La compagnia telefonica TIM sarà tenuta a rimborsare i clienti che, tra il 2017 e il 2018, avevano pagato la bolletta con fatturazione a 28 giorni anziché a 30. Così ha deliberato il Tribunale di Milano in una recente sentenza, che rettifica l'analogo provvedimento già preso nel 2018 estendendo però il lasso di tempo entro quale i consumatori avranno diritto al rimborso.
La vicenda inizia proprio nel 2017, quando i principali operatori telefonici italiani, tra cui TIM (allora operante sotto il nome di Telecom Italia) e WindTre stabiliscono di cambiare la frequenza di fatturazione delle bollette per la linea fissa da 30 a 28 giorni: utilizzando questa cadenza le aziende potevano infatti riscuotere 13 mensilità all'anno anziché 12 con un aumento dei ricavi pari a oltre l'8%, mentre la base di prezzo per i consumatori aumentava proprio grazie a questo esubero.
Il Tribunale di Milano aveva già accolto nel 2018 la mozione presentata dal Movimento Consumatori, un'associazione impegnata appunto nella tutela dei diritti del consumatore operante su base nazionale, che aveva intentato una causa contro Telecom Italia appellandosi al Codice dei Consumatori.
La pratica di fatturazione solare, conferma infatti la sentenza del 2021, è infatti da ritenersi "scorretta e segnatamente ingannevole", dal momento che offre su carta un prezzo più vantaggioso occultando tuttavia al consumatore, o addebitandogli direttamente sulle offerte pre-esistenti, l'aumento delle mensilità. Già nel dicembre del 2017, in realtà, il Parlamento aveva approvato una legge (172/2017) che obbligava formalmente gli operatori telefonici a ritornare alla fatturazione fissa mensile.
La sentenza, al pari di quella emanata per lo stesso motivo ai danni di WindTre a luglio di quest'anno, obbliga pertanto TIM a rimborsare entro un mese dalla domanda i consumatori che ne avranno diritto. Hanno diritto al rimborso tutti i consumatori e gli ex consumatori che avevano sottoscritto un contratto di telefonia fissa presso TIM (ex Telecom Italia) tra gli anni 2017 e 2018.
Per ottenere il rimborso bisognerà presentare una specifica domanda, le cui modalità non sono ancora state rese pubbliche; la sentenza prevede tuttavia, a ulteriore difesa dei diritti dei consumatori, che TIM dovrà rendere pubblica questa possibilità attraverso:
- un banner inserito nella homepage del sito Web per almeno 30 giorni;
- un avviso da pubblicarsi sui principali quotidiani nazionali;
- un'informativa dettagliata da includere nelle fatture per gli attuali clienti;
- una lettera inviata agli ex clienti.
TIM dovrà inoltre rispondere tempestivamente alle richieste di rimborso dei consumatori per le fatturazioni illecite del periodo 2017/2018, impegnandosi ad accogliere le richieste entro 30 giorni dalla data in cui le avrà ricevute.
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