Mate 10 Pro arriva sul mercato con a bordo Android 8.0 Oreo personalizzato con l'interfaccia proprietaria EMUI 8.0. Come da tradizione, Huawei interviene in maniera importante sull'esperienza utente del robottino verde, sia da un punto di vista grafico che per quanto riguarda tutta una serie di funzionalità aggiuntive che abbiamo ormai imparato a conoscere.
La EMUI 8.0 non rappresenta una rivoluzione di quanto già visto, quanto piuttosto un'evoluzione. Tra le novità, la divisione automatica dello schermo quando si ricevono le notifiche e durante la visione dei filmati, oltre all'attivazione di alcune funzioni con le nocche. Bella la possibilità di sdoppiare letteralmente alcune applicazioni social e di messaggistica, decisamente funzionale su uno smartphone Dual-SIM.
Per la funzionalità Easy Projection che, attraverso un semplice adattatore Type-C/HDMI, trasforma il Mate 10 Pro in una sorta di PC collegandolo ad un monitor esterno e facendo girare le app Android in un ambiente desktop, dedicheremo nei prossimi giorni un focus ad-hoc, ma vi anticipo che è stata davvero ben realizzata.
Il software coadiuva in maniera convincente la parte hardware, risultando sempre fluido e senza alcun rallentamento. Certo, si tratta evidentemente della parte con meno novità, ma che rappresenta ormai un vero e proprio marchio di fabbrica per Huawei, un pò come avviene con la Samsung Experience.
La presenza di Android Oreo però rappresenta un importante punto a favore per il Mate 10 Pro, considerando tra l'altro come molti diretti concorrenti siano fermi a Nougat. Un aspetto che potrebbe agevolmente essere sfruttato da Huawei in ottica commerciale.
In ogni caso, durante i nostri giorni di prova, abbiamo già ricevuto due corposi update software, per cui non è escluso che il prodotto arrivi sul mercato con un firmware ancora più aggiornato.
Comparto fotografico
Sulla back cover del Mate 10 Pro è stata posizionata una dual-camera, composta da un sensore principale da 12 MP RGB con obiettivo f/1.6 accoppiato a un secondo sensore da 20 MP monocromatico con obiettivo f/1.6. Tutto è coadiuvato dallo stabilizzatore ottico dell'immagine, da un flash LED dual-tone e da un autofocus laser.

Anche quest'anno non manca la collaborazione con Leica, dando continuità al sodalizio inaugurato con il Huawei P9. Come detto però, in ambito fotografico, interviene in maniera importante l'intelligenza artificiale che, di fatto, semplifica la vita dell'utente.
Grazie al machine learning infatti il Mate 10 Pro è in grado di comprendere che tipo di soggetto si trovi davanti alla fotocamera. Nell'immagine sottostante infatti potete vedere come, inquadrando una pianta, compaia appunto l'icona apposita, con il software che ottimizza lo scatto in base a ciò che sta inquadrando. Discorso analogo nel caso ci fosse una persona, o un alimento (solo per citare qualche esempio).
In tal senso, ho trovato l'intelligenza artificiale estremamente funzionale, un'integrazione davvero ben riuscita da parte di Huawei. Anche perchè siamo comunque difronte ad un hardware fotografico di assoluto livello, che consente al Mate 10 Pro di scattare in maniera convincente in praticamente qualsiasi condizione.
Probabilmente in notturna risulta ancora un passo indietro rispetto a qualche diretto concorrente, ma anche in quest'ambito il miglioramento operato da Huawei è stato netto. Da sottolineare come la fotocamera anteriore, 8 MP f/2.0 con fuoco fisso, consenta una sorta di effetto bokeh simulato via software.
I video vengono girati fino alla risoluzione 4K, a 30 FPS. In questo caso però manca la stabilizzazione elettronica, disponibile solo in Full-HD a 30 FPS. Anche per i filmati vale il discorso fatto per le fotografie in notturna: sono da top gamma, ma ancora un passo indietro rispetto ad alcuni mostri sacri in questo particolare ambito.