Il progetto di creare una rete unica che unisca la nostra penisola potrebbe non essere stato del tutto abbandonato, ma nulla è ancora deciso.
Lanciato dal governo Draghi, il progetto di una rete a banda larga unica, che prevede di unire sotto la protezione dello Stato la rete TIM e quella di Open Fiber sembrerebbe aver ricevuto il colpo di grazia dalle recenti decisioni del Governo Meloni e dalla mancata offerta da parte di Cassa Deposito e Prestito; offerta necessaria per riuscire a mandare in porto l’operazione.
Cassa Deposito e Prestito, che attualmente è azionista di entrambe le due società (nello specifico detiene il 60% di Open Fiber e il 9,9% di TIM), avrebbe in effetti voluto, almeno secondo quanto riportato da Repubblica, portare a termine l’operazione ed era perfino arrivata a presentare un'offerta non vincolante per unire le due società in un'unica rete; tuttavia l’attuale governo avrebbe deciso altrimenti affidando la gestione della faccenda al sottosegretario Butti, da sempre contrario a questa “fusione” in virtù del possibile conflitto d’interessi di CDP.
Tuttavia non tutto sembra essere andato perduto, o almeno questo è quanto lascerebbe intuire una nota dello stesso sottosegretario pubblicata durante la giornata di ieri. In questa si annuncia la volontà di trovare una soluzione entro la fine dell’anno e si evidenzia come il Ministero delle Imprese abbia portato avanti accurate e numerose indagini e abbia affrontato i principali soggetti coinvolti nel progetto; vi riportiamo integralmente la comunicazione:
"Il Governo ha svolto in queste settimane ampi e doverosi approfondimenti ed interlocuzioni con i principali soggetti coinvolti nello strategico dossier sulla “Rete Unica” culminati nell’incontro svolto ieri a Palazzo Chigi con le organizzazioni sindacali. Tenendo conto delle priorità di valorizzare le risorse umane di TIM e dar attuazione ad una efficiente e capillare Rete Nazionale a controllo pubblico, il Governo intende promuovere un tavolo di lavoro che entro il 31 dicembre possa contribuire alla definizione delle migliori soluzioni di mercato percorribili per massimizzare gli interessi del Paese, delle società coinvolte e dei loro azionisti e Stakeholder, tenendo altresì conto delle normative esistenti a livello nazionale ed europeo e dei necessari equilibri economici, finanziari ed occupazionali".
Insomma sebbene non venga di fatto definito nulla è almeno evidente che il progetto non sia del tutto stato abbandonato. Tuttavia è altrettanto vero che dalla nota non è possibile trarre conclusioni, né in un senso né in quello opposto: è quindi molto probabile che sentiremo di nuovo parlare ancora del progetto rete unica da qui al 31 dicembre; ma quale sarà la decisione definitiva nessuno può ancora stabilirlo.