Sony LinkBuds, gli auricolari da indossare senza sosta | Recensione
Sony rompe la monotonia con i nuovi auricolari aperti LinkBuds di cui vi parliamo nella nostra recensione completa!
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a cura di Andrea Ferrario
Editor in Chief
Finalmente qualcosa di nuovo. Lo scrivevamo, un po’ lamentandoci, qualche settimana fa: gli auricolari sono ormai tutti uguali; sopra una certa cifra tutti i modelli offrono una buona resa audio, una buona qualità costruttiva, l’ANC e scegliere è diventato più una questione di offerta del momento o preferenza personale.
Per fortuna a rompere questa monotonia ci ha pensato Sony con i LinkBuds. E non si tratta di uno di quei concept che fanno tanto sognare quando vengono presentati ma che poi, all'atto pratico, hanno tanti di quei difetti che ne rendono difficile l'acquisto. I Sony LinkBuds sono diventati, in pochi giorni, gli auricolari preferiti di chi vi scrive inaugurando una nuova era di “auricolari aperti”, se così vogliamo definirli.
Un’immagine, in questo caso, aiuta più di mille parole, quindi vi consigliamo di dare un’occhiata alle foto presenti in questa pagina. La parte anteriore, dove solitamente si trova il driver che produce il suono, è quella piccola “ciambella”, quell'anello a cui è collegata la parte posteriore, una sfera in cui è inserita tutta l’elettronica necessaria per il funzionamento assieme alla batteria. Si tratta di un nuovo trasduttore ad anello in grado di offrire prestazioni audio ben superiori alle aspettative.
Prima di elencarvi i pregi di questi auricolari e capire meglio a chi sono rivolti, diciamo cosa manca alle LinkBuds: non hanno la cancellazione attiva del rumore, per motivi più che ovvi di design, e non sono compatibili con i formati ad alta definizione. Sony posiziona le LinkBuds a un prezzo inferiore rispetto alle WF-1000 XM4, che rimangono la scelta più ovvia, in casa Sony, per chi cerca un prodotto con cui isolarsi e ascoltare musica ad alta qualità.
Le LinkBuds sono piccolissime e leggerissime. Rispetto alle XM4 sono grandi la metà e pesano solo 4,1 grammi, quasi la metà rispetto alle sorelle maggiori dotate di ANC. Anche la custodia è più piccola e più leggera.
Quest’ultima si apre a conchiglia alla pressione di un piccolo tasto posizionato davanti, sopra a cui è inserito un LED che indica lo stato della batteria. Una porta USB Tipo-C è inserita dietro e serve per ricaricare la batteria, mentre un pulsante attiva la modalità di abbinamento. Se avete uno smartphone Android o un computer con Windows potrete avvalervi della modalità di abbinamento veloce, se invece avete un’iPhone dovrete procedere con il classico abbinamento Bluetooth.
In tutti i casi è disponibile l’applicazione Sony, già vista con altri prodotti del marchio che aggiunge degli automatismi e permette di personalizzare i comandi. Non manca ovviamente la compatibilità con gli assistenti vocali.
S’inseriscono e rimuovono facilmente dalla custodia, in comodità e sicurezza, e lo stesso vale per l’inserimento nell'orecchio, anche se devono essere indossati diversamente da qualsiasi altro auricolare. I modelli in-ear devono essere ovviamente inseriti a fondo nel condotto uditivo, con lo scopo di “bloccarlo”. I modelli classici, anche se non vanno a fondo come i modelli in-ear, devono essere comunque spinti nell'orecchio.
I LinkBuds devono essere solo appoggiati nell'orecchio, e una piccola aletta, di differenti lunghezze (sono fornite cinque lunghezze differenti nella confezione) sfrutterà una piega del padiglione per assicurarsi all'orecchio. Il risultato è che sono comodissimi da indossare, riuscirete a tenerli nelle orecchie per ore e ore senza affaticamento, e ciò vale anche per chi ha orecchie molto sensibili.
