Pixel 3 XL è l'esempio lampante di come la parte software rappresenti oggi il vero ago della bilancia per la buona riuscita di uno smartphone. Non siamo di fronte al miglior hardware del mercato, ma Google ha realizzato un prodotto in grado di offrire un'esperienza utente di primissimo livello, che non ha nulla da invidiare ai vari iPhone XS Max e Galaxy Note 9.
Sì, perché sono questi i diretti concorrenti del Pixel 3 XL (in attesa della presentazione del Mate 20 Pro di Huawei). Del resto, stiamo parlando di uno smartphone con display da 6,3 pollici, per cui con dimensioni generose. Google ha però pensato anche agli utenti che cercano soprattutto maneggevolezza negli smartphone: per loro, nei piani del gigante californiano, c'è il Pixel 3 (schermo da 5,5 pollici).
Nella versione XL, così come in quella base, c'è una sola fotocamera posteriore, una scelta in controtendenza rispetto alle altre aziende (Samsung è arrivata a ben quattro sensori con il Galaxy A9). Eppure la resa fotografica è di primissimo livello, per certi versi sorprendente. Discorso analogo per i 4 GB di RAM, un quantitativo quasi superato nella fascia dei top di gamma (almeno in ambito Android), ma che nella creatura di Google appare più che adeguato.
Lo scorso anno abbiamo titolato la recensione del Pixel 2 XL come "lo stato dell'arte degli smartphone Android". È proprio questa la sensazione che si ha utilizzando il Pixel 3 XL, che esalta il sistema operativo di Google. Il punto adesso è comprendere se tutto questo valga i 999 euro richiesti (si arriva a 1.099 euro per la variante da 128 Gigabyte di memoria) per l'acquisto, specie in relazione a quanto offerto dai diretti concorrenti.
Un design a due facce
L'aspetto estetico del Pixel 3 XL ha fatto discutere fin dalla comparsa online delle primissime immagini trapelate nei mesi precedenti alla presentazione. Google ha scelto di abbracciare il notch, che però in questo smartphone è particolarmente pronunciato. Le cornici tutt'attorno sono ridotte ma comunque presenti, mentre il bordo inferiore è nettamente più largo dovendo ospitare l'altoparlante.
Ne è scaturita una parte frontale che certamente non fa gridare al miracolo in termini di design. Certo, in quest'ambito siamo su un piano soggettivo, e comunque a giovarne è l'ergonomia, visto che il dispositivo si tiene bene, non risulta particolarmente scivoloso e non presenta il fenomeno dei tocchi involontari sullo schermo (molto diffuso nei prodotti con cornici più ridotte, vedi il Sony Xperia XZ3).
Di contro, vista anche la diagonale da 6,3 pollici, è difficile da utilizzare con una sola mano, ma i pulsanti fisici (volume e accensione) sono perfettamente raggiungibili, così come il sensore biometrico posizionato sul retro, sempre veloce e preciso. Lo schermo è inoltre protetto dal vetro Gorilla Glass 5.
Discorso differente per la parte posteriore. Il vetro ha una doppia finitura: liscia e specchiata dov'è collocata la fotocamera, satinata e opaca più in basso. Al tatto la sensazione è davvero piacevole, trattiene pochissimo le impronte e non manca la certificazione IP68 per la resistenza a liquidi e polvere. Nella colorazione bianca (ci sono anche nera e rosa), che vedete ritratta nelle immagini, la cornice è quasi grigia, con il pulsante di accensione colorato di verde.
Display e prestazioni, siamo al top
Lo schermo è realizzato con tecnologia P-OLED (Plastic OLED), ha una risoluzione pari a 2.960 x 1.440 (c'è il supporto HDR) e un rapporto di forma in 18.5:9. È caratterizzato da un eccellente contrasto e da un'ottima visibilità all'aperto, complice un'alta luminosità e un perfetto trattamento oleofobico del vetro anteriore, che quindi trattiene pochissimo le impronte.
Di alto livello anche gli angoli di visuale: si vede bene da qualsiasi punto lo si guardi. Insomma, ho trovato un pannello decisamente migliorato rispetto a quello visto sul Pixel 2 XL, soprattutto in merito alla riproduzione delle tonalità bianche. Nel modello dello scorso anno infatti viravano verso il blu inclinando il display, un aspetto che è stato praticamente eliminato.
