Al giorno d'oggi gli smartphone sono sempre più belli e particolari ma se durassero anche più a lungo? A porsi la domanda è stata la testata giornalistica New York Times che, con alla mano l'ultimo prodotto di Fairphone, ha analizzato il mercato attuale tenendo in considerazione la crisi di componenti elettronici che stiamo attraversando e i dubbi sulla consapevolezza ambientale.
Gli smartphone sono in continua evoluzione tecnologica, non si fermano mai, vengono continuamente rinnovati con nuovi processori, schermi e altre componenti all'avanguardia.
Apple ha da poco presentato la gamma iPhone 14 con Dynamic Island, always-on display ed il nuovo processore A16 Bionic. Anche la diretta concorrente Samsung ha mostrato al mondo da poco i nuovi modelli pieghevoli, Samsung Galaxy Z Flip4 e Galaxy Z Fold4. Ovviamente non sono esclusi anche gli altri produttori come Oppo, Huawei, Motorola e Xiaomi che continuano a sfornare nuovi modelli, mentre a breve arriveranno anche i nuovi Pixel 7 di Google.
Questi prodotti non sono però fatti per durare, con le aziende che in nome del mero progresso tecnologico rendono (volutamente o no, N.d.R.) sempre più difficile e dispendiosa la riparazione in caso di guasto o semplice invecchiamento dei dispositivi.
In merito a quanto detto e ai dubbi che New York Times ha posto sul mercato degli smartphone, Giovanni Miragliotta, docente alla School of Management del Politecnico di Milano e senior director agli Osservatori Digital Innovation, ha spiegato all'ANSA:
"È davvero molto difficile che un telefonino possa durare un decennio, come ipotizzato nell'articolo. Oggi non durano quasi mai 10 anni nemmeno Pc e laptop, strumenti di lavoro disegnati per essere espandibili sostituendo componenti e aggiornando software. Partendo da analisi accurate sui dati, forse è possibile aumentare la durata media attuale del 50%, ma attenzione a non imporre ai produttori obblighi che non sarebbero ragionevoli per il mercato".
Anche Don Norman, ex vicepresidente della tecnologia di Apple e autore di dozzine di libri sul design intervistato dal NYT, ha voluto dire la sua riguardo la situazione tecnologica dell'attuale mercato smartphone: "I consumatori hanno molto potere quando si uniscono", aggiungendo che la tecnologia di consumo viene trattata dai produttori come il mercato della moda, dando poca importanza alla riparabilità.
Miragliotta ha continuato la propria dichiarazione affermando:
"Penso sia necessario condannare i comportamenti di palese obsolescenza programmata e spingere verso stili di consumo più sostenibili anche attraverso una maggiore durata dei dispositivi. Ma è importante in sede regolatoria definire obiettivi ragionevoli".
L'Unione Europea si sta muovendo in questa direzione con la proposta di nuove norme che vogliono costringere le varie aziende ad un approccio più sostenibile e soprattutto a portare sul mercato prodotti in grado di essere facilmente riparati per un lasso di tempo maggiore.
La domanda che però sorge spontanea è un'altra...
Vorreste uno smartphone in grado di durare, per esempio, 10 anni?
La tecnologia, soprattutto in ambito smartphone, si muove a ritmi incalzanti e le innovazioni che portano benefici tangibili agli utenti fanno di certo gola alla maggioranza, come batteria di più lunga durata con ricariche sempre più veloci, schermi più risoluti e dall'alta frequenza di aggiornamento, processori più potenti ed efficienti, fotocamere più capaci di catturare i nostri ricordi alla perfezione anche in situazioni difficili.
In quanti sarebbero disposti ad acquistare un prodotto per poi tenerlo con sé per un lasso di tempo così lungo mentre il resto del mondo avanza inesorabilmente verso migliori alternative?
Certo, la possibilità di riparare i nostri dispositivi con facilità ed un maggiore supporto software sono fattori importantissimi e che dobbiamo tenere in forte considerazione. Tuttavia dobbiamo anche ricordarci che gli smartphone sono comunque dei beni di lusso e di consumo, come ricorda Miragliotta:
"Gli smartphone sono prodotti dall'uso molto più personale, una scelta di consumo, espressione di una propria visione sull'informatica, l'innovazione, in costante evoluzione".
L'obiettivo, a nostro parere, sarebbe quindi sì quello di rendere gli smartphone più duraturi e riparabili, ma soprattutto quello di obbligare i produttori di smartphone a tenere in considerazione il proprio impatto ambientale nella realizzazione di nuovi dispositivi. E non stiamo parlando della discutibile scelta di non includere gli alimentatori di ricarica nelle confezioni...
La scelta di utilizzare imballaggi non inquinanti, riciclabili e prodotti con materiali riciclati. L'utilizzo di materiali rari recuperati da vecchi dispositivi che ormai riempiono le discariche invece di estrarli ex-novo. La raccolta ed il corretto smaltimento dei dispositivi vecchi o non più funzionanti. Questi sono cambiamenti su grande scala che di certo avrebbero un impatto più grande e sul lungo periodo, molto di più di smartphone in grado di durare 10 anni ma che poi inesorabilmente finirebbero comunque ad inquinare qualche neanche troppo remoto angolo della terra.