Poco F4 GT recensione: il bello di mettersi in gioco
Abbiamo provato per voi il nuovo Poco F4 GT, smartphone pensato per il gaming ma non solo: ecco com'è andata.
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a cura di Francesca Fenaroli
Il Poco F4 GT segna l'entrata del sub-brand di Xiaomi nel territorio dei top di gamma e in quanto tale non passa certo inosservato. Progettato per rappresentare "l'apice della potenza", questo smartphone promette il meglio tanto nel gaming quanto nelle attività di tutti i giorni.
Dopo un Poco F3 GT mai arrivato in Europa, riuscirà il suo successore a uscire dalla nicchia dei gaming phone e posizionarsi sul mercato come un quasi-flagship da prendere in considerazione nel 2022? Per saperlo abbiamo messo alla prova un Poco F4 GT da 12+256GB: ecco com'è andata.
Look and feel
Il Poco F4 GT è un gaming phone in borghese, come si intuisce a partire dal suo design: lo smartphone presenta linee aggressive al punto giusto, che si distinguono dai telefoni generalisti senza arrivare a soluzioni "estreme" come il Redmagic 7 o il ROG Phone 5S Pro.
Sono comunque presenti tocchi di eccentricità che lo caratterizzano. Sorvolando sulla scelta discutibile di includere le parole "FREEZING" e "SPEEDIEST" all'interno del comparto fotografico, possiamo trovare dei LED che si illuminano alla ricezione delle notifiche o durante le sessioni di gaming e un originale flash a forma di saetta.
La colorazione argentata (Knight Silver) ricevuta in prova riflette al meglio la natura "ibrida" di questo smartphone, disponibile anche in nero (Stealth Black) e in un sorprendente giallo brillante (Cyber Yellow) che esalta meglio di tutti l'estetica del device.
La scocca del Poco F4 GT è realizzata in vetro e circondata da cornici di alluminio. Queste ultime sono "popolate" da una grande quantità di tasti, tra cui spiccano sul lato destro i due trigger magnetici pop-up di cui parleremo a dovere nei prossimi paragrafi. Il rocker del volume invece è localizzato sul lato sinistro, insieme al microfono secondario e al carrello per le SIM.
Il tasto di accensione ospita anche un sensore d'impronte digitali davvero fulmineo e fin troppo sensibile, al punto da segnalare come tentativo di sblocco ogni tocco casuale al lato dello smartphone.
Alle estremità del Poco F4 GT spicca invece il sistema audio a quattro speaker, mentre si fa sentire ancora più che in altri modelli l'assenza del jack da 3,5mm.
Se i gamer più accaniti vorranno continuare a usare i loro headset senza convertirsi a cuffie TWS pensate per questa esigenza (come le BlackShark JoyBuds, che potete acquistare su Amazon) c'è sempre l'opzione di usare l'adattatore fornito nella confezione insieme allo smartphone.
Come di consuetudine per Poco quest'ultima è davvero completa. Oltre alla cover trasparente in dotazione spicca il caricabatterie da 120W con attacco USB tipo-C a L lungo ben 1,5m: si tratta di un accessorio di qualità di gran lunga superiore rispetto alla media, che costituisce un valore aggiunto non indifferente.
Display
Anche il display del Poco F4 GT lascia intendere la volontà di soddisfare un'utenza particolarmente esigente. Lo smartphone presenta un pannello AMOLED da ben 6,67 pollici dalla risoluzione di 2400 x 1800 pixel e l'ormai imprescindibile frequenza di aggiornamento a 120Hz e standard HDR10+.
Il display del Poco F4 GT è inoltre protetto dal vetro Gorilla Glass Victus, il top di gamma in questo settore se si esclude la versione Plus, per ora appannaggio esclusivo del Samsung Galaxy S22 Ultra.
Come si intuisce facilmente, il Poco F4 GT non è affatto uno smartphone compatto e certamente non aiutano le cornici, che risultano leggermente più spesse rispetto a quanto siamo abituati a vedere nel 2022. Tuttavia in processi come il gaming mantenere un buon grip ed evitare tocchi involontari è fondamentale, motivo per cui non considero affatto un difetto questa caratteristica.
La resa dei colori è abbastanza soddisfacente: pur non raggiungendo i livelli di luminosità che troviamo a bordo della gamma Galaxy S22 il display si dimostra sempre all'altezza delle aspettative tanto nella mia prova dal vivo che per DisplayMate, che lo ha certificato A+.
Se prediligete una resa dei colori più brillante sacrificando il realismo farà per voi la modalità Intenso, che tende impercettibilmente verso toni freddi ma restituisce tinte vivaci e cinematografiche, perfette per il gioco o l'intrattenimento.
