Hardware
OnePlus 2 è realizzato in alluminio e questo gli conferisce un aspetto più lussuoso rispetto al modello dell'anno scorso. Risulta molto solido tra le mani, ha un bell'aspetto e chi vuole può personalizzare la cover posteriore scegliendo tra diverse alternative.
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La fotocamera è circa tre quarti dell'altezza, ha un flash LED bitonale e autofocus laser. È un po' più in basso rispetto a tanti altri smartphone. Intorno a questo elemento c'è lo stesso alluminio scuro che circonda il telefono stesso.
Ci sono pulsanti su ognuno dei due lati lunghi e anch'essi sono in alluminio. Il bilanciere del volume è ben posizionato e facile da usare così come il pulsante per l'attivazione, poco sotto. Sull'altro lato troviamo Alert Slider, un pulsante aggiuntivo introdotto da OnePlus: è un po' più in alto e ha una finitura zigrinata che dovrebbe facilitarne l'uso. Ci sono tre posizioni disponibili, con click precisi che non lasciano dubbi.
OnePlus ha deciso di non partecipare alla corsa verso il telefono sottiletta, una scelta che sicuramente apprezziamo. Ma lo OnePlus 2 è forse sbilanciato dall'altra parte e risulta un po' imponente. C'è un leggero sbalzo intorno al sensore di impronte digitali/tasto Home, che lo rende più facile da individuare. Il sensore risponde sempre velocemente e con precisione, tanto per sbloccare il telefono quanto per altre azioni.
OnePlus ha insistono molto sulla luminosità massima di 600 nit, per compensare la risoluzione "solo 1080p" dello schermo. Ciò nonostante lo schermo dello OnePlus 2 si vede a fatica quando ci si trova sotto il sole, e da questo punto di vista è peggiore del Galaxy S6 o dell'LG G4. All'interno è un ottimo schermo con una buona qualità dell'immagine. La risoluzione è più che adeguata anche se minore rispetto ai top di gamma citati. All'esterno però bisogna strizzare gli occhi.
Il bordo inferiore ospita la porta USB-C (USB 2.0) e un singolo altoparlante, a destra. Quest'ultimo è adatto per fare chiamate in vivavoce o comprendere la parte audio di un video, ma non gli si può chiedere di più – in altre parole la qualità è al minimo indispensabile; il volume massimo è discreto.