Scientology si oppone al diritto alla riparazione dei prodotti

La controversa religione Scientology interviene nel dibattito sul diritto alla riparazione

Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

L’idea di “diritto alla riparazione” si sta facendo strada nel sistema legale di molti paesi, e ora tra i suoi oppositori compare un nome del tutto inaspettato: Scientology, cioè quel curioso culto basato sugli scritti di Ron Hubbard e che conta tra i suoi adepti diverse persone ricche e famose (soprattutto ricche).

E quindi? Cosa c’entra una discussa religione moderna con il mio diritto a riparare il PC senza che il produttore si metta di mezzo? Insomma, se persino Apple di recente si è arresa e ha deciso di invertire la marcia su questo tema, cosa potranno mai avere da dire quelli di Scientology. C’entra perché, pare, Scientology rischia la propria reputazione (o presunta tale).

Esiste infatti un dispositivo (Wikipedia) che in qualche modo misura lo “stato” delle persone, e che fa parte della dotazione dei loro sacerdoti. Se qualcuno dovesse smontarlo, si potrebbe scoprire che dentro non c’è nulla se non qualche lucina colorata.

Il culto ha raccolto le proprie osservazioni in una lettera, dove in sostanza si dice che garantire il diritto alla riparazione sarebbe una violazione del DMCA (Digital Millennium Copyright Act, una legge che tutela il diritto d’autore). L’argomento non è nuovo: assicurare agli utenti l’accesso al sistema potrebbe significare anche dar loro accesso a elementi hardware e software protetti da copyright. Ritroviamo lo stesso discorso, per esempio, nel dibattito sulla riparazione di trattori e altri mezzi industriali.

Sull’altro piatto della bilancia ci sono i diritti del consumatore che si è comprato un veicolo (o uno smartphone) e si vede poi costretto a usare i costosi servizi del produttore per poter continuare a godere del suo acquisto. Il caso più famoso è quello dei trattori John Deere.

Leggi anche

Non possediamo più nemmeno la nostra auto, è ora di arrendersi?Se ripararsi l’auto da soli diventa un crimine

Scientology chiaramente non vende trattori né smartphone, ma hanno un oggetto chiamato E-Meter: uno “strumento elettronico che misura lo stato mentale e i cambiamenti di stato negli individui e aiuta la precisione e la velocità dell'auditing". Un macchinario a uso esclusivo dei ministri di Scientology. Ma volendo se ne trovano su eBay.

Scientology propone quindi che per il diritto alla riparazione siano previste eccezioni, in particolare per quegli oggetti il cui utilizzo sia riservato solo a persone che hanno ricevuto una formazione specifica - nella fattispecie indicazioni dal culto stesso.

"È una proposta totalmente irragionevole", ha dichiarato ad Ars Technica Elizabeth Chamberlain, direttore della sostenibilità di iFixit, aggiungendo che

“legare l'accesso ai materiali di riparazione alla formazione è pericoloso perché aiuta i produttori a mantenere il loro giardino recintato di riparazioni. Quando i produttori possono richiedere una formazione specifica, possono far pagare quanto vogliono per quella formazione, controllare chi vi può accedere e chiuderla per incrementare gli affari dei loro tecnici interni. I consumatori vedono il risultato di questo tipo di limitazioni nella riduzione dell'accesso alle riparazioni e nell'aumento dei prezzi”.

"La mia impressione è che gli Scientologist pensino che concedere alla comunità degli hacker il permesso di scavare nel loro software E-Meter possa smascherare l'intera operazione per quello che è. La richiesta è simile a tante altre argomentazioni contro il diritto alla riparazione: I produttori temono che l'accesso ai materiali di riparazione possa svelare altri loro sporchi segreti", ha detto Chamberlain.

E infatti nella lettera si legge che le leggi, se approvate, potrebbero mettere a rischio un oggetto che è “essenziale per il produttore del dispositivo per mantenere la sua reputazione e il suo avviamento". Dunque, hanno paura di fare un qualche tipo di brutta figura, se qualcuno dovesse mettere le mani dove loro non vogliono.

Immagine di copertina: chrisdorney

Leggi altri articoli