È il form factor a conchiglia che consentirà agli smartphone pieghevoli di imporsi al grande pubblico. Ne ho la certezza ormai, dopo quasi due settimane in compagnia del Galaxy Z Flip di Samsung. Certo, anche il prezzo avrà il suo peso, ma la storia del mercato ci ha insegnato che è l'esigenza - fatta nascere in seno ai consumatori - a fare la differenza in termini commerciali. Questo dispositivo ha creato in me un'esigenza che, onestamente, si era ormai sopita da anni: avere uno smartphone comodamente (e realmente) trasportabile nelle tasche, senza rinunciare a tutte le funzionalità avanzate a cui ormai siamo abituati.
Personalmente sono un amante dei "padelloni" sin dagli albori della scena smartphone. In più, l'offerta da parte dei brand ha preso una direzione ben precisa in questi anni, per cui trovare smartphone davvero compatti è diventata un'impresa impossibile. Con Galaxy Z Flip ho riscoperto il piacere di inserire nelle tasche il telefono e dimenticarmi di averlo con me, se non per le notifiche. Tutto questo senza far passare in secondo piano il fatto che si tratti comunque di un top di gamma, per cui sempre veloce, con un buon comparto fotografico e uno schermo che, rispetto al Galaxy Fold, ha compiuto un ulteriore salto di qualità.
Compatto è bello
Quando Galaxy Z Flip è chiuso, è lungo praticamente la metà di un iPhone 11 Pro Max. Basta questo dato per comprendere quanto sia compatto questo smartphone quando non lo si utilizza, guadagnando una forma praticamente quadrata con uno spessore di 17.3 mm. In questa modalità entra in qualsiasi tasca e, grazie al peso di 183 grammi (226 grammi per il phablet di Apple), risulta comodissimo da portare con sé nella quotidianità.
In più, nonostante il vetro utilizzato per la scocca, da chiuso è talmente compatto che riesce a entrare completamente nel palmo di una mano, per cui dimenticatevi l'effetto "saponetta" visto su altri dispositivi. Non mi ha convinto però il piccolissimo schermo Super AMOLED da 1,1 pollici che Samsung ha posizionato all'esterno, accanto al modulo fotografico posteriore. Questo diventa infatti la finestra su ciò che accade sullo smartphone quando non lo stiamo utilizzando e, oltre a visualizzare l'ora, consente di tenere sotto controllo le notifiche attraverso le icone delle app.
È possibile leggere una parte del contenuto delle stesse, ma risulta decisamente scomodo su un display tanto piccolo. Da questo punto di vista, credo che la soluzione implementata dal RAZR di Motorola (rivale diretto dello Z Flip), ovvero uno schermo esterno da 2,7 pollici, sia decisamente più funzionale. In generale, comunque, l'unica criticità rilevata in termini di ergonomia è la scivolosità del dispositivo quando viene poggiato su di un piano.
Il meccanismo che consente di aprire lo Z Flip, basato sulla medesima cerniera del Galaxy Fold, è assolutamente solido. Una serie di magneti tiene ancorate "le due metà" quando il dispositivo è richiuso, senza il rischio che venga aperto involontariamente. Discorso analogo quando è dispiegato: per poterlo richiudere bisogna esercitare una certa pressione. Samsung ha lavorato benissimo da questo punto di vista e la scocca appare decisamente solida. Ovviamente, per poter dare un giudizio definitivo sulla cerniera in termini di resistenza, dovremo necessariamente aggiornarci tra qualche mese, ma le impressioni in queste due settimane sono comunque ottime.
Una volta aperto, le dimensioni diventano quelle di un classico smartphone. La lunghezza infatti sale a 167.3 mm, lo spessore scende ad appena 7,2 mm e, di contro, si ha accesso a un ampio schermo da 6,7 pollici Dynamic AMOLED. In questa modalità, io riesco comunque a utilizzarlo con una mano, grazie soprattutto allo spessore ridotto e al piccolo "scalino" creato attorno al display dai bordi, che risulta decisivo per impugnare in maniera salda il dispositivo.
Esiste però una terza modalità di utilizzo. È infatti possibile ripiegare il display solo a metà, magari visualizzando su ogni porzione due contenuti diversi, migliorando ulteriormente il concetto stesso di multitasking. Esempio pratico: spesso ho poggiato lo Z Flip in questa modalità accanto al mio computer, tenendo sotto'occhio in una parte dello schermo Slack (il nostro software aziendale per la messaggistica interna) e nell'atra Gmail. Davvero comodissimo.
In più, la piega dello schermo è molto meno visibile rispetto a quanto visto sul Galaxy Fold. Merito, da una parte, della dimensione inferiore del pannello principale, e dall'altra del lavoro svolto da Samsung per migliorare il pannello. Questo display da 6,7 pollici mi ha convinto: la risoluzione Full-HD+ consente di godere appieno dei contenuti multimediali ma, allo stesso tempo, impatta meno sulla batteria; i contrasti sono quelli tipici degli AMOLED, per cui molto profondi; la luminosità è più che adeguata.
