Utilizzare il Google Pixel 3a XL conferma come, al giorno d'oggi, sia sempre più il software a fare la differenza, al netto di un miglioramento generale degli smartphone da un punto di vista hardware. L'ingresso dell'azienda di Mountain View nella fascia media del mercato non poteva essere migliore di così: le prestazioni sono convincenti, l'esperienza utente è perfettamente integrata nell'ecosistema di Big G e il comparto fotografico è semplicemente sorprendente per questo segmento.
L'unico vero punto debole di questo dispositivo è il prezzo. In Europa infatti è stato posizionato a 479 euro, un prezzo di per sé assolutamente in linea con quanto offerto, ma che lo mette in competizione con dispositivi come il Mi 9 di Xiaomi, che offre però lo Snapdragon 855 (contro lo Snapdragon 670 del Pixel 3a XL). In realtà però, oltre ai punti di forza già citati, la creatura di Google ha un asso nella manica che non va sottovalutato.
Sto parlando del supporto software nel tempo, un aspetto decisamente non scontato nel panorama del robottino verde. Basti pensare come gli smartphone Pixel di prima generazione, immessi sul mercato nel 2016, riceveranno regolarmente Android Q. Un modello dunque in stile iPhone che, in buona parte dei casi, si ritrova neanche nei top di gamma equipaggiati con il sistema operativo Google. Insomma, la valutazione su dispositivi di Big G è complessa.
Le meraviglie dell'ottimizzazione software
La presenza dello Snapdragon 670 ha fatto storcere il naso a qualcuno. In molti si aspettavano uno Snapdragon della serie 710, come il 712 visto a bordo dello Xiaomi Mi 9 SE. Google ha però dimostrato, ancora una volta, come l'ottimizzazione software possa mettere in secondo piano la componentistica hardware: Pixel 3a XL è sempre fluido, i 4 Gigabyte di RAM consentono di gestire al meglio anche il multitasking più spinto, e in generale lo smartphone non presenta incertezze.
La GPU Adreno 615 non è un mostro di potenza, ma questo non impedisce di poter fruire con soddisfazione dei principali titoli videoludici presenti sul Play Store. Decisamente convincente anche la dissipazione del calore, che si percepisce raramente sulla parte centrale della back cover. Con il benchmark AnTuTu abbiamo ottenuto un punteggio pari a 159.107, praticamente meno della metà rispetto agli smartphone che attualmente occupano il vertice di questa particolare classifica (proprio il Mi 9 con 371.423). Segno evidente di come questi test non necessariamente riflettano l'effettiva esperienza utente.
Tutto questo si traduce in un'autonomia letteralmente sorprendente. La batteria da 3.700 mAh, con il mio solito utilizzo (misto tra LTE e Wi-Fi, 2 account mail in push, centinaia di notifiche dai social ed app di messaggistica istantanea, oltre 2 ore di telefonate), mi ha permesso di coprire 23 ore lontano dalla presa elettrica a fronte di oltre 7 ore di schermo accesso, con ancora il 31% di carica residua. Davvero impressionante.
In più c’è la ricarica rapida a 18W – con caricabatterie apposito incluso in confezione – e la connettività è assolutamente completa: Bluetooth 5.0, Wi-Fi ac dual-band, jack audio da 3.5 mm (un plus rispetto a Pixel 3 e 3 XL), porta USB-C, NFC, GPS A-GLONASS BDS con tanto di supporto a Galileo. Come da tradizione Google però, non è possibile espandere la memoria d'archiviazione, che è comunque affidata a un modulo da 64 Gigabyte. Android 9 Pie è ovviamente in versione stock.
L'ottimizzazione software fa la differenza anche in ambito fotografico, fiore all'occhiello di questo smartphone considerando la fascia di prezzo in cui è stato posizionato. Sul retro c'è un sensore da 12 Megapixel con obiettivo f/1.8, il medesimo visto a bordo del top di gamma Pixel 3 XL (il Sony IMX363 per l'esattezza). Grazie agli algoritmi di intelligenza artificiale messi a punto da Google, le immagini sono davvero di alto livello, sorprendendo soprattutto in notturna attraverso la modalità Notte dell'azienda di Mountain View.
A convincere maggiormente è la resa cromatica, decisamente fedele e molto meno satura rispetto all'approccio della concorrenza (pensiamo a Huawei e Samsung). Si riesce dunque a mantenere un buon livello di dettaglio anche con poca luce, e anche la fotocamera anteriore da 8 Megapixel riesce a scattare selfie di altissimo livello. In tal senso, stupisce la modalità ritratto che, rispetto ad esempio agli iPhone, non ha a disposizione tutti i sensori della True Depth Camera, eppure riesce a ottenere effetti bokeh davvero molto belli.
