Xiaomi Mi 9T Pro recensione: un nuovo best buy, ma che confusione!

Recensione Xiaomi Mi 9T Pro, smartphone Android basato sul SoC Snapdragon 855 di Qualcomm. Arriva in Italia a 449,90 euro con 6 GB di RAM.

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a cura di Saverio Alloggio

La logica che ha spinto Xiaomi a realizzare il Mi 9T Pro è di difficile comprensione. Se da una parte siamo di fronte all'ennesimo best buy, dall'altra si tratta di uno smartphone che, inevitabilmente, farà concorrenza al Mi 9 della stessa azienda cinese. Con quest'ultimo infatti condivide buona parte della scheda tecnica, differenziandosi essenzialmente per il design.

Questo aspetto - ovvero quello della sovrapposizione dei modelli - rappresenta l'unica ombra dell'avventura europea di Xiaomi che, ad oggi, si è rivelata un successo. Il Redmi Note 7 è diventato rapidamente uno dei best seller del 2019 (disponibile su Amazon a meno di 200 euro), il Mi 9 è stato a più riprese in vetta alle classifiche di vendita di Amazon, senza dimenticare la commercializzazione, anche dalle nostre parti, dei vari dispositivi dell'ecosistema Mi: lampadine smart, veicoli elettrici, kit di sorveglianza, accessori vari, solo per citarne alcuni.

Il Mi 9T Pro sarebbe stato il dispositivo perfetto da immettere sul mercato come facente parte della serie "Redmi". Questo avrebbe permesso una più chiara differenziazione con il Mi 9 e, molto probabilmente, anche un posizionamento di prezzo più basso. Intendiamoci, i 449 euro richiesti di listino rappresentano una cifra eccellente rispetto a quanto offerto da questo smartphone, ma il punto è comprendere da che parte si orienterà la scelta dell'utente finale.

Design e display, due facce della stessa medaglia

Il design del Mi 9T Pro ruota attorno al meccanismo a scomparsa della fotocamera anteriore. Quest’ultima infatti, una volta selezionata dall’applicazione apposita, fuoriesce automaticamente dal bordo superiore. Una soluzione già vista a bordo di altri smartphone come il P Smart Z di Huawei o il OnePlus 7 Pro ma che, nel caso del dispositivo Xiaomi, non brilla in quanto a velocità: serve infatti qualche attimo di troppo affinché il sensore sia pronto – ad esempio – per scattare un selfie, e questo fa perdere un po’ l’immediatezza di utilizzo.

L’azienda cinese ha comunque messo a punto un meccanismo decisamente scenografico. La fotocamera anteriore infatti è attorniata da LED rossi, che si illuminano quando il sensore fuoriesce dal bordo superiore e fungono da LED di notifica quando è richiuso. Xiaomi parla di 300.000 aperture garantite, la soluzione sembra assolutamente solida ma, come sempre in questi casi, è impossibile poter esprimere un parere circa la tenuta nel tempo. Avremo modo di ritornare su questo punto nei prossimi mesi.

In ogni caso, grazie alla fotocamera a scomparsa, la parte anteriore del Mi 9T è occupata quasi interamente dal display, caratterizzato peraltro da cornici ridotte. Si tratta di un pannello AMOLED da 6,39 pollici e risoluzione Full-HD+, sicuramente uno dei punti di forza di questo smartphone: si vede perfettamente all’aperto, la luminosità è elevata, gli angoli di visuale ottimi, la resa cromatica convincente. Avere a disposizione uno schermo del genere in questa fascia di prezzo non è assolutamente scontato.

C’è inoltre la funzionalità Ambient Display che consente, con lo smartphone in stand-by, di visualizzare sullo schermo orario e carica della batteria. In più, Xiaomi ha integrato direttamente nel pannello il sensore biometrico, che funziona davvero molto bene. L’impronta viene infatti riconosciuta sempre al primo colpo, e lo sblocco è praticamente immediato. Da questo punto di vista, l’azienda cinese sta continuando a migliorare questa tecnologia, e i risultati sono tangibili.

Per il resto, il Mi 9T è uno smartphone che, a livello costruttivo, restituisce sensazioni di alto livello. La scocca è realizzata in vetro, con una trama “zigrinata” sul retro, poco evidente nella colorazione Carbon Black (ritratta nelle immagini) ma decisamente più d’impatto nelle altre due varianti cromatiche (Glacier Blue e Red Flame). Il dispositivo si tiene bene in mano, non è particolarmente scivoloso, i pulsanti fisici (volume e accensione) si raggiungono bene con le dita.

Il peso di 191 grammi è forse un po’ eccessivo considerando la diagonale dello schermo, e si sente tutto. Non è comunque utopistico pensare di utilizzarlo con una sola mano e la sporgenza delle tre fotocamere posteriore è talmente limitata da non creare problemi in termini di ergonomia. In ogni caso, Xiaomi inserisce nella confezione di vendita una cover in policarbonato opaco che, oltre a eliminare questa sporgenza, aumenta il grip generale. Manca purtroppo la certificazione di impermeabilità.

