A dicembre Qualcomm ha ufficializzato lo Snapdragon 865, il processore di fascia alta che ha trovato spazio nei primi smartphone top di gamma del 2020 quali MI 10, Xperia 1 II e la versione non europea di Galaxy S20. Conosciamo tutti i prezzi con cui questi dispositivi sono stati immessi sul mercato, cifre che hanno fatto un balzo in avanti rispetto alle generazioni precedenti. A quanto pare, l’impiego del chip del produttore di San Diego comporterebbe un aumento dei costi che vanno poi a ripercuotersi sul prezzo finale di vendita.
Secondo alcuni rapporti, le ragioni del costo più elevato sono diverse. Innanzitutto, lo Snapdragon 865 non ha un modem 5G integrato – come lo Snapdragon 765G – ma deve essere abbinato al modem X55. Questo chip aggiuntivo ma non opzionale occupa più spazio all’interno del dispositivo, implica un costo maggiore e richiede un design della scheda madre più complicato. Senza dimenticare le componenti che devono essere posizionate attorno al terminale per far sì che si connetta adeguatamente alle reti 5G.
Questi requisiti in termini di spazio spingono i produttori a realizzare smartphone dalle dimensioni più ampie, il che comporta schermi più grandi e batterie più capienti. Quindi quando si parla dei costi collegati all’utilizzo dello Snapdragon 865 non si parla solamente del processore in sé ma di tutto ciò che comporta.
Alcune fonti suggeriscono che per questi motivi sia Google che LG ci avrebbero rinunciato, optando per il più conveniente e piccolo Snapdragon 765G che – pur non appartenendo alla fascia alta- dovrebbe assicurare delle ottime prestazioni. Secondo quanto ipotizzato da XDA-Developers, infatti, Pixel 5 e Pixel 5 XL non impiegheranno lo Snapdragon 865. Il sito coreano Naver riferisce inoltre che LG starebbe adottando un approccio simile per il prossimo G9 ThinQ proprio come ha fatto HMD Global con il suo Nokia 8.3.
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