Aggiornato | Vicenda Vodafone, nessun risarcimento record da 200 mila euro

Vodafone costretta a versare un maxi-risarcimento da 200 mila euro in favore di un cliente: non gli avrebbe permesso di cambiare gestore.

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a cura di Rossella Pastore

È notizia degli ultimi giorni quella del risarcimento record di Vodafone in favore di un (ex) cliente, un risarcimento pari a quasi 200 mila euro per una vicenda risalente al 2009 e che sarebbe costata cara all'operatore.

Secondo lo studio legale di Latiano (Brindisi) al quale l'utente si è rivolto e che ha diffuso la nota stampa, si tratterebbe del più alto risarcimento riconosciuto in Italia rispetto a un consumatore. Vodafone, però, ha voluto precisare la vicenda.

È stato proprio lo studio Montesardi – nelle persone di Filomeno Montesardi, Margaux Monteardi, Ivana Passaro e Rosalia Longo, tutti avvocati-soci – a fornire dettagli sull'accaduto:

"Il nostro assistito è stato privato ingiustamente di un diritto da parte del suo operatore telefonico che per anni si è rifiutato di eseguire l'ordine del giudice di riattivargli la linea telefonica illegittimamente interrotta".

In pratica, nel 2009, l'allora Vodafone Omnitel impediva il cambio di gestore all'utente, secondo lo studio legale il cliente "colpevole" avrebbe pagato una bolletta con solo un giorno di ritardo, cosa smentita dall'operatore. La ricostruzione diffusa dallo studio racconta che Vodafone non fornì mai il codice di migrazione necessario, causando in questo modo la perdita dell'utenza intestata al cliente che si trovò costretto a cambiare numero.

Tutta la vicenda è finita in tribunale e ancora oggi non può dirsi conclusa. Vodafone fa notare che "pende ancora il giudizio di merito davanti al Tribunale di Brindisi che ha disposto una consulenza tecnica d'ufficio all'esito della quale l’azienda confida di poter chiarire definitivamente la vicenda".

È importante sottolineare come non si possa parlare di risarcimento perché non c’è stata ancora nessuna sentenza di merito – che è quella che si attende dal Tribunale di Brindisi –, quello del tribunale di Ivrea è un provvedimento emesso nell'ambito di un giudizio di esecuzione, non di merito, quindi non una sentenza. Questo provvedimento si riferisce all'ordinanza del 2009.

Il contenzioso è ancora aperto, a differenza di quanto afferma lo studio legale che parla di una “condanna definitiva”.

L'ultimo pronunciamento è stato emesso dal Tribunale di Ivrea (Torino), ma si attende ancora la sentenza del Tribunale di Brindisi, che determinerà l'esito (si spera) definitivo di tutta questa storia.

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