È possibile acquistare uno smartphone top di gamma di nuova generazione a 450 euro? Si, grazie al Mi 9 di Xiaomi. L'azienda cinese, anche quest'anno, è riuscita a piazzare il colpo sul mercato, con un prodotto caratterizzato da un ottimo rapporto qualità/prezzo, proposto a meno della metà dei diretti concorrenti. Non è tutto oro quel ciò che luccica però, e chi acquista questo dispositivo deve essere consapevole di alcuni compromessi a cui va incontro. A cominciare dalla parte software.
Chiariamo subito un aspetto. Abbiamo tra le mani lo Xiaomi Mi 9 dal giorno prima della presentazione ufficiale per il mercato europeo. Nel corso di queste tre settimane di prova sono stati distribuiti diversi aggiornamenti, che stanno progressivamente migliorando il software. Ci sono però ancora alcuni bug che infastidiscono nell'utilizzo quotidiano, su cui l'azienda cinese dovrà inevitabilmente lavorare.
Siamo comunque difronte a un potenziale best-buy del 2019. Sarà praticamente impossibile, nel corso dell'anno, poter acquistare uno smartphone basato sullo Snapdragon 855 di Qualcomm a 450 euro al day-one. In un mercato in cui i dispositivi premium hanno ormai varcato la soglia psicologica dei 1.000 euro, Xiaomi riesce ancora a proporre "tecnologia alla portata di tutti", come recita il claim del profilo Instagram ufficiale dell'azienda cinese.
Software e prestazioni, due facce della stessa medaglia
La questione relativa al software del Mi 9 è complessa. È ovviamente basato su Android 9 Pie, personalizzato con la MIUI 10.12. Personalmente la ritengo, assieme alla One UI di Samsung, la migliore interfaccia grafica nel panorama del robottino verde. Negli ultimi due anni, al netto dei cambiamenti estetici, non ha subito particolari miglioramenti, ma le funzionalità offerte e, soprattutto, l'ottimizzazione sulla piattaforma hardware fanno sempre la differenza.
Mi 9 è un fulmine in qualsiasi circostanza. Lo Snapdragon 855, che già prometteva bene nei benchmark, riesce davvero a dare il meglio di sé in questo smartphone, nel quale tra l'altro è abbinato a 6 Gigabyte di RAM e a 64/128 GB di memoria interna (non espandibile). Anche quando viene messa sotto stress, magari durante le sessioni di gaming, la nuova creatura di Xiaomi si fa trovare sempre pronta.
In questo scenario mi è sembrato quasi paradossale riscontrare alcuni piccoli bug proprio nel software: le notifiche continuano a fare le bizze in abbinata al notch negli smartphone Xiaomi; la gestione delle Instagram Stories è deficitaria, con evidenti rallentamenti nella fruizione; il sensore biometrico, posizionato nel display, in alcuni casi fa fatica a riconoscere le impronte e, soprattutto, capita che possa sovrapporsi alle schermate in cui viene richiesta l'autenticazione con il PIN numerico. Sono solo alcuni esempi delle anomalie riscontrate.
È evidente come si tratti di un software ancora acerbo. Probabilmente, da questo punto di vista, il Mi 9 avrebbe avuto bisogno di ancora un paio di mesi prima di essere commercializzato. Tra l'altro, queste anomalie spesso si sono riflesse sull'autonomia, con applicazioni come Whatsapp, Instagram e Facebook che, in alcune giornate, si sono attestate su un consumo compreso tra il 40 e il 50% della batteria. Anche in questo caso, un evidente bug su cui verrà certamente messa una pezza, ma che allo stato attuale può compromettere l'esperienza.
In ogni caso, nelle giornate in cui non si è presentato questo bug e con il mio solito utilizzo (misto tra LTE e Wi-Fi, 2 account mail in push, centinaia di notifiche dai social ed app di messaggistica istantanea, oltre 2 ore di telefonate), sono riuscito a coprire circa 21/22 ore lontano dalla presa elettrica a fronte di 4 ore di schermo accesso. Un buon risultato, nonostante la batteria non sia particolarmente capiente (3.300 mAh). Xiaomi comunque ci ha ormai insegnato, da questo punto di vista, come sia proprio l'ottimizzazione a fare la differenza. Non mancano comunque ricarica rapida e wireless.
