Le nuove regole dell'Unione Europea sul diritto alla riparazione sono finalmente state adottate, con l'obiettivo di incoraggiare la riparazione dei dispositivi guasti anziché sostituirli. Una delle regole principali prevede l'estensione della garanzia di un anno per i prodotti riparati durante il periodo di copertura.
Le aziende saranno ancora tenute a riparare prodotti di uso comune come smartphone, TV, lavatrici, aspirapolvere e altri, anche dopo la scadenza della garanzia, nel caso si manifesti un difetto prima dei canonici due anni. Se un prodotto si guasta durante il periodo di garanzia e viene riparato, infatti, la garanzia si allunga di un anno. Potrebbe succedere che qualcuno tenti di approfittarsene, con dispositivi che “magicamente” si danneggiano dopo un anno e undici mesi. Questa e altre possibili criticità potrebbero essere risolte dai vari stati membri, quando riceveranno la normativa.
Il punto è che questa regola cerca di spingere per un ritorno ai “vecchi tempi” quando riparare le cose era la norma; oggi invece la normalità è gettare l’oggetto che non funziona più e comprarlo nuovo. Anzi, spesso e volentieri chi vorrebbe riparare è scoraggiato dai costi troppo alti (spendo meno se lo cambio) o dalla non reperibilità dei pezzi di ricambio. E anche su quest’ultimo punto le regole europee dicono qualcosa, stabilendo per quanti anni i pezzi devono essere disponibili sul mercato. Viene altresì affermato che la riparazione deve avere un “prezzo ragionevole”, anche se non è ben chiaro cosa significhi.
Inoltre, è vietato l'utilizzo di clausole contrattuali o tecniche hardware/software che ostacolino le riparazioni.
Inoltre, l'UE prevede di lanciare una piattaforma online per trovare negozi di riparazioni locali, venditori di prodotti usati e persone che acquistano articoli difettosi.
La coalizione Right to Repair Europe ha accolto positivamente le nuove regole, definendole "un passo nella giusta direzione", anche se ha sottolineato alcuni limiti, come la mancanza di chiarezza riguardo al costo "ragionevole" delle riparazioni, lasciando alle aziende la decisione su quanto addebitare.