Il display può inoltre contare sulla modalità always-on. Anche con lo smartphone in stanby, si possono sempre visualizzare varie informazioni come l'orario, la data, il meteo, la percentuale della batteria e le notifiche ricevute. Una funzionalità che personalmente apprezzo sempre, decisamente più utile dei semplici LED di notifica.
L'esperienza visiva è esaltata dal comparto audio. L'altoparlante inferiore lavora in abbinata alla capsula auricolare (il componente che si utilizza solitamente per le telefonate) per offrire un effetto stereo tra i migliori che personalmente ho provato in ambito smartphone: volume elevato, buona qualità, poca distorsione anche a livelli elevati.
Poco da dire sulle prestazioni. C'è lo Snapdragon 845, un processore ormai collaudatissimo negli smartphone top di gamma, accoppiato in questo caso a 4 Gigabyte di RAM. Il Note 9 offre 6 Gigabyte, il OnePlus 6 si spinge fino a 8 Gigabyte, ma qui è l'ottimizzazione a fare la differenza, e il Pixel 3 XL appare fluido e scattante in qualsiasi condizione, anche durante le sessioni di gaming.
Convincente la dissipazione del calore. Con il benchmark AnTuTu, abbiamo ottenuto un punteggio pari a 286.232, posizionandoci al quinto posto della classifica alle spalle di ASUS ROG Phone (299.706), Xiaomi Black Shark (290.602), OnePlus 6 (289.424), Vivo Nex S (289.049) e mettendoci alle spalle i vari Find X (8 GB di RAM), Note 9 (6 GB di RAM), ZenFone 5Z (6 GB di RAM).
Fotocamera, non guardate la scheda tecnica
In ambito fotografico, Google ha proseguito dritta per la propria strada. Mentre le altre aziende fanno a gara per inserire quanti più sensori possibili, il gigante californiano ha realizzato un top di gamma con un'unica fotocamera posteriore, che fa delle ottime fotografie in qualsiasi condizione, senza sé e senza ma.
Gli algoritmi di elaborazione dell'immagine messi a punto da Google si confermano tra i migliori sul mercato. Il sensore da 12.2 Mpegapixel con obiettivo f/1.8 riesce a dare il meglio di sé anche in notturna, complice la presenza dello stabilizzatore ottico d'immagine. Il dual flash LED illumina il soggetto in maniera omogenea, e il livello di dettaglio appare ottimo.
Detto questo, non ci sono dubbi sul fatto che un hardware più "ricco" avrebbe potuto aiutare in determinate circostanze. Esempio pratico: poter fare un zoom avendo a disposizione un secondo sensore con teleobiettivo determina una resa ovviamente migliore rispetto a farne uno completamente digitale. Personalmente però non ne ho sentito la mancanza.
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Discorso differente per i video. In diurna, Pixel 3 XL è in grado di registrare filmati eccezionali (si arriva fino ai 4K a 30 fps). In notturna invece c'è una netta perdita di dettagli. Non è escluso che Google possa intervenire via software, anche perchè si tratta pur sempre di un dispositivo che arriverà sul mercato a partire dal 2 novembre.
Sulla parte anteriore invece l'azienda ha scelto la strada del doppio sensore. Ci sono infatti due fotocamere da 8 Megapixel, rispettivamente con obiettivi f/1.8 e f/2.2. L'effetto bokeh (sfondo sfocato) è tra i migliori che ho testato, la funzionalità che utilizza lo schermo come fosse un flash è convincente e in generale i selfie non deludono.
La batteria da 3.430 mAh garantisce un'ottima autonomia. Con un utilizzo intenso (misto tra LTE e Wi-Fi, 2 account mail in push, centinaia di notifiche dai social ed app di messaggistica istantanea, circa 1 ora di telefonate, più di 1 ora di gaming), ho coperto ben 23 ore a fronte di 3 ore di schermo acceso. Tutto questo con la funzionalità always-on del display perennemente attiva.
C'è il supporto alla ricarica rapida (caricabatterie incluso in confezione) sia cablata che wireless. Per quest'ultima, Google ha creato un accessorio ad hoc chiamato Pixel Stand, che approfondiremo a breve. Insomma, nonostante la batteria da 3.430 mAh non sia tra le più capienti nell'ambito dei top di gamma (Galaxy Note 9 ha 4.000 mAh, P20 Pro 4.000 mAh), il Pixel 3 XL ha un'autonomia convincente.
