Tim non ha più la sua rete, cosa cambia?

Il 1° luglio è stato finalizzato l'accordo che ha visto la cessione di Netco al fondo statunitense Kohlberg Kravis Roberts & Co (Kkr).

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a cura di Giulia Di Venere

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Il 1° luglio 2024 segna un punto di svolta cruciale per Tim, con la finalizzazione dell'accordo che ha visto la cessione di Netco, lo spin-off della rete di Tim, al fondo statunitense Kohlberg Kravis Roberts & Co (Kkr). Include non solo la rete fissa ma anche Fibercop, con un impatto rilevante sul futuro della storica sede romana di Tim in corso d’Italia, destinata a diventare la nuova casa dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale.

Questa mossa apre un nuovo capitolo professionale per circa 20mila lavoratori precedentemente impiegati con Tim, che ora transiteranno alle dipendenze di FiberCop, fondata nel 2021. L'incarico di presidente rimane affidato a Massimo Sarmi, mentre Luigi Ferraris prenderà il posto di amministratore delegato.

La nuova configurazione societaria vede il coinvolgimento di Kkr, che gestirà Netco tramite il proprio veicolo Optics Bidco, il Ministero dell'Economia e delle Finanze (con una partecipazione fino al 20%), e F2i (circa il 10%), oltre ad altri investitori. La rete venduta all'ingrosso permetterà di accedere anche a Tim, con progetti futuri di unione tra FiberCop e Open Fiber, operazione che attende il via libera dalle autorità di concorrenza.

Dopo questa scissione, Tim si trasforma, conservando 17.281 dipendenti e configurandosi come socio di servizi diretti ai consumatori (Tim Consumer) e alle imprese (Tim Enterprise), oltre a mantenere la gestione di Tim Brasil come delineato dal piano industriale Free to run.

Sul versante finanziario, il futuro di Tim prevede un debito significativamente ridotto, per il quale è prevista una discesa da 21,4 miliardi a soli 7,5 miliardi entro la fine del 2024. 

A seguito dell'accordo, Tim e Netco seguiranno un Master service agreement (Msa) della durata di quindici anni, rinnovabile per altri quindici, offrendo i servizi a prezzi di mercato senza obbligazioni di acquisto minimo. L'azienda guarda ora verso nuovi orizzonti, considerando opportunità di competizione magari con Iliad o Poste Mobile, e puntando al reforzamento nelle aree di cloud computing, Internet delle cose e cybersicurezza. Un nuovo punto di partenza per un'azienda storicamente centrale nel panorama delle telecomunicazioni italiane, pronta a fronteggiare le sfide del mercato con una struttura e una strategia profondamente rinnovate.

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