Software
Saranno in molti a detestare il software del Nextbit Robin, per via del fatto che non c'è il drawer e tutte le app sono nella schermata home. Nextbit non è l'unica ad aver fatto questa scelta, che si mormora potrebbe anche essere la scelta di Google in futuro. A parte questo dettaglio, questa versione di Android è ben realizzata.

È possibile creare cartelle e non c'è limite al numero di schermate che vogliamo usare per tenere le applicazioni. Ogni schermata ospita un pulsante fluttuante che dà accesso alle applicazioni archiviate, quelle preferite o tutte le app (in ordine alfabetico), ma ci vorrà un po' per abituarsi se venite da un'esperienza Android tradizionale.
Il Material Design è presente e ben applicato. C'è molto spazio bianco, la tavolozza dei colori è luminosa ma non strilla, e i font sono molto sottili. Le applicazioni che seguono le linee guida del Material Design per l'icona sembrano un po' fuori posto, perché quelle di sistema non hanno quel leggero effetto ombra, ma se vi piace l'aspetto piatto Material, vi piacere il risultato finale. Il design è senz'altro ben fatto, al di là dei gusti personali. Se proprio non vi piace il launcher di Nextbit, comunque, è sempre possibile installarne uno alternativo.
Impostazioni, finestre di dialogo, impostazioni veloci e system tray invece sono in "stile Nexus". Il Robin ha la sua scelta cromatica, ma Marshmallow si fa notare ovunque – tranne che nel launcher.
L'esemplare che abbiamo provato aveva Android 6.0 con la patch di sicurezza di gennaio 2016. Nexbit promette aggiornamenti software per due anni, e dicono che le patch di sicurezza hanno le priorità. Il loro CTO e cofondatore Mike Chan ha lavorato per Google in passato, come specialista per la gestione energetica, ma si è occupato anche di prestazioni e sicurezza. Crediamo che la sua influenza si farà sentire anche sulla gestione della sicurezza del Nexbit Robin. I dati che vengono scaricati quando si usa Smart Storage sono trasmessi e archiviati usando crittografia e protezione in due passaggi con Google. Un approccio che ci piace molto.
Forse quello che ci piace di più del software del Robin è che non c'è traccia di bloatware. Ci sono alcune applicazioni di sistema e programmi di utilità, così come le applicazioni Google obbligatorie per avere la certificazione. Ma nient'altro.
Pochi smartphone offrono la stessa pulizia. Forse vorrete disabilitare Hangouts, Google Photo o Google+, ma non avrete bisogno di leggervi un forum per capire come configurare questo smartphone nel modo che più vi piace.