Il premier Meloni è tornata a esprimersi sulla questione rete unica e delle difficoltà da affrontare per arrivare ad una soluzione.
Non è una novità che tra gli obiettivi dell’attuale governo ci sia la creazione di una rete unica pubblica di proprietà statale: a tal proposito l’attuale premier non aveva nascosto le sue posizioni ben prima di essere eletta all’attuale carica. Tuttavia allo stato attuale delle cose non sembra che le cose possano procedere con la voluta celerità: all’origine di alcuni degli ostacoli è la natura di una delle aziende che dovrebbe essere incorporata in questa nuova rete unica: TIM. Il suo essere una società privata, oltretutto quotata in borsa, complica non di poco le cose.
Interrogata al riguardo Meloni ha comunque ribadito la sua volontà di portare avanti il progetto, e di voler acquisire il controllo delle infrastrutture, senza tuttavia entrare nel dettaglio di come vorrebbe portare avanti la cosa. Meloni si è così espressa:
"La natura di TIM, che è una società privata e quotata, necessita di molta prudenza e anche di una certa riservatezza. Però le confermo che questo Governo si dà l’obiettivo, duplice, da una parte di assumere il controllo della rete, per ragioni che abbiamo spiegato tante volte e che immagino tutti condividiamo in fondo (per una questione strategica), e dall’altra di lavorare il più possibile per mantenere i livelli occupazionali. Sono queste le due grandi questioni che a noi interessano, tutto il resto lo lasciamo alla dinamica libera del mercato. Però su come ci si arrivi occorre prudenza".
Sulla faccenda anche Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, durante un’intervista rilasciata al Corriere della Sera si era così espresso:
"Spero che entro il 31 dicembre saremo in grado di dare indicazioni sulla rete TIM. Tutto sempre perseguendo l'interesse nazionale nel rispetto degli investitori stranieri. Non a caso Vivendi ha riconosciuto recentemente il clima positivo creato dal Governo".
Considerando che alla data indicata dal Ministro mancano poche ore, riteniamo improbabile che il nodo della questione possa ormai essere sciolto secondo le tempistiche indicate. Ma è anche vero che non sarebbe la prima volta che vedremmo arrivare una decisione dell'ultimo momento a "sparigliare le carte" e a rimettere tutto in moto: visto il poco tempo che ci separa dalla "scadenza" indicata non possiamo fare altro che aspettare e vedere se ci saranno inaspettate novità.