è, a tutti gli effetti, uno degli ultimi grandi brand di Konami.
Citazioni cinematografiche
Con il tempo la serie Castlevania si è ispirata sempre di più al romanzo gotico di genere horror, andando a ripescare anche dal mito e dal folklore europeo per la creazione del suo bestiario, e del suo contesto narrativo.
Ma le cose, in origine, erano molto diverse. Il primissimo Castlevania nasce infatti come una sorta di grande citazione (o omaggio se preferite) al cinema di genere horror che va dagli anni '30 ai '60. Molte creature e scenografie si ispiravano infatti ai mostri dell'epoca, la cui comparsa più celebre è certamente quella del mostro di Frankenstein, chiamato così anche nei crediti del gioco fino a Symphony of the Night, quando il nome "Frankenstein" fu definitivamente rimosso.
Una piccola curiosità a supporto di questa tesi la si trova nel menù principale del primo Castlevania in cui una serie di quadrati nella parte alta e bassa dello schermo sembrano richiamare proprio le perforazioni di una pellicola cinematografica.
L'artwork di nudo
Questa è una cosa che non tutti sanno, ma il cd originale di Symphony of the night per la prima PlayStation (così come quello Saturn) conteneva un simpatico segreto. Era infatti possibile, come per pochi altri giochi dell'epoca, inserirlo in un PC per avere così accesso a contenuti dedicati.
Era infatti possibile accedere a cartelle contenenti alcuni file del gioco, tra cui una ricca serie di artwork dedicati a diversi personaggi.
Tra Alucard, Dracula e qualche altra amenità, quello che fece scalpore fu l'immagine di un demone donna (una succube per la precisione) con il seno completamente al vento e senza alcuna censura.
Il gioco era stato classificato "for teen", quindi senza la specifica relativa a contenuti di nudo integrale e non, e pertanto quando si scoprì la demonessa in topless partì subitamente un'aspra critica verso Konami. L'artwork non è stato mai più utilizzato nella sua versione originale, e in quei rarissimi casi in cui è stato mostrato, fu prontamente editato per coprire la nudità.
Ancora segreti
Sempre parlando dei segreti del disco di Symphony of the Night per PlayStation, inserendolo all'interno di un lettore cd o dvd è possibile utilizzarlo per ascoltare le tracce audio presenti nel gioco, proprio come se fosse un disco dedicato alla colonna sonora. Se la cosa di per sé è già abbastanza intrigante, è ancora più curioso scoprire che così facendo si ha accesso a due tracce audio del tutto inedite.
La prima è costituita dalla voce dell'attore di Alucard (inglese o giapponese a seconda del disco) che invita l'utente a non accedere, tramite il lettore audio, alla cartella contenente i file di gioco. La seconda è invece una vera e propria traccia musicale, inedita e senza nome, che tuttavia non è presente in alcuna parte del gioco! L'unico modo di ascoltarla, insomma, era di inserire il disco in un lettore audio.
Quanti ne sono usciti?
Castlevania è una delle serie più longeve del mondo dei videogame, e certamente la più longeva in assoluto in casa Konami. Senza considerare le riedizioni, può contare ad oggi oltre 30 titoli, ed è una delle poche serie Konami ad essere uscita su ogni piattaforma nota, compresi i cabinati delle sale giochi e le slot machine del pachinko!
A ciò si uniscono almeno 3 compilation contenenti i precedenti titoli, nonché almeno 4 titoli noti di cui lo sviluppo fu poi cancellato. Considerando anche i porting tra le diverse console (ma non le edizioni nate direttamente in formato multipiattaforma), la serie Castlevania è stata sugli scaffali la bellezza di quasi 60 volte.
Il pachinko erotico
Sarà la moda loli-goth tanto in voga nel Sol Levante, o forse chissà quale depravazione vampiresca, fatto sta che parlando di pachinko e fan service, dopo le critiche ricevute per l'artwork seminudo, Konami è finita di nuovo nel vortice delle critiche nel più recente 2015, e sempre in connessione al brand Castlevania.
La società, da sempre attivissima nel mercato del pachinko (come Sega del resto), ha infatti ben pensato di mettere nelle sale giochi giapponesi, proprio qualche anno fa, una slot machine il cui focus era quello di promettere al giocatore/spettatore una "violenza erotica".
In sostanza i video in 3D che si inframezzavano sulla slot machine erano pieni di demonesse in abiti succinti e volti ammiccanti, con le inquadrature ben attente a dare ampio spazio a fondoschiena e scollature.
Konami è stata aspramente criticata per la sua discutibilissima scelta ma, a questo giro, essendo il pachinko un gioco d'azzardo riservato esclusivamente agli adulti, le critiche non hanno avuto altro effetto che una generale indifferenza.
E Miss Dronio?