Prestazioni da vero top di gamma, autonomia convincente

Xiaomi ha giocato sul sicuro con il Mi 9T Pro, integrando il processore Snapdragon 855 di Qualcomm, uno dei migliori di questo 2019, estremamente diffuso tra gli smartphone top di gamma. In più, in questo dispositivo è affiancato a ben 6 Gigabyte di RAM, per cui poco da dire sul versante performance (lo storage è parti a 128 GB, purtroppo non espandibili).

Particolarmente efficace anche la dissipazione del calore, che praticamente si percepisce mai al tatto attraverso la scocca posteriore. Questo è possibile grazie all'integrazione di un sistema basato su 8 strati di grafite, che svolgono egregiamente il loro dovere: anche durante le sessioni di gaming, il corpo del Mi 9T Pro rimane tutto sommato freddo, senza dunque raggiungere temperature degne di nota.

Parte del merito va anche alla solita ottimizzazione software. A bordo c’è Android 9 personalizzato la MIUI 10, interfaccia che, a mio parere, rimane una delle migliori nel panorama del robottino verde. Mi 9T Pro sarà certamente aggiornato ad Android Q, aspetto da non sottovalutare in fase d'acquisto e comunque non così scontato per uno smartphone da 450 euro.

Buone notizie dall’autonomia. La batteria da 4.000 mAh, con il mio utilizzo (misto tra LTE e Wi-Fi, 2 account mail in push, centinaia di notifiche dai social ed app di messaggistica istantanea, oltre 2 ore di telefonate), mi ha permesso di coprire 20 ore lontano dalla presa elettrica  a fronte di oltre 5 ore di schermo accesso. In più, c’è la ricarica rapida a 25W, per la quale è però necessario acquistare un caricabatterie a parte.

Il comparto audio non fa gridare al miracolo. L’altoparlante mono ha un volume abbastanza elevato, che però distorce un po’ al massimo e non offre una particolare qualità. Nella media l’esperienza in chiamata così come la ricezione (c’è la banda 20). Completa la connettività: Wi-Fi ac dual-band, Bluetooth 5.0, NFC, GPS A-GLONASS BDS Galileo, jack audio da 3.5 mm. Peccato che Xiaomi non abbia integrato anche il sensore a infrarossi, solitamente presente sugli smartphone dell’azienda cinese.

Comparto fotografico: tanta versatilità

Sul retro ci sono tre sensori: il principale da 48 Megapixel f/1.75 (è sempre il Sony IMX582), il secondario da 13 Megapixel grandangolare a 125°, il terzo da 8 Megapixel teleobiettivo, che abilita uno zoom ottico a 2X grazie alla differente lunghezza focale. La fotocamera anteriore è invece da 20 Megapixel con obiettivo f/2.2, e ci sono ottime notizie anche per quanto riguarda i video: possono essere registrati fino alla risoluzione 4K 60 fps, e c’è anche la modalità super slow-motion a 960 fps.

In cosa si traducono tutti questi “numeri”? In diurna gli scatti sono di ottimo livello, in notturna subentra un po’ di rumore digitale, specie con il grandangolare. La cosa è nettamente più attenuata con il sensore principale da 48 Megapixel, e anche lo zoom ottico 2X lavora tutto sommato bene con poca luce. Certo, siamo lontani, ad esempio, dai risultati del P30 Pro di Huawei, ma abbiamo difronte uno smartphone che costa esattamente la metà, un aspetto da non sottovalutare.

Davvero molto belli gli scatti con modalità ritratto, che riescono a offrire un effetto bokeh decisamente convincente. In generale comunque il comparto fotografico convince appieno, soprattutto considerando la fascia di prezzo in cui è inserito il Mi 9T Pro. Discorso analogo per i video e per gli scatti attraverso la fotocamera anteriore, anch'essa dotata della modalità ritratto: il soggetto viene “scontornato” in maniera efficace, anche se c’è qualche difficoltà in presenza di tanti dettagli.

Conclusioni: chi dovrebbe acquistarlo?

Una parte delle specifiche tecniche del Mi 9T Pro sono da vero top di gamma. Poter acquistare questo smartphone a 449,90 euro (prevendite dal 26 agosto, vendite dal 2 settembre) rappresenta l'ennesima prova di forza da parte di Xiaomi, che continua a dimostrare come sia effettivamente possibile proporre la tecnologia a un prezzo adeguato. Chi è alla ricerca di un dispositivo su questa fascia di prezzo, deve certamente fare un pensiero alla nuova creatura dell'azienda cinese.

Quale può essere la motivazione per acquistare il Mi 9T Pro anziché il Mi 9? Evidentemente la logica dell'azienda cinese è stata quella di differenziare i due smartphone in relazione al design, ed è proprio la parte estetica la chiave di volta in fase di scelta: se siete alla ricerca di un design più "particolare", puntate al primo; se invece preferite un aspetto estetico più "classico", fare riferimento al secondo.

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