L'unico punto debole di questo schermo è la visibilità all'aperto nelle giornate particolarmente assolate. Essendo infatti un pannello pieghevole, inevitabilmente il panello anteriore è composto anche da un polimero plastico, e questo aumenta la riflettanza. Sotto la luce diretta del sole, anche alla massima luminosità, potreste riscontrare qualche difficoltà nella visione.
Prestazioni al top, comparto fotografico convincente
C'è lo Snapdragon 855+ sotto la scocca del Galaxy Z Flip. È il processore targato Qualcomm che ha caratterizzato tanti smartphone top di gamma della seconda metà del 2019. In questo caso è accoppiato a 8 Gigabyte di RAM e a 256 Gigabyte di memoria (non espandibile). Con una piattaforma hardware del genere, è quasi superfluo parlare di prestazioni, ma è comunque corretto sottolineare come tutto scorra in maniera veloce e fluida, senza impuntamenti. È l'ennesima conferma di come gli Snapdragon riescano a offrire ancora qualcosa in più rispetto agli Exynos di Samsung.
La parte software è affidata ad Android 10, personalizzato con l'interfaccia One UI 2. Da questo punto di vista, la situazione è migliore rispetto a quella del Galaxy Fold. Il particolare form factor di quest'ultimo (con il display principale che ha un rapporto di forma quasi in 4:3) avrebbe richiesto un lavoro ad hoc per adattare il sistema operativo, mentre il Galaxy Z Flip, da aperto, è uno smartphone come qualsiasi altro. Anzi, la piega che divide il pannello interno in due perfette metà, esalta ulteriormente il multitasking presente di default su Android.
Mi ha convinto il comparto fotografico, nonostante Samsung abbia dovuto rinunciare a qualcosa visto il design a conchiglia. Sul retro ci sono due fotocamere: principale da 12 Megapixel f/1.8 (stabilizzata otticamente), secondaria sempre da 12 Megapixel f/2.2 con sensore grandangolare. Il Galaxy S20 Ultra è superiore da questo punto di vista, ma Z Flip si difende comunque molto bene. Le immagini in diurna sono ricche di dettagli e profondità, l'apposita modalità notte offre buoni risultati anche con poca luce (discorsi validi anche per il grandangolo).
Non c'è purtroppo un teleobiettivo, di cui comunque non ho avvertito particolarmente la mancanza. Molto buona anche la fotocamera anteriore da 10 Megapixel, in grado di sfruttare una modalità ritratto di alto livello. I video vengono registrati fino alla risoluzione 4K a 60 fps e anche questi sono ottimi, tanto in diurna che in notturna. Da sottolineare la presenza della funzionalità super slow-motion a 960 fps che, come da tradizione, necessita di tanta luce per offrire filmati utilizzabili.
Buone notizie dall'autonomia. Con la batteria da 3300 mAh, con il mio solito utilizzo (misto tra LTE e Wi-Fi, 2 account mail in push, centinaia di notifiche dai social ed app di messaggistica istantanea, oltre 2 ore di telefonate), sono riuscito a coprire circa 15 ore lontano dalla presa elettrica a fronte di 5 ore di schermo accesso. In determinati contesti, potrebbe essere necessaria una carica aggiuntiva (presente ricarica rapida a 15W e ricarica wireless), ma in generale riuscirete ad arrivare serenamente a sera. Un aspetto non così scontato visto il particolare form factor.
La parte audio è affidata a un singolo altoparlante posizionato sul bordo inferiore: la qualità è accettabile, il volume è buono. Capita però di coprirlo quando si impugna lo smartphone in verticale. Completa la connettività: Bluetooth 5.0, Wi-Fi ac Dual-Band, GPS A-GLONASS Galileo BDS, NFC, supporto Dual-SIM (con eSIM). Manca però il jack audio da 3.5 mm e stona decisamente, su uno smartphone con questo prezzo, l'assenza del 5G. Funziona molto bene il sensore per le impronte digitali posizionato lateralmente nel pulsante di accensione.
Conclusioni: chi dovrebbe acquistarlo
Servono 1.520 euro per portarsi a casa Galaxy Z Flip. Sono tanti, senza dubbio, e rappresentano il vero punto debole di questo smartphone. Certo, i pieghevoli fanno un po' storia a sé, visti anche i costi di produzione degli appositi pannelli. Si tratta però del primo dispositivo di questo tipo che mi ha dato la sensazione di poter essere realmente apprezzato dal grande pubblico, a differenza del fratello maggiore Galaxy Fold, ma anche del Mate XS di Huawei.
Credo che gli smartphone pieghevoli abbiano cambiato marcia grazie al design a conchiglia. Nel caso non aveste limiti di budget, date una chance a questo Galaxy Z Flip, perché vi conquisterà sin dal primo utilizzo, facendovi riscoprire il piacere della trasportabilità e, perché, di alcuni gesti a cui gli smartphone ci hanno fatto rinunciare, come riagganciare la chiamata semplicemente chiudendo fisicamente il telefono.