La presentazione di Xiaomi Mi Mix Alpha, tenutasi nella giornata di ieri, ha portato con sé un acceso dibattito attorno a questo nuovo smartphone dell'azienda cinese. Il fatto che un prodotto simile, caratterizzato da una scocca quasi interamente avvolta dal display, potesse far discutere non è certo una sorpresa. Anzi, appare evidente come l'intento del gigante di Pechino fosse proprio far parlare il più possibile del dispositivo, un po' come avvenne con il Mi Mix di prima generazione. Con una differenza sostanziale però.
Facciamo un salto indietro nel tempo, esattamente al 25 ottobre 2016, quando Xiaomi presentò il Mi Mix di prima generazione. All'epoca l'azienda cinese stupì tutti con un design borderless ancora inedito e alcune soluzioni tecniche - come l'eliminazione della capsula auricolare a favore di una propagazione del suono attraverso lo schermo - destinate a diventare uno standard negli anni successivi, specie nei top di gamma.
Ecco, è proprio quest'ultimo aspetto che sembra mancare nel Mi Mix Alpha. Il design borderless della prima generazione non era fine a se stesso, tant'è che dal 2017 iniziarono a diffondersi a macchia d'olio gli smartphone con cornici ridotte, che hanno ormai letteralmente invaso il mercato. Pensiamo inoltre a prodotti come il P30 Pro di Huawei, uno dei migliori top di gamma del 2019, anch'esso privo di capsula auricolare, con il display a veicolare l'audio in chiamata.
Insomma, nel 2016 Xiaomi ha introdotto soluzioni che, a distanza di tre anni, sono state abbracciate da tutto il mercato. E allora ecco sorgere i dubbi, almeno dal mio punto di vista, in merito all'effettiva utilità di uno smartphone come il Mi Mix Alpha. Intendiamoci, un piccolo gioiello tecnico, che dimostra per l'ennesima volta, se mai ce ne fosse ancora bisogno, il grado di ingegnerizzazione raggiungibile dall'azienda cinese, inseritasi ormai stabilmente nella top 5 dei produttori di telefonia.
Il punto però è che un form factor del genere, con il display che avvolge la scocca anche sul retro, pone immediatamente una serie di interrogativi. Il primo, neanche a dirlo, è certamente relativo all'ergonomia, considerando come lo schermo sia presente anche sulle cornici laterali. Una potenziale criticità tranquillamente aggirabile lato software (magari disattivando porzioni del pannello a seconda delle esigenze), ma che comunque fa sorgere qualche perplessità nell'utilizzo quotidiano.
C'è poi la questione legata all'autonomia, dovendo la batteria da 4.050 mAh alimentare praticamente due display. Infine, continua a sfuggirmi la reale utilità di avere a disposizione due schermi che, badate bene, non possono essere affiancati come avviene con gli smartphone pieghevoli. Con questi ultimi infatti - che comunque stanno attraversando problemi di vario genere a seconda dei modelli e vanno certamente affinati - è possibile avere a disposizione un unico grande pannello in stile tablet, con tutti i vantaggi che questo comporta per la fruizione di determinati contenuti.
La sensazione è che Xiaomi, con il Mi Mix Alpha, abbia un po' snaturato questa gamma. Sarà il tempo però a dirci se il particolare form factor di questo dispositivo possa rappresentare o meno il futuro. È la medesima dinamica ormai ampiamente diffusa nel settore smartphone, che sta evidentemente attraversando un fase di stallo, in buona parte dovuta all'assenza di innovazione, che non sia semplicemente fine a se stessa.
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