A questo punto molti di voi s’interrogheranno sulla stabilità una volta indossati; nonostante non sia possibile dare una certezza al 100% dato che ognuno di noi ha orecchie differenti, possiamo assicurarvi che, sia personalmente sia per opinione condivise con altri recensori, Sony ha fatto un ottimo lavoro: le LinkBuds si bloccano nell'orecchio e non saltano via, anche durante corsa o sport. A tal proposito, sono certificate IPX4, quindi sopportano le gocce di sudore senza problemi.
Ma chi dovrebbe desiderare le LinkBuds? Il design aperto va contro l’idea del funzionamento classico degli auricolari a cui ci siamo abituati negli anni, e cioè un dispositivo in grado di isolarci dall'ambiente esterno con cui ascoltare musica. L’isolamento acustico è considerata una condizione per poter ascoltare bene il suono derivante dagli auricolari. Le cuffie in-ear assolvono a questo compito meglio delle cuffie tradizionali, e l’aggiunta dell’ANC amplifica ulteriormente questo comportamento.
Degli auricolari aperti sembrano qualcosa di senza senso, perché non offrono il benché minimo isolamento e le prestazioni sonore dipendono largamente dall'ambiente in cui vengono usati. Tutto ciò è assolutamente vero, infatti i LinkBuds hanno una sfera d’uso molto specifica che tuttavia abbiamo scoperto rappresentare la maggior parte delle situazioni quotidiane.
In breve: se volete isolarvi totalmente dall'ambiente circostante, sia perché troppo rumoroso sia perché avete bisogno di concentrarvi al massimo, allora puntate a un modello come le WF-1000 XM4; in tutti gli altri casi, le LinkBuds fanno un ottimo lavoro.
Quando vi state allenando, ad esempio, sentire quello che accade attorno a voi è da considerarsi un pregio, piuttosto che un difetto. In ufficio, se volete interagire con i colleghi, se dovete rispondere al vostro capo che da un momento all'altro può chiamarvi, i LinkBuds vi permettono di unire i due mondi ed evitare le classiche situazioni in cui vi toglierete le cuffie esclamando “scusa, non ti ho sentito, cosa hai detto?”.
Certo, è possibile ottenere lo stesso risultato con un paio di cuffie normali e una riproduzione musicale a volume contenuto, con il risultato che non sentirete bene né la musica né il vostro collega che vi parla. Ci rendiamo conto che questi esempi, probabilmente, non fanno realmente giustizia al modello d’uso delle LinkBuds ma, fidatevi, rappresentano qualcosa di nuovo che deve essere provato.
Nel nostro caso, ad esempio, abbiamo passato dei giorni interi con i LinkBuds nelle orecchie, un volume di riproduzione medio in grado di coprire una buona parte dei rumori ambientali, senza tuttavia perdere le voci di chi ci stava accanto e ci incalzava con delle domande.
Riuscirete a rispondere, senza tuttavia dover abbassare la musica (soprattutto se avrete in riproduzione un sottofondo musicale, come una musica classica o ambientale), mentre se vorrete un po’ più di isolamento, basterà alzare il volume. Se avrete il volume alto, probabilmente non riuscirete a gestire una conversazione senza abbassarlo o mettere in pausa la riproduzione, ma non perderete la domanda e, se abiliterete la funzione “speak-to-chat”, gli auricolari riconosceranno automaticamente quando starete parlando mettendo in pausa la riproduzione.
L’esempio più semplice che ci viene in mente per descrivere l’uso dei LinkBuds è il seguente: è come essere in una stanza dove un altoparlante riproduce musica di sottofondo, con la differenza che quell'altoparlante è nelle vostre orecchie e vi segue ovunque.
Per interagire con la riproduzione musicale, quindi ad esempio mettere in pausa o fare ripartire la musica, è sufficiente un doppio tap, ma non sull'auricolare. In pratica dovrete picchiettare poco sotto alla tempia, cioè nella parte più esterna dello zigomo, vicino all'orecchio. Le vibrazioni vengono rilevate dall'auricolare che le interpreta come un input.