Display e fotocamera, la distanza dai top si è ridotta
Sarebbe comunque riduttivo valutare il Mi 9 solo in relazione alla parte software, perché è uno smartphone in grado di offrire molto. A cominciare proprio dall'ottimo schermo da 6,39 pollici che domina la parte frontale. Si tratta di un pannello Super AMOLED, caratterizzato da risoluzione di 1.080 x 2.340 pixel e rapporto di forma in 19.5:9. Poco da dire su questo schermo: ottima luminosità, eccellente visibilità all'aperto, resa cromatica convincente. Rispetto a quanto ci ha abituati in passato, Xiaomi ha compiuto un vero salto di qualità in quest'ambito.
Peraltro il display è certificato HDR10, per cui massima qualità per la riproduzione dei contenuti delle piattaforme di streaming. In più, il notch a goccia (ospita solo la fotocamera frontale da 20 Megapixel) è discreto e sottrae meno superficie per la visione dei video, e lo schermo è protetto da un vetro Gorilla Glass 6, per cui dovrebbe essere particolarmente resistente a cadute e urti accidentali.
Discorso analogo per la parte fotografica. Questa volta Xiaomi ha scelto una configurazione posteriore a tre sensori: il principale da 48 Megapixel con obiettivo f/1.8; il secondario da 12 Megapixel f/2.2 teleobiettivo, che abilita uno zoom ottico 2X; il terzo da 16 Megapixel f/2.2 grandangolare. Una scelta, questa dell'azienda cinese, che mette a disposizione dell'utente tanta versatilità a seconda delle esigenze di utilizzo.
Il sensore principale da 48 Megapixel garantisce ottimi scatti sia in diurna che in notturna (in questo caso caso subentra un po' di rumore digitale). La possibilità di utilizzare lo zoom ottico 2X fa la differenza in tante circostanze, mentre il sensore grandangolare è sempre divertente da utilizzare, anche se soffre di più con poca luce. In generale, ho trovato miglioramenti importanti rispetto alle prestazioni fotografiche del predecessore Mi 8, soprattutto nella registrazione dei video. Il Mi 9 è stato indicato da DxO Mark come uno dei migliori smartphone nella realizzazione dei filmati, e personalmente sono d'accordo con questa valutazione.
Mi 9 realizza dei video eccellenti, a prescindere dalle condizioni ambientali. I filmati possono raggiungere la risoluzione 4K a 60 fps, e in più non manca la modalità super slow-motion a 960 fps, con la risoluzione in questo caso che si abbassa al Full-HD. Buone anche le fotografie scattate dalla fotocamere anteriore da 20 Megapixel, tra l'altro assistita dalle solite funzionalità software (modalità ritratto, sfocatura ecc...).
Infine, poco da dire sulle parte costruttiva. Il Mi 9 è realizzato interamente in vetro, una scelta che comunque non compromette l'ergonomia. Si tiene bene tra le mani, il peso di 173 grammi è tutto sommato contenuto considerando la diagonale dello schermo, e la sensazione al tatto è quella di un prodotto premium. Peccato per la sporgenza della tripla fotocamera posteriore (che però viene in buona parte eliminata dalla cover inclusa in confezione) e per l'assenza di una certificazione di impermeabilità. La colorazione che vedete ritratta nelle immagini è quella chiamata Piano Black, ma in Italia dovrebbero arrivare anche le varianti cromatiche Lavender Violet e Ocean Blue.
Conclusioni: chi dovrebbe acquistarlo?
Tiriamo le somme. Il Mi 9 è un prodotto validissimo, al netto della parte software non ancora matura. Averlo posizionato a 449,90 euro fin da subito rappresenta un'importante prova di forza per Xiaomi. Non a caso, lo smartphone è immediatamente balzato in vetta alle classifiche di vendita di Amazon Italia, e c'è da scommettere che sarà uno dei best seller dell'azienda cinese nel 2019.
È il prodotto ideale per chi è alla ricerca di prestazioni da vero top di gamma, senza però voler spendere cifre da capogiro. Probabilmente chi bada a particolari dettagli hardware (stabilizzazione ottica, jack audio ecc...) o software (disponibilità di tutti i servizi in Italia, alcune funzionalità specifiche ecc...) dovrà guardare altrove, spendendo però necessariamente di più. Nella fascia di prezzo compreso tra i 400 e i 500 euro, è attualmente il dispositivo da battere.