Dopo il chip A9 dell'iPhone eccoci all'A10 Fusion, un chip progettato sempre da Apple e prodotto con processo produttivo FinFET 16 nm da TSMC, almeno per quanto sappiamo al momento della stesura di questo articolo (nel caso di futuri aggiornamenti non mancheremo di riportarli nelle notizie quotidiane).
Qualcomm e Mediatek, a cui si aggiunge poi Samsung, i principali produttori dei processori che trovate all'interno degli smartphone moderni, hanno alternato modelli con più o meno core e velocità nel corso delle generazioni. Apple invece è stata molto cauta, limitando il numero di core per molti modelli a non più di due, e oggi A10 Fusion è difatti il primo processore quad-core dell'azienda.
Viene da dire che viste anche le recenti mosse di Qualcomm, che dopo aver "sparato alto" con i modelli precedenti, con l'ultimo nato, lo Snapdragon 820, ha riportato il numero massimo di core a quattro, definendo di fatto che aumentare indiscriminatamente il numero di core non porta a un reale vantaggio prestazionale. Giungiamo allo stesso fine se confrontiamo i prodotti Mediatek con il doppio dei core rispetto a chip più efficienti dal punto di vista dell'architettura, ma con la metà dei core: alla fine le prestazioni sono le stesse, se non addirittura inferiori rispetto a chi ha meno core. Solo nei test altamente specifici (che non rispecchiano la realtà nell'uso quotidiano), i modelli altamente parallelizzati riescono a fare meglio, ma come detto, si tratta solo di risultati di test specifici.
Non vogliamo dire che Apple sia stata in grado di fare meglio degli altri produttori in questi anni, dopotutto sviluppare su un'architettura specifica permette di spremere più prestazioni dall'hardware rispetto a chi deve considerare un mercato più frammentato, ma sembra proprio che la corsa al multi-core per ora non abbia dato i risultati sperati. Apple sembra quindi non aver perso alcun treno, soprattutto perché è innegabile che i SoC Apple testati in questi anni hanno sempre dato prova di elevata potenza ed efficienza, pari, se non superiori, a molti altri.
C'è però qualcosa in cui questo A10 Fusion è molto simile a soluzioni già viste, cioè l'abbinamento di due core ad alte prestazioni ad altri due core fatti per consumare poca energia. L'approccio è quello definito big.LITTLE, anche se Apple non fa alcun riferimento a questa sigla. Ma il risultato finale è proprio questo, poiché ci sono un paio di core che secondo Apple offrono fino al 40% di prestazioni in più rispetto ad A9, mentre gli altri due core generano un consumo energetico pari a 1/5 di quello dei core più potenti.
Il modo in cui Apple usa questi core, anche se non lo specifica, è abbastanza chiaro: in ogni momento in cui si chiederà all'iPhone di effettuare operazioni basilari, cioè quando non è richiesta elevata potenza, entreranno in gioco i due core meno potenti e molto efficienti, quando invece è richiesta elevata potenza, ecco che si attivano i due core ad alte prestazioni.
Questa nuova soluzione è affiancata a un sottosistema grafico a sei core (core più specializzati), che dovrebbe essere in grado di sprigionare il doppio delle prestazioni rispetto a quello presente nell'A9, ma nel contempo essere più efficiente. Il quantitativo di RAM disponibile è pari a 2GB per l'iPhone 7 e 3 GB per l'iPhone 7 Plus.
Vi mostriamo di seguito il risultato di alcuni test a confronto con l'iPhone 6S Plus. Abbiamo effettuato i test con l'ultima versione di iOS disponibile al momento della prova, cioè la 10.0.2.
AnTuTu effettua vari calcoli che testano l'intero sistema. Nei test di grafica 3D notiamo un miglioramento delle prestazioni del 50% in media. Per quanto riguarda la CPU l'incremento di prestazioni è più limitato e in media di circa il 20%, mentre sulla memoria notiamo un +44% di prestazioni.
Anche Passmark esegue test su più parti del sistema, le differenze in questo caso sono molto più limitate, con incrementi a una cifra, che indicano prestazioni molto simili tra i due smartphone.
Con il test grafico 3D Mark torniamo sui risultati di AnTuTu, con circa il +40% di prestazioni per la grafica, mentre il test di fisica, che chiama in causa la CPU, segna un +20% circa.
Con la versione per librerie Metal di GL Benchmark i risultati grafici sono più contenuti, attorno al +15/20% per le prestazioni grafiche.
Questi risultati ci confermano ciò che immaginavamo. Rispetto al cambio di generazione dei precedenti SoC, dove Apple ha potuto concentrarsi sull'ottimizzazione del design, quest'anno il cambio di design da due a quattro core porta benefici meno incisivi sulle prestazioni pure - nonostante gli incrementi siano numeri di tutto rispetto. Tuttavia il nuovo design porta un vantaggio dal punto di vista del consumo energetico, che arrivati a questo punto è ugualmente, se non più importante delle prestazioni pure. Avendo migliorato le prestazioni e nel contempo messo le basi per un uso più consapevole dell'hardware da parte delle applicazioni, non ci si può lamentare. Forse gli amanti delle pure prestazioni avrebbero desiderato di più, ma non essendoci problemi di prestazioni insufficienti, sia per giochi che App, probabilmente è stata la scelta migliore.