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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Lo schermo ha una diagonale di 6.28" e un rapporto di forma di 19/9. La risoluzione è di 2280 x 1080 pixel. Ogni pollice quadrato di schermo è composto da 401 pixel (densità), e questo numero assicura un'altissima precisione delle immagini. La densità è tale da rendere i pixel totalmente invisibili, e di conseguenza le immagini estremamente nitide, precise e ricche di dettagli.

La tecnologia adottata per la realizzazione del pannello è l'AMOLED, ne consegue un elevato rapporto di contrasto e un'angolo di visione praticamente infinito. Potrete inclinare lo smartphone perpendicolarmente ai vostri occhi e distinguere ancora i dettagli dei vari elementi. Certo c'è una caduta di luminosità, che rimane tuttavia contenuta.

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Con il profilo base i colori sono brillanti, e la loro vivacità aumenta con l'aumentare della luminosità del pannello. Questa è elevata e tale da offrire una corretta visualizzazione dello schermo anche in una giornata di sole. La copertura in Gorilla Glass 5 ha un limitato indice di rifrazione, che aiuta a mantenere alta la visibilità. Solo puntandogli contro una fonte di luce diretta non riuscirete a distinguere le immagini a schermo.
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Tramite il menù impostazioni del display potrete scegliere tra quattro impostazioni, una predefinita (i colori tendono a essere più carichi rispetto al loro punto di naturalezza), sRGB e DCI-P3 che impostano lo schermo per soddisfare i parametri definiti dallo spazio colore corrispondente, e una "adattiva", che rende i colori più naturali. All'occorrenza potrete impostare un profilo personalizzato che farà apparire uno slider ai cui capi le voci "freddo" e "caldo" vi permetteranno di scegliere la resa cromatica a piacimento.

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Per gli amanti dei numeri, il rapporto schermo/corpo è pari all'84%. OnePlus ha ricevuto qualche critica per gli schermi adottati in alcuni modelli precedenti. Quello presente nel OnePlus 6 è qualitativamente all'altezza degli attuali top di gamma che compongono la fascia alta di mercato, e offre un'esperienza cromatica soddisfacente nonché una luminosità tale da assicurare un'ergonomia d'uso indolore anche all'aperto.

Audio

L'audio della capsula auricolare è ottimo, e anche alzando il volume non abbiamo notato alcun tipo di disturbo. Meno entusiasmante, invece, la qualità dell'altoparlante principale posizionato nella parte inferiore dello smartphone. La resa è discreta, niente di più. Manca di corposità, lo spettro audio è sbilanciato nella parte alta, con una medio bassa quasi inesistente. Andrà bene per un ascolto casuale di contenuti multimediali, per tutto il resto è d'obbligo una cuffia.

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Inoltre, la mancanza di un audio stereo è oggi più penalizzante del passato, quando erano solo pochissimi modelli a offrirla. Abbiamo interrogato i portavoce dell'azienda anche riguardo questo aspetto e ci hanno risposto che posizionare una capsula auricolare in grado di funzionare bene anche come secondo altoparlante esterno avrebbe significato scendere a compromessi con il design, principalmente per una questione di spazio. Non siamo progettisti di smartphone, ma di certo possiamo assicurarvi che altri marchi hanno implementato questa soluzione con risultati interessanti, senza troppi compromessi. Ad ogni modo, fattibilità tecnica o meno, è indubbio che si tratti di un'opportunità persa. Speriamo di trovare questa soluzione, in grado di migliorare decisamente la resa qualitativa dell'audio, in un prossimo modello.

OxygenOS ed esperienza d'uso

OnePlus 6 debutta con la versione 8.1 (Oreo) di Android, personalizzata con OxygenOS. Come al solito ci troviamo di fronte a una versione del sistema operativo poco dissimile da quella stock, con una conseguente esperienza d'uso sensibilmente vicina a quella di Pixel o di altri smartphone Motorola, per intenderci.

