Smartphone e tablet sono diventati i villaggi vacanze all-inclusive dei batteri. Tra polveri, grassi, pigmenti, peli, capelli e chissà cos'altro fra qualche anno qualcuno smetterà di leccare i rospi e li sostituirà con schermi e tastiere. Altro che viaggi allucinogeni.
"Ormai è noto che questi dispositivi possono essere una fonte di trasmissione di infezioni", sostiene Dubert Guerrero, specialista di malattie infettive presso il Sanford Health di Fargo e coautore di uno studio sulla persistenza dei batteri sugli iPad pubblicato sull'American Journal of Infection Control.
È abbastanza disgustoso anche solo pensarlo, ma secondo gli studi sono presenti più germi su smartphone e tablet che sotto la suola di una scarpa. Ora, o i possessori di dispositivi hi-tech sono degli zozzoni, oppure si sta parlando di passeggiate sui suoli svizzeri.
Rospo o smartphone?
Niente di tutto ciò, la verità al solito è nel mezzo. "I batteri non sono solo sui dispositivi elettronici, ma diffusi ovunque e persino nel nostro corpo. Quindi, non serve allarmarsi, ma solo usare il buon senso", risponde Maurizio Sanguinetti, direttore dell'Istituto di microbiologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.
Il problema infatti è che gli apparecchi elettronici portatili vengono raramente puliti. Gli stessi produttori forniscono poche informazioni al riguardo, e di conseguenza gli utenti hanno timore di rovinare materiali ed elettroniche. E dire che basterebbe un panno in microfibra leggermente inumidito per eliminare i batteri più comuni, come sottolinea Dubert Guerrero. Purtroppo per i più resistenti, come quelli influenzali, toccherebbe affidarsi a candeggina o alcool. Difficile però prevedere gli effetti collaterali sul colore e sugli schermi.
In ogni caso tutti i grandi marchi vietano l'uso di detergenti per vetri, prodotti per la pulizia, solventi o ammoniaca.
"Mantenendoli abbastanza puliti non si corrono grandi rischi anche perché la maggior parte dei microrganismi possono essere patogeni solo per soggetti che sono più recettivi, come i pazienti immunodepressi", prosegue Sanguinetti. Insomma almeno una volta al giorno sapete a cosa sarebbe bene dedicarsi.