Probabilmente avreste sentito dire che negli ultimi anni Apple sta facendo produrre i suoi iPhone anche in India, oltre che in Cina: la prima azienda che opera sul territorio indiano ad aver accettato l'incarico da parte di Apple è stata Wistron nel 2017, ma a 6 anni di distanza l'azienda - che ha la sede centrale a Taiwan - ha deciso di interrompere il rapporto con Apple poiché assemblare iPhone è un'attività da cui si guadagna troppo poco.
I profitti, dichiara Wistron, generati dall'accordo con Apple ormai sono molto vicini allo zero e l'intento è quello di abbandonare questo tipo di business al più presto, ma questa decisione non dovrebbe pesare più di tanto sulle strategie di Apple, che nel frattempo ha consolidato rapporti con realtà sensibilmente più grandi in India, come Foxconn e Pegatron, per assicurarsi la giusta produzione di iPhone senza dover dipendere necessariamente dalle fabbriche cinesi, che negli ultimi anni sono state ferme per lunghi periodi a causa di motivi legati alla pandemia e non solo.
Questo decisione potrebbe in qualche modo tornare utile ad Apple, che avrà così modo di staccarsi, anche a livello di immagine, da una realtà che negli ultimi anni è stata un po' tumultuosa: nel 2020 negli stabilimenti Wistron di Bangalore scoppiò una vera e propria rivolta dei lavoratori, che lamentavano paghe troppo basse. Il tutto finì sotto l'occhio del governo indiano e anche la stessa Apple andò a indagare: Wistron risultò colpevole di violazioni dei diritti dei lavoratori, a partire dai salari troppo bassi corrisposti ai dipendenti, tanto da costringere l'azienda a rimuovere alcuni dirigenti che si erano occupati della gestione della fabbrica.
In ogni caso, pare che gli stabilimenti Wistron dove oggi si assemblano gli iPhone saranno venduti a una nuova società che si occuperà di portare avanti il lavoro, così da non interrompere la produzione per troppo tempo.