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Dopo anni in cui abbiamo valutato molteplici personalizzazioni di praticamente tutti i marchi, con questi ultimi che nel tempo hanno capito che calcare la mano sulle personalizzazioni non è sempre la soluzione migliore, non possiamo che premiare la scelta di OnePlus.

L'interazione è veloce, tutto si trova sempre al primo colpo, e non si rischia di perdersi in infiniti meandri nel menù delle impostazioni. Ancora meglio non c'è praticamente bloatware installato. Tutte le applicazioni sono quelle base di Android, e se vorrete qualcosa di più, il PlayStore sarà la vostra risposta. Non dovrete quindi passare i primi dieci minuti d'uso a nascondere o disinstallare applicazioni.

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Le personalizzazioni apportate da OnePlus nelle funzioni rimangono coerenti con le caratteristiche hardware aggiuntive o scelte di design (come il notch o il selettore laterale delle modalità d'uso). Uno swype a destra rileva una pagina intelligente  e personalizzabile
da cui avviare velocemente una chiamata o aprire un'app usata di recente. Un gesto verso il basso apre il menù delle impostazioni veloci, completamente personalizzabile. Il drawer standard di android si apre con un gesto dal basso verso l'alto.

Proprio i gesti sono una novità inclusa in questa versione di OxygenOs, la cui attivazione amplifica ulteriormente il concetto di "tutto schermo". Già perché è possibile disattivare completamente la barra inferiore dei tasti virtuali (home, indietro e applicazioni aperte), sostituendole dai seguenti gesti: uno swype verso l'alto che parte dalla parte basso dello schermo agisce da tasto home (riduce tutte le applicazioni per tornare alla schermata principale dello smartphone), lo stesso movimento fermando però il dito a metà schermo apre la schermata con tutte le applicazioni aperte per passare velocemente dall'una all'altra, mentre lo stesso gesto dal lato dello schermo agisce da tasto "indietro".

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Inizialmente avevamo dubbi sull'effettiva efficienza di questo sistema, ma dopo averlo attivato non siamo più tornati indietro. Funziona bene, è facile da apprendere e soprattutto permette l'interazione con una mano ancora più semplice piuttosto che dover raggiungere quella piccola area, con un tocco preciso, nella parte inferiore dello schermo. L'interazione, come detto, è sempre veloce e precisa. OxygenOS è ben congegnato, e la sua forza è la semplicità. Strafare, in questo campo, non porta quasi mai reali vantaggi.

Sblocco telefono

Utilizzerete principalmente due metodi per sbloccare lo smartphone, l'impronta digitale o il riconoscimento del viso. L'impronta è ormai un metodo sicuro, rodato, preciso e veloce, e questo OnePlus 6 conferma la descrizione. Chi vi scrive preferisce di gran lunga il posizionamento davanti, sotto allo schermo, poiché si tratta di una zona visibile e facile da raggiungere. Il posizionamento dietro, come in questo caso, lascia sempre dei dubbi e non è infallibile. L'altezza a cui è presente il sensore è limite, pochi millimetri più in alto sarebbe stato troppo e annoverato tra i difetti. Bisogna abituarsi e solo dopo alcuni giorni, e molti sblocchi, diventerà un'azione naturale.

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Probabilmente appena la tecnologia che permetterà il posizionamento del lettore d'impronte sotto allo schermo sarà matura (e non manca molto dato che abbiamo già visto le prime applicazioni commerciali), i produttori torneranno a posizionare i lettori nella parte anteriore.

Per velocizzare lo sblocco vorrete registrare anche il vostro viso per il conseguente riconoscimento. Funziona bene se vi trovate in condizioni di buona luminosità ambientale, meno quando la luce scarseggia, e ha qualche difficoltà quando indosserete accessori, come gli occhiali da sole. In pratica funziona con la stessa precisione di tutti gli altri sistemi presenti sugli smartphone Huawei, Samsung, etc.

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Vi consigliamo di attivare la funzione che accende lo smartphone quando rileva un movimento (il sollevamento), disattivata di default, e che vi evita di riattivare sempre lo smartphone dandovi indicazioni su ora o notifiche ricevute.
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