TIM, tra gli asset che interessano a KKR ci sono Sparkle e FiberCop

TIM: la vera partita di KKR si gioca su Sparkle, una delle aziende del Gruppo a cui fanno capo centinaia di migliaia di cavi terrestri e sottomarini.

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a cura di Rossella Pastore

La proposta di acquisto di TIM avanzata dal fondo statunitense KKR continua a far discutere. E non soltanto "discutere": la mossa di KKR, infatti, ha avuto ripercussioni molto concrete sulle dinamiche interne alla società e soprattutto sul suo titolo in borsa, che è stato spinto al rialzo fino a sfiorare la quotazione dello stesso KKR. A seguito della proposta, l'AD di TIM Luigi Gubitosi ha deciso di dimettersi per dare spazio a una valutazione "più serena" e meno condizionata del da farsi.

Ricordiamo che KKR intende acquistare l'intero gruppo TIM, quindi anche le dorsali di rete Sparkle, le soluzioni cloud ed edge computing di Noovle, l'operatore virtuale Noverca, le soluzioni IoT e big data di Olivetti, i servizi di sicurezza di Telsy e la piattaforma di streaming TimVision.

Attenzione particolare è rivolta a Sparkle, che comprende centinaia di migliaia di cavi terrestri e sottomarini che permettono alle infrastrutture di rete di collegare fra loro i vari continenti. TIM detiene una quota di maggioranza in FiberCop, e anche KKR è presente con una quota del 37,5%. Acquisendo Sparkle, dunque, KKR avrebbe accesso a due asset fondamentali per la rete a livello italiano e globale.

La proposta di acquisto è ancora al vaglio del CdA. La questione più importante da risolvere riguarda il cosiddetto "golden power", ovvero la facoltà accordata al Governo di dettare delle condizioni nei confronti di quelle imprese che operano in ambiti ritenuti strategici e di interesse nazionale. È il caso, per l'appunto, dell'infrastruttura di rete, veicolo di comunicazioni private e aziendali talvolta molto delicate.

Per il resto, con le dimissioni di Gubitosi, un primo nodo è stato sciolto: Vivendi, azionista di maggioranza di TIM, aveva espresso delle perplessità rispetto alla posizione dell'ex AD, anche perché – nell'ultimo periodo – TIM aveva fatto registrare conti inferiori alle aspettative e c'erano stati dei contrasti per quanto concerne il flop dell'operazione DAZN, con abbonati in calo nonostante l'acquisto dei diritti di trasmissione della serie A TIM. A partire dal suo addio, le funzioni di Gubitosi sono state assunte dal presidente Salvatore Rossi e dall'ex AD di TIM Brasile Pietro Labriola: a loro il compito di traghettare TIM verso questo (eventuale) nuovo inizio.

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