Aggiornamento del 13-06-2018
Il Senato degli U.S.A. si è espresso contro l'accordo tra ZTE e il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti. In settimana sarà infatti votato un emendamento, sostenuto sia dai democratici che dai repubblicani, relativo al National Defense Authorization Act (NDAA), vale a dire la legge di bilancio per il Dipartimento della Difesa. In essa sarà contenuta una norma che sarebbe in grado di stoppare l'intesa raggiunta dall'azienda cinese, con tanto di ripristino delle sanzioni.
Ovviamente, alla sempre più probabile approvazione dell'emendamento da parte del Senato, dovrà seguire quella della Camera, senza dimenticare il passaggio alla Casa Bianca che, in questo scenario, diventerebbe uno step cruciale. Insomma, nonostante l'accordo raggiunto tra ZTE e il Dipartimento del Commercio, la questione sembra essere ancora lontata da una soluzione definitiva.
ZTE potrà tornare in attività. L'azienda cinese ha infatti raggiunto un accordo con il Governo degli Stati Uniti, che le consentirà di bypassare la pesante sanzione ricevuta ad aprile. Ad annunciarlo è stato Wilbur Ross, Segretario al Commercio degli USA, che ha reso noti i dettagli all'interno di un'invervista rilasciata al network CNBC.
Come ricorderete, a causa della violazione dell'embargo nei confronti dell'Iran e del premio riconosciuto ai dipendenti coinvolti nella vicenda, ZTE era stata condannata a una multa da 890 milioni di dollari e a non poter utilizzare componentistica statunitense per ben 7 anni. Una misura, quest'ultima, che ha costretto l'azienda cinese a interrompere le attività su scala globale.
Dopo l'intervento diretto del Presidente Trump, che ha cercato di trovare un accordo con l'omologo cinese Xi Jinping, a cui è seguito il diniego del Congresso USA, ecco oggi arrivare la conclusione della vicenda. ZTE dovrà infatti pagare una sanzione da 1 miliardo di dollari, versare 400 milioni di dollari in un fondo, rinnovare completamente il CDA e il management nel giro di 30 giorni. Ma non è tutto.
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Al suo interno infatti dovrà esserci anche un team per la compliance, i cui membri saranno scelti direttamente dagli Stati Uniti. Di contro gli azionisti ZTE dovranno occuparsi del rinnovamento del CDA e del management. Insomma, misure certamente pesanti, ma con le quali l'azienda cinese potrà avviare nuovamente le proprie attività.
Una questione dunque che rilancia ulteriormente quella che è l'inevitabile rivalità tra Cina e Stati Uniti negli ambiti più disparati, tra cui spicca quello dell'elettronica. Non ci sono dubbi infatti che il Paese del dragone stia contendendo a quello a stelle e strisce la leadership nel settore tecnologico, e l'attenzione del Governo di Trump verso alcune aziende cinesi (anche Huawei sembra essere sotto indagine da parte del Dipartimento di Giustizia degli USA) va letta in quest'ottica.
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