All’interno del “campo da gioco” destinato alla creazione di una rete a banda larga unica sotto il controllo statale potrebbe fare il loro ingresso un nuovo attore: il fondo Macquarie.
Il piano per la creazione di una rete unica a banda larga sotto il controllo statale avrebbe dovuto avere una sua definitiva definizione entro il passato 31 dicembre. Purtroppo, come è evidente, le cose sono andate in modo diverso. Stando alle ultime voci, il fondo Macquarie andrebbe ad affiancarsi, nel progetto attuale, al già noto fondo Kkr: questo è attualmente proprietario del 37,5% di Fibercop (la wholesale company di TIM) e fece parlare di sé nel corso del passato anno per il tentativo, non riuscito, di ottenere la totale proprietà di TIM.
Al contrario il fondo australiano, che attualmente possiede il 40% di Open Fiber, ha invece mantenuto sempre un profilo meno evidente. La cosa potrebbe però cambiare: in un’intervista rilasciata a Milano Finanza, Roberto Purcaro e Gianluca Ricci, due manager di alto livello del gruppo, hanno reso note le intenzioni del fondo sul progetto Rete Unica:
"Siamo molto incoraggiati dalle riforme del governo a sostegno della diffusione e dell’adozione della fibra ottica in tutta Italia. Il nostro obiettivo è quello di migliorare l’accesso alla banda larga affidabile e ultraveloce e di farlo secondo il calendario concordato con il governo. Siamo orgogliosi del nostro lavoro con Open Fiber e non vediamo l’ora di supportare la realizzazione della rete open-access che porterà alla nuova generazione di infrastruttura digitale in Italia".
I due hanno anche aggiunto che:
"Il fondo Macquarie è pronto per la rete unica e appoggia il piano del Governo [...] e sta lavorando al progetto con le parti interessate".
Sembra quindi che la nuova direzione presa dall’attuale governo sia quella di coinvolgere il fondo australiano nella realizzazione di questo ambizioso progetto. Tuttavia, almeno per il momento, l’unica certezza sembra essere quella che non ci siano certezze: allo stato attuale non è ancora stata definita una data entro la quale il Governo si pronuncerà sulla chiusura del dossier Rete Unica.
Il 18 gennaio i rappresentanti del Governo hanno fissato un incontro con il consiglio d’amministrazione di TIM: a questo incontro parteciperà anche Pietro Labriola, amministratore delegato dell’azienda. Secondo diversi analisti di mercato, in primis quelli di Equita, l’opzione più plausibile sarebbe la vendita della rete, che è ritenuta decisamente più probabile rispetto alla scissione proporzionale. In questo quadro Macquarie farebbe il suo ingresso in maniera diversa dal solito: non diventando parte dell’azionariato ma bensì con di finanziamento “ibrido” attraverso Open Fiber.
Considerato che, finora, tutti le precedenti azioni intraprese si sono risolte in un nulla di fatto, diventa impossibile dire se, in questo caso, le cose andranno in maniera diversa e se il coinvolgimento di Macquarie sarà in grado di definire in modo netto il piano per la creazione della Rete Unica: non possiamo fare altro che aspettare e vedere come si evolveranno le cose.