Vale comunque lo stesso discorso fatto per il fratello maggiore Pixel 3 XL. Un hardware più “ricco” avrebbe potuto aiutare in determinate circostanze. Esempio pratico: poter fare un zoom avendo a disposizione un secondo sensore con teleobiettivo determina una resa ovviamente migliore rispetto a farne uno completamente digitale.
Altro aspetto sorprendente è la stabilizzazione elettronica dei video. Il Pixel 3a XL può registrare fino alla risoluzione 4K a 30 fps, oppure in Full-HD a 60 fps. Quello che vedete nell'articolo è un filmato realizzato a 1.080p a 60 fps, completamente a mano libera. Anche in questo caso, gli algoritmi realizzati da Google fanno un lavoro egregio, tanto da dare la sensazione, in alcuni frangenti, di stare utilizzando in gimbal. Il livello di dettaglio è buono ma non fa gridare al miracolo, anche perché cala drasticamente in notturna.
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Display ed ergonomia, aspetti complementari
L'azienda di Mountain View ha scelto il policarbonato per la scocca, un materiale che sta quasi scomparendo dal settore smartphone. Personalmente è una scelta che ho apprezzato, in quanto è certamente meno scivoloso del vetro e probabilmente meno soggetto a rotture in caso di urti o cadute accidentali. Certo, il rovescio della medaglia è che, nonostante sia uno smartphone assolutamente solido, il Pixel 3a XL non restituisce al tatto una sensazione premium.
Si tiene comunque bene tra le mani, personalmente sono riuscito a utilizzarlo con una sola mano, e la scelta della doppia finitura sulla back cover (satinata e lucida) agevola il grip. Il design, soprattutto sulla parte frontale, è alquanto anonimo, la cornice superiore e inferiore sono pronunciate, ma potrebbero essere felici coloro i quali non amano molto il notch, visto che non è presente. Oltre la variante cromatica nera, che vedete ritratta nelle immagini, è disponibile anche una colorazione bianca, decisamente più particolare.
Lo schermo è un pannello OLED, anche questa una nota di merito considerando il prezzo di partenza. Si tratta di un display da 6 pollici con risoluzione di 1.080 x 2.160 pixel e rapporto di forma in 18:9. L'esperienza visiva è molto buona, convincono resa cromatica e angoli di visuale, mentre la luminosità non è elevatissima, e questo può creare qualche grattacapo nella visibilità all'aperto, almeno nelle giornate particolarmente soleggiate.
Di contro però è certamente un piacere poter fruire del display nella sua interezza, senza le bande necessarie per il notch. Non manca la funzionalità Always-on Display, che consente di visualizzare una serie di informazioni sullo schermo (orario, meteo, notifiche, telefonate perse ecc...) anche con lo smartphone in stand-by. Una possibilità che trovo decisamente più comoda rispetto al semplice LED di notifica, e che fortunatamente si sta facendo sempre più strada nel settore dei dispositivi mobili.
L'audio è stereo, sfruttando l'altoparlante di sistema (posizionato sul bordo inferiore) e la capsula auricolare. Mi sarei aspettato un volume più elevato, mentre la qualità è nella media. Molto buona la ricezione così come l'audio in chiamata.
Conclusioni: chi dovrebbe acquistarlo?
L'ho detto in apertura, non è semplice valutare il Pixel 3a XL. In fase di presentazione, ho ritenuto i 479 euro un prezzo troppo elevato, soprattutto considerando quanto offerto da alcuni concorrenti anche a meno (ho già citato lo Xiaomi Mi 9). Il punto però è che questo smartphone offre un'esperienza utente che, di fatto, fa completamente dimenticare la scheda tecnica, avvicinandosi davvero tanto a quella dei top di gamma.
Ritengo che possa essere considerato lo smartphone ideale per chi necessità di un ottimo comparto fotografico, di prestazioni di alto livello e del supporto software garantito nel tempo (magari nella logica di cambiare dispositivo ogni 3/4 anni), senza però voler spendere cifre da capogiro. In più, il fratello minore Pixel 3a offre anche dimensioni più compatte, allargando dunque - potenzialmente - l'utenza che potrebbe essere interessata ai nuovi medio gamma dell'azienda di Mountain View.