Android 9 all'ennesima potenza
Com'è ovvio, Pixel 3 XL arriva sul mercato con Android 9. Su questo smartphone troviamo la nuova versione del sistema operativo così com'è stata concepita da Google: c'è il nuovo sistema di gesture per muoversi nell'interfaccia, funzionalità come "benessere digitale" e "batteria adattiva", le nuove azioni rapide con le icone delle applicazioni. Insomma, tutto ciò di cui vi abbiamo parlato nel nostro articolo dedicato.
I bordi sono sensibili alla pressione. Basta stringere lo smartphone per avviare alcune funzionalità, come ad esempio Google Assistant (l'assistente vocale). Una trovata mutuata dagli smartphone HTC, che si rivela molto comoda nell'utilizzo quotidiano. In generale, l'interfaccia scorre fluida, riuscendo a tirare fuori il meglio dalla piattaforma hardware.
E poi c'è una perfetta integrazione con tutti i servizi Google, da Gmail a Calendar, passando per Drive e Foto. Quest'ultimo offre spazio illimitato per l'archiviazione in cloud di foto e video in qualità originale (dunque anche i filmati in 4K) fino al 31 gennaio 2022. Insomma, un invito a divertirsi ancora di più con il comparto fotografico dello smartphone.
Non c'è il jack audio, per cui Google inserisce nella confezione di vendita i Pixel EarBuds, ovvero la versione cablata (si agganciano alla porta USB-C) dei propri auricolari smart. Rappresentano senza dubbio un punto a favore rispetto ai diretti concorrenti, perchè offrono una buona qualità audio e, attraverso il pulsantino del telecomando, possono dialogare con Google Assistant.
È dunque possibile farsi leggere le notifiche, le previsioni del tempo, oppure ricevere una risposta a una qualsiasi domanda, tutto attraverso l'assistente vocale. Inoltre, sfruttando Google Translate, gli EarBuds consentono di tradurre le conversazioni in tempo reale: vi basterà tenere premuto il pulsantino del telecomando, lui ascolterà il vostro interlocutore e tradurrà simultaneamente. Davvero ben fatto.
Menzione a parte per Pixel Stand, la basetta di ricarica wireless che abbiamo avuto modo di testare in abbinata al modello XL. Viene venduta separatamente a 79 euro, ma nell'idea di Google completa l'esperienza utente. Poggiandovi lo smartphone si crea una docking station evoluta: si può utilizzare Assistant, è possibile inserire delle sveglie con il display dello smartphone che si accende progressivamente simulando l'alba, è possibile impostare l'attivazione automatica della modalità silenziosa.
E poi, la ricarica è rapida. Si parla di 10 W con i Pixel 3, che scendono a 5 W con gli altri smartphone compatibili. La basetta infatti utilizza lo standard Qi, ovvero quello di cui si servono tutti i dispositivi di questo tipo. Abbiamo provato a utilizzara con un iPhone XS, e non c'è stato alcun problema.
Conclusioni: chi dovrebbe acquistarlo?
Vale il discorso fatto per qualsiasi top di gamma: 999 euro sono tanti, troppi, anche perché si arriva a 1.099 euro per la versione da 128 Gigabyte (prenotazioni attraverso lo store ufficiale, sul mercato a partire dal 2 novembre). Ciò che bisogna comprendere però del Pixel 3 XL è la necessità di andare oltre la scheda tecnica. Ci sono smartphone concorrenti che, sulla carta, offrono di più, ma l'esperienza utente della creatura Google vi stupirà.
Questo segmento di mercato offre ormai tanti dispositivi validissimi: dal Galaxy Note 9 ad iPhone XS Max, senza dimenticare l'attesissimo Mate 20 Pro di Huawei, solo per citarne alcuni. A fare la differenza sono i dettagli, e in questo Pixel 3 XL sono decisamente curati. Nel caso foste alla ricerca di uno smartphone con display grande, prestazioni e fotocamera al top e una buona autonomia, può essere il prodotto giusto da scegliere, a patto di non avere limiti di budget.
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