Lee Sang-hoon, presidente del consiglio di amministrazione di Samsung - precedentemente già condannato e incarcerato - si è dimesso dalla sua carica. Non sono passati neanche due anni da quando l'uomo si era conquistato tale posizione insieme a quella di presidente. L'obiettivo che si era prefissato era di migliorare due aspetti secondo lui critici: la trasparenza del marchio e l'indipendenza come uno dei più importanti e grandi produttori di chip di memoria.
L'aspetto della trasparenza non era buttato lì a caso. A precedere Sang-hoon c'era Jay Y. Lee, il quale è stato protagonista in uno scandalo di corruzione. Più nello specifico, l'accusa era di aver corrotto una persona legata all'ex presidente della Corea del Sud nel tentativo di ottenere dei favori su alcuni piani di sviluppo.
Come detto poc'anzi, anche Sang-hoon si è trovato nei guai con la giustizia. Ha ricevuto infatti una condanna per aver impedito e sabotato delle attività sindacali regolari. La pena per questo comportamento è quella detentiva, carcere per 12 mesi fino a un massimo di 18. L'uomo ha presentato ricorso contro tale sentenza, ma ha comunque preferito dimettersi dalla sua carica all'interno della compagnia.
Samsung, al momento, è impegnata nella ricerca del successore. La scelta più probabile ricade su uno degli attuali membri del consiglio di amministrazione che è composto da sei direttori esterni e tre dirigenti interni. Si dovrà tenere anche un'assemblea con i soci azionisti che dovrebbe venire indetta a marzo. Non è stata una notizia che ha sorpreso le frange più alte del colosso e anzi, era ampiamente prevista.