Uno smartphone senza schermo e basato su ChatGPT: OpenAI inizia la guerra

OpenAI, l'azienda dietro Chat-GPT, sembra pronta a fare il suo ingresso nel mercato dei dispositivi mobili con un approccio rivoluzionario.

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a cura di Giulia Serena

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Nel panorama tecnologico in rapida evoluzione, una notizia sta scuotendo il mondo degli smartphone: OpenAI, l'azienda dietro Chat-GPT, sembra pronta a fare il suo ingresso nel mercato dei dispositivi mobili con un approccio rivoluzionario che potrebbe mettere in seria difficoltà colossi come Apple. Mentre il gigante di Cupertino fatica già a gestire i ritardi del suo progetto Apple Intelligence, si profila all'orizzonte un concorrente che punta a ridefinire completamente il concetto stesso di smartphone, eliminando l'elemento che finora è stato centrale nell'esperienza d'uso: lo schermo.

Secondo quanto riportato da The Information, OpenAI sarebbe in trattative avanzate per acquisire io Products, una società hardware co-fondata da due figure di spicco: l'ex designer capo di Apple Jony Ive e l'attuale CEO di OpenAI Sam Altman. Questa mossa non rappresenta semplicemente l'espansione di un'azienda software nel mondo hardware, ma potrebbe segnare l'inizio di una nuova era per i dispositivi mobili basati sull'intelligenza artificiale.

Il progetto più ambizioso di io Products, già confermato dalla stessa azienda, è lo sviluppo di uno smartphone privo di schermo, completamente basato sull'AI. L'obiettivo dichiarato è creare "un'esperienza di computing meno socialmente invasiva rispetto all'iPhone" - un'affermazione che suona come una chiara dichiarazione di guerra ad Apple.

La visione di Ive, che ha contribuito in modo determinante al design degli iPhone che conosciamo oggi, sembra ora orientata verso dispositivi che ci permettano di interagire con la tecnologia in modo più naturale, principalmente attraverso comandi vocali, riducendo la dipendenza visiva dagli schermi che ha caratterizzato l'ultimo decennio.

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intelligenza artificiale

Il progetto gode già di un sostegno finanziario considerevole. Tra gli investitori figura anche Powell Jobs, vedova del co-fondatore di Apple Steve Jobs, con un finanziamento che si stima abbia raggiunto il miliardo di dollari entro la fine dello scorso anno. Queste risorse potrebbero accelerare significativamente lo sviluppo e la commercializzazione dei nuovi dispositivi.

Un precedente che potrebbe offrire indizi sulla direzione intrapresa da io Products è rappresentato dall'Humane AI Pin, un dispositivo che si propone come computer mobile controllato vocalmente senza necessità di uno schermo tradizionale. Il Pin utilizza proiezioni sulla mano dell'utente per visualizzare informazioni quando necessario, suggerendo un possibile approccio per il futuro dispositivo di OpenAI.

L'interazione vocale come modalità principale di comunicazione con i dispositivi solleva però interrogativi legittimi: un ambiente in cui tutti parlano contemporaneamente con i propri assistenti AI potrebbe risultare più caotico e socialmente disturbante, non meno, rispetto all'attuale scenario in cui le persone sono assorbite dai loro schermi.

Per Apple, questa evoluzione rappresenta una sfida su due fronti: da un lato la competizione tecnologica con un'azienda all'avanguardia nell'AI come OpenAI, dall'altro la minaccia di vedere il proprio ex designer di punta, Jony Ive, creare prodotti esplicitamente pensati per superare l'iPhone. Con i ritardi già accumulati nello sviluppo di Apple Intelligence, il timing non potrebbe essere peggiore.

La transizione verso dispositivi ambient computing - sempre presenti ma meno invasivi visivamente - potrebbe rappresentare il prossimo grande salto evolutivo dopo l'era degli smartphone a schermo intero. Se l'acquisizione di io Products da parte di OpenAI dovesse concretizzarsi, potremmo assistere non solo alla nascita di un nuovo concorrente nel mercato hardware, ma a un ripensamento radicale di come interagiamo con la tecnologia nella nostra quotidianità.

I prossimi mesi saranno cruciali per comprendere se questo matrimonio tra l'expertise hardware di Ive e la potenza AI di OpenAI riuscirà a concretizzarsi in prodotti realmente innovativi o se rimarrà nel regno delle ambiziose visioni tecnologiche mai pienamente realizzate. Ciò che è certo è che Apple non può permettersi di ignorare questa potenziale minaccia al suo prodotto di punta.

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