Truffato con le gift card? Non è un problema di Google

Giudice federale americano stabilisce che Google non è obbligata a rimborsare le vittime di truffe con gift card Google Play.

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a cura di Luca Zaninello

Managing Editor

Un giudice federale statunitense ha stabilito che Google non è tenuta a rimborsare le vittime delle truffe legate alle carte regalo Google Play. La sentenza, redatta dalla giudice Beth Freeman, sottolinea che Google non ha giocato un ruolo diretto nell'indurre alla truffa, pertanto non è responsabile delle perdite subite dalle vittime.

La causa era stata intentata da Judy May, una cittadina americana che nel 2021 perse 1.000 dollari dopo essere stata ingannata da una truffa che la spingeva all'acquisto di carte regalo Google Play. Le era stato detto che i codici delle carte servivano a coprire le "spese di gestione" per un presunto finanziamento governativo. May chiese un rimborso a Google, che rifiutò basandosi sulla politica aziendale che esclude rimborsi per le transazioni con carte regalo.

May aveva sottolineato come Google fosse consapevole del dilagare di tali truffe e avrebbe potuto fare di più per informare i consumatori, magari aggiungendo avvertenze più chiare sulle carte stesse. La decisione del giudice Freeman però ha respinto la maggior parte delle rivendicazioni di May, concludendo che il danno economico era il risultato di una frode indotta da terzi e non da omissioni o rappresentazioni ingannevoli da parte di Google.

L'argomentazione secondo la quale Google avrebbe tratto profitto indirettamente dallo scandalo, dal momento che la società incassa una commissione dal 15 al 30 percento sugli acquisti fatti nell'Play Store tramite le carte regalo, è stata giudicata insufficiente per stabilire una responsabilità diretta di Google nell'evento delle truffe.

Google poteva comunque fare di più?

La posizione di Google in merito ai rimborsi delle carte regalo si allinea a quella di altri grandi rivenditori che rifiutano anch'essi di rimborsare acquisti di carte regalo ai truffati. Questo standard industriale potrebbe aver influenzato la decisione del giudice, suggerendo che le politiche di Google non siano ingiustamente severe rispetto a quelle di altre aziende.

Il verdetto solleva questioni etiche sulla responsabilità delle società tecnologiche di proteggere i consumatori da attività fraudolente, nonostante il principale onere della colpa ricada sui truffatori.

Le gift card sono diventate uno strumento popolare per i consumatori di tutto il mondo, permettendo una modalità di acquisto flessibile e spesso anche un mezzo per fare doni personalizzati. Originariamente, le carte regalo erano simili a buoni acquisto cartacei, emersi per la prima volta negli anni '90. Oggi, con l'avvento del digitale, non solo sono diventate più accessibili, ma hanno anche incrementato il loro ruolo nel commercio elettronico.

La transizione dalle carte fisiche a quelle digitali ha portato con sé una nuova serie di sfide, principalmente legate alla sicurezza e alle frodi. Le truffe legate alle carte regalo sono una problematica in aumento, con strategie ingannevoli sempre più sofisticate. I truffatori spesso colpiscono i consumatori più vulnerabili, promettendo premi, sconti o, come nel caso discusso, coperture di spese non esistenti.

Resta essenziale un maggiore impegno per sensibilizzare e proteggere i consumatori contro queste truffe sempre più diffuse. È più importante che mai essere vigili e prendere misure precauzionali per tutelarsi dalle truffe online. Ricordate sempre il principio fondamentale: se sembra troppo bello per essere vero, probabilmente non lo è, come nel caso di Judy May che ha creduto ad una storia fin troppo surreale...

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