La Commissione Europea ha sferrato un duro colpo ai colossi tecnologici americani, imponendo le prime sanzioni significative in base al Digital Markets Act (DMA). Apple e Meta si trovano ora a dover fronteggiare multe per centinaia di milioni di euro, in una mossa che segna un punto di svolta nella regolamentazione dei mercati digitali in Europa e potrebbe ulteriormente intensificare le tensioni commerciali transatlantiche.
La sanzione di 500 milioni di euro per Apple e di 200 milioni per Meta rappresenta l'epilogo di un'indagine iniziata nel marzo 2024, quando Bruxelles ha ufficialmente avviato i procedimenti per verificare la conformità delle pratiche commerciali di questi giganti tecnologici con la nuova normativa europea.
Le motivazioni alla base delle sanzioni riguardano violazioni specifiche della libertà di scelta degli utenti e delle imprese. Nel caso di Apple, la Commissione ha ritenuto inaccettabili le restrizioni imposte agli sviluppatori di app, che impedivano loro di informare gli utenti su canali di acquisto alternativi all'App Store. Per Meta, invece, il modello "paga o acconsenti" applicato su Facebook e Instagram è stato giudicato contrario ai principi del DMA, poiché costringe gli utenti a scegliere tra pagare un abbonamento o accettare che i propri dati personali vengano utilizzati per la pubblicità.
Entrambe le aziende hanno 60 giorni di tempo per adeguarsi alle richieste della Commissione, con il rischio di incorrere in penalità periodiche in caso di mancata conformità. Apple dovrà rimuovere le restrizioni che impediscono agli sviluppatori di collegare e promuovere servizi di pagamento alternativi, mentre Meta dovrà rivedere il suo approccio alla gestione dei dati personali degli utenti europei.
Le reazioni delle aziende sanzionate non si sono fatte attendere. Apple ha dichiarato che farà ricorso contro la decisione, sostenendo che le misure imposte dalla Commissione mettono a rischio la sicurezza e la privacy degli utenti. Secondo la portavoce Emma Wilson, l'azienda di Cupertino è stata "ingiustamente presa di mira" in una serie di decisioni che obbligano la società a "regalare la propria tecnologia". Analogamente, Meta ha annunciato la sua intenzione di presentare ricorso, con Joel Kaplan, responsabile degli affari globali, che ha accusato la Commissione di "tentare di azzoppare le aziende americane di successo mentre consente alle aziende cinesi ed europee di operare secondo standard diversi".
Il DMA, entrato in vigore nel maggio 2023, ha designato sei "gatekeeper" dei mercati digitali europei: Apple, Meta, Alphabet, Amazon, ByteDance e Microsoft. Queste aziende devono rispettare regole specifiche volte a ridurre i comportamenti anticoncorrenziali nei servizi di piattaforma che offrono. Le sanzioni possono arrivare fino al 10% del fatturato globale annuo per le prime violazioni, e fino al 20% per le recidive.
Le multe annunciate oggi rappresentano però solo una frazione delle penalità massime applicabili, che avrebbero potuto raggiungere circa 16 miliardi di dollari per Meta e 39 miliardi per Apple in base ai guadagni del 2024. Secondo quanto riportato dal Financial Times, l'UE starebbe pianificando di ammorbidire le sue pratiche regolatorie nei confronti delle Big Tech a seguito dell'aumento della pressione da parte degli Stati Uniti.
Non è la prima volta che queste aziende si trovano nel mirino dell'antitrust europeo. Apple era già stata multata per 1,84 miliardi di euro lo scorso anno per pratiche anticoncorrenziali nell'App Store, a seguito di una causa intentata da Spotify. Meta, invece, aveva ricevuto una sanzione di 797,7 milioni di euro nel novembre scorso per aver creato vantaggi di mercato sleali collegando Facebook e Marketplace, e 1,2 miliardi di euro nel 2023 per il trasferimento di dati dei cittadini europei negli Stati Uniti.
Le sanzioni arrivano in un momento particolarmente delicato per le relazioni tra Europa e Stati Uniti. Il presidente americano Donald Trump ha stretto relazioni con i CEO delle aziende tecnologiche statunitensi, che hanno paragonato le multe europee a una forma di tassazione. Henna Virkkunen, vicepresidente esecutivo della Commissione Europea per la sovranità tecnologica, sicurezza e democrazia, ha difeso la decisione sottolineando che "consentire la libera scelta delle imprese e dei consumatori è al centro delle regole stabilite nel Digital Markets Act".
Il Digital Markets Act rappresenta un tentativo ambizioso da parte dell'Unione Europea di regolamentare lo strapotere delle piattaforme digitali e garantire un mercato più equo. Tuttavia, la sua applicazione sta creando tensioni significative con le aziende tecnologiche americane, che lo percepiscono come un attacco diretto ai loro modelli di business. Meta ha già implementato alcune modifiche, consentendo agli utenti di Facebook e Instagram nell'UE che non pagano per rimuovere gli annunci di vedere meno pubblicità personalizzate a schermo intero non ignorabili.
La Commissione Europea sta indagando anche su Alphabet, la società madre di Google, per preoccupazioni relative al trattamento preferenziale dei propri servizi nei risultati di ricerca rispetto a quelli offerti da concorrenti terzi. Come Apple, Google è sotto esame anche per pratiche di "anti-steering" nel suo marketplace di app, cioè comportamenti che le piattaforme dominanti utilizzano per dissuadere i consumatori dall'utilizzo di servizi alternativi.
Queste azioni normative evidenziano la crescente preoccupazione globale riguardo al potere delle Big Tech e alla necessità di garantire mercati digitali equi e competitivi. Mentre l'Europa prende l'iniziativa con il DMA, resta da vedere come evolverà questa dinamica, soprattutto alla luce delle crescenti tensioni commerciali con gli Stati Uniti e dell'ascesa di nuovi attori tecnologici globali.