Il piano industriale 2022-2024 di TIM sarà svelato ufficialmente il prossimo 2 marzo. Lo scenario più probabile nell'ambito di questo piano vede TIM divisa in due macro-società, Netco per le reti e ServiceCo per i servizi: se una decisione del genere venisse effettivamente confermata, KKR potrebbe valutare un piano B.
Ricordiamo che KKR è il fondo statunitense interessato all'acquisizione di TIM. In caso di divisione, il fondo punterebbe esclusivamente a un ruolo rilevante in Netco, visti anche gli ostacoli che sta incontrando nella sua partita per l'acquisizione dell'intero Gruppo.
Il primo ostacolo è rappresentato da Vivendi, azionista di maggioranza di TIM, che non ha alcuna intenzione di lasciare il posto a KKR. L'offerta del fondo – 50 centesimi ad azione – è comunque troppo bassa: per un'ipotetica valutazione da parte di Vivendi si dovrebbe salire ad almeno 80 centesimi.
Anche il Governo non è così disposto a mollare la presa, nel senso che in questo momento sembrerebbe poco propenso ad acconsentire a una staffetta tra azionisti.
In una nota stampa diffusa nelle ultime ore, TIM ha chiarito che il piano è tuttora "in via di definizione" e che "i relativi target quantitativi non sono stati oggetto di discussione né tantomeno sono state prese decisioni al riguardo". La nota è stata pubblicata a fronte di quelle indiscrezioni sui target di business (ricavi ed EBITDA del piano) circolate di recente verso le quali TIM ha espresso "disappunto e preoccupazione". L'azienda le definisce ricostruzioni "infondate e dannose" e annuncia che presenterà formale denuncia alla Procura della Repubblica e alla Consob.
Resta da definire il futuro di Olivetti, Sparkle e Noovle, le società controllate da TIM, che secondo un'ipotesi potrebbero essere divise dal Gruppo e poi quotate separatamente.
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