La buona notizia è che funziona perfettamente, non perde un colpo e, soprattutto, lascia la comodità d’inviare l’input senza dover essere super-precisi nel direzionare il colpo dato che l’area di impatto riconosciuta è più ampia rispetto al dorso dell’auricolare. In realtà funziona anche se picchietterete direttamente sull'auricolare, ma è meno preciso oltre a dare fastidio.
Il risvolto della medaglia è la quantità limitata di input che si possono inviare, cioè solo due comandi per auricolare che corrispondono a due e tre colpetti, configurabili dall'applicazione. Il singolo tocco è stato omesso per evitare input non voluti.
Abbiamo accennato che la qualità audio è superiore rispetto alle aspettative. In realtà le nostre aspettative, considerando il design, erano abbastanza basse, ma ciò non vuol dire che le attuali prestazioni siano solo sufficienti. Al contrario, le LinkBuds suonano bene, con una riproduzione abbastanza lineare e anche dei bassi soddisfacenti.
Ovviamente non arriverete alla profondità di un paio di auricolari in-ear, ma in una scala da zero a dieci, dove zero equivale e “pessimi” e dieci equivale a “audiofile”, si meritano almeno un sette pieno, se non qualcosa di più. Il risultato è stato ottenuto grazie alla presenza di un DAC e dall'amplificatore con processore integrato Sony V1, che abilita il motore DSEE.
Anche in chiamata telefonica abbiamo ricevuto commenti molto buoni; la stessa elettronica che interviene nella riproduzione audio sfrutta un algoritmo di AI che confronta i rumori di fondo con quelli con cui è stato allenato (machine learning) eliminandoli dalla conversazione.
L’autonomia, infine, è buona, ma è probabilmente una caratteristica su cui Sony dovrà lavorare per i futuri, se ci saranno, LinkBuds 2. La singola carica offre circa cinque ore e mezzo di autonomia, una durata che non sfigura rispetto i molti auricolari true wireless moderni, ma che in questo caso si soffre un po’ di più.
Per via della loro natura verrà spontaneo tenere indossati i LinkBuds per sessioni molto lunghe, addirittura tutta la giornata in alcuni casi. In questo contesto circa cinque ore coprono circa metà giornata lavorativa. Sarebbe fantastico se Sony riuscisse ad estendere questa autonomia ad almeno otto ore.
In ogni caso, la custodia permette di ricaricare i LinkBuds e arrivare a circa 17 ore e mezzo in totale, mentre è disponibile una funzione di ricarica veloce che permette di ottenere un’ora e mezza di ascolto con dieci minuti di ricarica.
Verdetto
I LinkBuds rappresentano una scuola a parte, non sono confrontabili con alcun tipo di auricolare oggi disponibile. Il loro design aperto si presta a un modello d’uso differente, che vi spingerà a tenerli indossati per tante ore consecutive.
Il comfort d’uso ai massimi livelli, la possibilità di avere un sottofondo musicale sempre con voi, senza perdere il contatto con la realtà, rende i LinkBuds perfetti per tutti coloro che non hanno bisogno di isolarsi e che passano la giornata a mettere e togliere costantemente gli auricolari dalle orecchie.
Il costo suggerito di 180 euro ci sembra conforme con quanto offrono. Considerando l’unicità del prodotto, le sue caratteristiche e qualità, conferiamo alle Sony LinkBuds il nostro Award.
Voto Recensione di Sony LinkBuds
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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+ Leggeri
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+ Super confortevoli
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+ Controlli con tap indiretto sulla guancia
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+ Buona qualità audio
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+ Perfetti per molte situazioni quotidiane
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+ IPX4
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+ Ricarica veloce
Contro
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- Non vanno bene per chi vuole isolarsi dall'ambiente circostante
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- Autonomia in linea con gli standard attuali, ma si desidera qualcosa di più