Prima che fraintendiate, e partite per la tangente a sciorinare commenti al vetriolo basandovi solo su un titolo, ci teniamo a precisare che in redazione sappiamo bene che il gaming mobile (inteso per smartphone e tablet) e la fetta più remunerativa del settore videoludico; così come siamo perfettamente a conoscenza dei numeri che i giochi per smartphone, e tablet, raggiungono in determinate parti del mondo (in particolar modo in Asia).
Stiamo parlando, però, di esperienze cucite attorno all'esperienza offerta da questo tipo di device. Escludendo per un attimo il fenomeno Genshin Impact, pensate un secondo ai vari Tripla A che si sono succeduti, nel corso degli ultimi 15 anni, sul panorama mobile. Che sia il peculiare capitolo inedito di Dead Space uscito nel 2011, il pessimo Devil May Cry 4 Refrain, l'ottimo Call Of Duty Mobile o l'avveniristica, almeno per l'epoca, trilogia di Infinity Blade, gli unici titoli che sono sopravvissuti al passare del tempo, sono stati quelli in grado di garantire una formula che accalappiasse le masse offrendo sia brevi intervalli di disimpegno, che sessioni di gioco più corpose.
Chi, come chi vi scrive, si è vissuto tutta l'evoluzione del settore degli smartphone, si ricorda bene cosa volesse dire giocare a Dead Space su uno schermo da 4", utilizzando un touch screen che cercava di simulare un controller, venendo interrotti costantemente dalle notifiche e ritrovandosi, a fine partita, con una percentuale ridicola di batteria residua, magari poco dopo la pausa pranzo.
È vero, ora la situazione è cambiata, gli schermi sono più grandi, ci sono soluzioni quali il backbone per evitare i tanto odiati controlli touch e, soprattutto, esistono dei tablet indubbiamente performanti che garantirebbero il giusto comfort in mobilità ma qua il discorso è diverso, qua parliamo di smartphone e della "boutade" di Apple di volerlo vendere, sibillinamente, come uno smartphone da gaming capace di superare in potenza una qualsiasi altra soluzione portatile attualmente presente sul mercato.
Sentir parlare di Ray Tracing nei giochi Tripla A che arriveranno, fra l'altro nella loro versione console, nei prossimi mesi su AppStore ci ha fatto sorgere parecchi dubbi. Se da un lato è chiaro che tutto quel segmento del Keynote di ieri fosse studiato per mostrare, ulteriormente, i muscoli dei modelli top di gamma della linea iPhone 15, dall'altro la domanda che ci ha attanagliato di più è stata una: ma perché?!
Ora, per quanto sia ancora presto per parlare di modello di vendita, del prezzo di questi titoli e dei dettagli inerenti alla compatibilità fra i vari device (sarebbe indubbiamente interessante se venisse dichiarato che un giocatore che acquista Resident Evil Village su Mac, potrà usufruire anche della sua versione per iPhone), è chiaro invece che, almeno per noi, risulta una mossa con un mercato molto di nicchia, fatto per lo più di curiosi che, ammaliati dal voler mostrare agli amici cosa possa fare il nuovo smartphone di Cupertino, investiranno i soldi in uno a caso dei titoli presentati in questi due giorni. Però sono un caso limitato e ben circoscritto.
Per la maggior parte dei gamer, quel momento della presentazione di Apple, è stato solo un momento di ostentazione nel quale è stata sfruttata la prima scusa utile capace di attirare l'attenzione delle masse. Non entrando nel discorso che per sfruttare un iPhone 15 Pro come console ci si trova difronte a un prezzo d'ingresso di 1239€ (per lo meno in Italia), visto che comunque trattandosi di uno smartphone avrebbe diversi utilizzi e non il solo giocare, quanti Hardcore Gamer opterebbero per "godersi" Resident Evil: Village con il Ray Tracing attivo su uno schermo che raggiunge massimo i 6,7"? Soprattutto quanto, notoriamente, si lamentano dei 7" di Steam Deck, Rog Ally e Nintendo Switch Modello OLED?
E quale sarebbe l'utilizzo "tipo"? Ritrovarsi in pausa pranzo a giocare con un Backbone, collegato al proprio iPhone 15 Pro, cercando di immergersi in un Tripla A mentre lo schermo viene invaso dalle notifiche in arrivo da quella bolla social in cui ognuno di noi vive? Oppure si opterebbe per rimuovere ogni notifica, isolando quindi il device principale per rimanere in contatto con il mondo, per potersi godere in pace le tematiche impegnate trattate da Death Stranding?
Non stiamo dicendo che Apple non debba mostrare i muscoli ogni volta che ne ha occasione, sia chiaro, ma presentare l'iPhone come una console da gaming, specialmente mostrando lo smartphone connesso a un Dualsense (giusto per aumentare le cose a portarsi dietro) ci è risultata una mossa poco lungimirante e che gli ha bruciato l'opportunità di tenersi questa informazione per eventi futuri.
Immaginatevi la presentazione della futura linea di iPad, nella quale viene presentato il prossimo passo di Apple nel mondo del gaming, ovvero permettere agli acquirenti dei futuri tablet di poter sfruttare questi ultimi come una console da gioco ibrida. Arrotoli il Folio, posizioni l'iPad in landscape, connetti il Dualsense e vivi un'esperienza comprensiva di Ray Tracing e prestazioni elevate sia sullo schermo del tablet che, eventualmente, in Airplay sullo schermo di casa.
Nel chiudere questa presentazione aggiungi una breve appendice dove informi i clienti che se acquisteranno uno dei titoli Tripla A presenti nell'AppStore, potranno usufruirne anche su iPhone 15 Pro con le stesse performance. Stessa dimostrazione di forza in un contesto molto più sensato e coerente.