Considerato unanimamente il miglior episodio della serie, nonché l'artefice di quel genere che, assieme a Super Metroid, ha dato il via al genere dei "metroidvania", Symphony of the Night aveva dalla sua un gameplay raffinato e ricchissimo, nonché un protagonista decisamente affascinante: Alucard, il figlio di Dracula.
Tra le abilità di Alucard, oltre ad una grande agilità e innate doti di combattimento, anche la capacità di trasformarsi e di evocare dei piccoli e utili alleati, "i famigli". Nella versione nostrana i famigli di Alucard erano solo due, il demonietto (Devil) e la fatina (Faerie).
La cosa curiosa è che nella versione originale di famiglio ce n'era un terzo, ovvero il curiosissimo "nose devil" o "demone nasone". Questi aveva le stesse funzioni del demonietto (la capacità di interagire con tasti irragiungibili per Alucard), con la differenza di sfoggiare un grosso naso e due baffi a punta.
Il motivo? Il nose devil altro non era che un omaggio al personaggio di Boyakki, villain del Trio Drombo del cartone animato Yattaman.
Snake? SNAAAAKE!
Quello che era il team originale di Castlevania non è più parte di Konami da tempo, ed anzi il suo storico produttore Koji Igarashi, ha preso la sua strada con una serie indipendente, fortemente ispirata a Castlevania, chiamata Bloodstained.
Ma che ne fu del team originale? Dopo l'uscita di Castlevania III: Dracula's Curse il team, per decisione di Konami, fu slegato dal progetto Castlevania, e riassegnato ad un nuovo lavoro. Lo sviluppo fu quello di Snake's Revenge, primo titolo apocrifo della serie Metal Gear, pensato appositamente per il mercato occidentale.
La cosa curiosa è che il creatore di Metal Gear, Hideo Kojima, non seppe nulla del progetto quasi fino al suo completamento, che lo portò poi a progettare, quasi per ripicca, il vero sequel del suo gioco, ovvero Metal Gear 2: Solid Snake.
Kojima ha sempre odiato Snake's Revenge, nonostante il buon successo di vendite e il feedback positivo del pubblico. Ancor più divertente fu poi che anni ed anni dopo, lo stesso Kojima, sarebbe stato incluso in un progetto di Castlevania come producer del primo Lords of Shadow.
Il cuore delle carte
Magari lo saprete, ma il brand di carte collezionabili Yu-Gi-Oh appartiene a Konami. Proprio per questo, di tanto in tanto, alcune carte da gioco contengono citazioni più o meno palesi ad alcune delle più note serie di videogame della casa nipponica, e Castlevania non fa ovviamente eccezione.
La carta "Vampire Hunter", oltre che nel nome, contiene infatti una citazione grafica del gioco, presentando un cacciatore di vampiri i cui abiti ricordano quelli di Alucard, e con in mano una frusta, arma tipica della famiglia Belmont. Sullo sfondo un castello, le cui fattezze ricordano moltissimo il castello di Dracula così come appariva negli artwork dei primi titoli della serie.
Le statue moai
Si chiamano "moai" le tipiche statue dell'Isola di Pasqua, ovvero i faccioni in pietra oggetto da tempo immemore di studi e teorie più o meno fantasiose.
Ebbene Konami ha da sempre una certa fascinazione per le statue Moai, tanto da averle nascoste in alcuni suoi titoli dell'epoca. Il più celebre è certamente Gradius, dove le moai sono dei nemici con cui spesso fare i conti, ma anche in Castlevania è possibile trovarne qualcuna in diversi giochi. Le più note nella serie sono quelle contenute nel primo episodio, una volta completato il gioco e cominciatolo da capo, è possibile trovarne tre. Una nel secondo stage, e due nel terzo.
Il film mai girato
Hollywood ha sempre mostrato un certo interesse per la serie Castlevania, complice il trend dei vampiri che mai e poi mai è passato di moda. Ebbene ad oggi un film di Castlevania non esiste, ma c'è mancato davvero poco.
Annunciato nel 2005 per la regia di Paul W.S. Anderson (Resident Evil), il film ha avuto uno sviluppo travagliatissimo che lo ha portato ad essere annullato nel 2009, nonostante fosse pronta la sceneggiatura, e fosse persino cambiato il regista.
Passato nelle mani di Sylvain White (proprio di recente al cinema con Slender Man), il film è stato più volte fermato e riavviato, salvo poi finire completamente nel dimenticatoio proprio nel 2009, a causa di una combinazione di scioperi, incertezze di produzione, e problemi di cast.
La cosa curiosa è che mentre si annullava il primo film, se ne annunciò nello stesso anno uno nuovo, con alla regia James Wan (Saw) e con Anderson nelle vesti di produttore. Annunciato al Comic-con di San Diego del 2009, il film è sparito quasi subito dai riflettori, e non essendoci alcuna notizia è oggi considerato cancellato.