Xiaomi è pronta ad abbandonare Qualcomm e MediaTek?

Il chipset proprietario Xiaomi Xring potrebbe arrivare molto presto, anche se non si escludono ritardi.

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a cura di Luca Zaninello

Managing Editor

La corsa ai chip proprietari si arricchisce di un nuovo concorrente: Xiaomi sta per rientrare nell'arena dominata da Google e Apple con il suo processore Xring. Secondo recenti indiscrezioni, il colosso cinese dell'elettronica di consumo svelerà il suo nuovo system-on-chip (SoC) proprietario già nel mese di maggio, segnando un punto di svolta nella strategia dell'azienda che finora ha fatto principalmente affidamento su fornitori esterni. 

L'informazione proviene dall'insider Fixed Focus Digital che su Weibo ha indicato la terza decade di maggio come periodo probabile per la presentazione, pur avvertendo che potrebbero verificarsi ritardi nell'annuncio ufficiale.

La mossa di Xiaomi si inserisce in un contesto di crescente competizione nel mercato dei semiconduttori per dispositivi mobili, con l'imminente arrivo dello Snapdragon 8 Elite Gen 2 di Qualcomm e del Dimensity 9500 di MediaTek. Diversamente da questi concorrenti di punta, tuttavia, il chip Xring non dovrebbe utilizzare il processo produttivo a 3 nanometri di seconda generazione di TSMC, optando invece per una soluzione più conservativa.

Secondo le informazioni trapelate nelle scorse settimane, Xiaomi avrebbe scelto il processo produttivo N4P a 4 nanometri di TSMC per il suo Xring, benché circolino anche voci contrastanti che parlano di un possibile utilizzo del nodo a 3nm. A differenza dello Snapdragon 8 Elite, che implementa i core Oryon sviluppati internamente da Qualcomm, il chip di Xiaomi dovrebbe affidarsi alle attuali architetture CPU di ARM, con il core principale Cortex-X925 operante a una frequenza di 3,20GHz.

Il processo di sviluppo di un chip proprietario rappresenta una sfida tecnologica ed economica considerevole. Il solo processo di tape-out (verifica finale del design) può costare milioni di dollari, un investimento significativo anche per un'azienda delle dimensioni di Xiaomi. Un report precedente aveva suggerito che il tape-out del SoC sarebbe stato completato con successo verso la fine del 2024.

L'indipendenza tecnologica ha un prezzo che non tutti possono permettersi

Diversi fattori potrebbero aver spinto Xiaomi a optare per una soluzione tecnologica meno avanzata rispetto ai suoi concorrenti diretti. Oltre ai costi elevati associati ai processi produttivi all'avanguardia, esiste anche il rischio di sanzioni commerciali da parte dell'amministrazione statunitense. L'esperienza di Huawei, la cui crescita è stata drasticamente frenata dalle restrizioni imposte dal governo USA, potrebbe aver indotto Xiaomi a procedere con maggiore cautela nell'implementazione di tecnologie avanzate.

L'annuncio di Xring rappresenterebbe comunque un passo decisivo verso l'autosufficienza tecnologica per Xiaomi, riducendo potenzialmente la sua dipendenza da fornitori come Qualcomm e MediaTek. Questa mossa strategica potrebbe consentire all'azienda di controllare meglio la propria catena di approvvigionamento e personalizzare maggiormente l'esperienza utente sui propri dispositivi, seguendo l'esempio di Apple e dei suoi chip M-series. Non è la prima volta che Xiaomi prova a cimentarsi in questo campo, con il SoC Xiaomi Pinecone Surge S1 lanciato nel febbraio 2017.

Nonostante le informazioni preliminari, molti dettagli sul chip Xiaomi Xring rimangono avvolti nel mistero. L'annuncio ufficiale potrebbe finalmente fare luce sulle reali capacità e sul posizionamento di mercato di questo nuovo processore, potenzialmente ridisegnando gli equilibri nel settore dei semiconduttori per dispositivi mobili e aprendo la strada a una competizione più intensa che potrebbe tradursi in benefici per i consumatori.

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