Se nessuna delle modalità preimpostate vi soddisfa potrete tarare ulteriormente saturazione e temperatura del display nella sezione Impostazioni avanzate. Su tutt'altra nota merita invece una menzione la modalità Lettura della MIUI, che aggiunge al filtro per la luce blu una texture effetto carta che vi farà riconsiderare l'idea di comprare un e-reader.
Molto bene anche la luminosità, che garantisce una visuale ottimale nella maggior parte delle condizioni faticando solo alla luce diretta del sole, dove si notano i "soli" 800 nit di picco dello smartphone.
Prestazioni
Come già anticipato, il Poco F4 GT punta tutto sulle prestazioni grazie al SoC di punta di Qualcomm, lo stesso Snapdragon 8 Gen 1 che ritroviamo a bordo dei principali flagship di inizio 2022.
Lo smartphone può contare su una configurazione da vero top di gamma grazie anche alla GPU Adreno 730 e alla memoria RAM LPDDR5 accompagnata da una ROM UFS 3.1. Si tratta di una scheda tecnica pensata per stupire e convincere anche gli utenti più esigenti, che mette finalmente Poco sullo stesso piano degli altri produttori di alta gamma.
Geekbench 5 | Geekbench ML | 3Dmark | PCMark Work 3.0 | Speedometer 2.0 | Jetstream 2 | ||||||
Single core | Multi core | CPU | GPU | NNAPI | Wild Life | Wild Life Stress Test | Performance | Battery | - | - | |
Poco F4 GT | 1251 | 3789 | 433 | 1895 | 1826 | 9193 (55 fps) | 9928 - 4637 (46,7%) | 13012 | 8:30 | 78,6 (±6,9) | 87274 |
Redmagic 7 Pro (ventola OFF) | 1176 | 3708 | 504 | 2449 | 3186 | 10039 (60,10 fps) | 10042 - 9154 (91,2%) | 12742 | 9:24 | 95,4 (±3,1) | 130665 |
realme GT 2 Pro | 1236 | 3494 | 317 | 1732 | 2058 | 9509 (56,90 fps) | 9591 - 6114 (63,7%) | 12551 | 15:00 | 12,88 (±0,11) | 15867 |
Xiaomi 12 | 1231 | 3638 | 423 | 1518 | 1684 | 9963 (59,70 fps) | Crash | 13511 | Crash | 78,9 (±7,6) | b3945 |
Sul fronte batteria il Poco F4 GT punta tutto sulla ricarica ultrarapida HyperCharge a 120W, capace di ricaricare i 4700mAh del dispositivo in soli 17 minuti, almeno in base alle statistiche dichiarate. Questo è reso possibile dal caricabatterie incluso nella confezione, un brick molto più simile al caricatore di un laptop che a quello di uno smartphone.
Le tecnologie di ricarica ultrarapida di nuova generazione come quella a bordo di questo smartphone presuppongono un diverso modo di intendere questo processo, poiché ormai basta il tempo di una breve pausa per recuperare gran parte dell'autonomia persa invece che ore intere.
A proposito di autonomia, purtroppo mi aspettavo di più da uno smartphone così prestante sotto altri fronti. Lo scaricamento è costante e comunque prevedibile durante processi impegnativi come il gaming, ma lo Snapdragon 8 Gen 1 si riconferma un chip tanto performante quanto energivoro, come dimostra il risultato poco entusiasmante del benchmark PCMark.
In più, se lo smartphone dovesse scaricarsi completamente, ci vorrà qualche minuto perché torni a dare "segni di vita" una volta posizionato sotto carica, rendendo i tempi di caricamento da 0 a 100% appena superiori rispetto a quelli dichiarati dal brand.
Utilizzo
Sebbene formalmente sia un rebrand del Redmi K50 Gaming, il Poco F4 GT non è fatto solo per lo svago: il display e il processore garantiscono performance fluide anche se lo si utilizza come dispositivo principale per le attività di tutti i giorni.
Lo smartphone infatti riesce a mettere i suoi "muscoli" al servizio di task di produttività e intrattenimento: la navigazione Web e la ricezione sono molto buone e si raggiungono picchi di eccellenza con l'audio stereo e la vibrazione con motore ad asse X, in grado di restituire un feedback con pochi rivali in fatto di precisione.
Allo stesso modo i due trigger pop-up possono essere ritratti all'interno della cornice del device oppure, ancora meglio, mappati per svolgere fino a quattro azioni rapide. Queste ultime non sono completamente personalizzabili, ma comprendono opzioni molto utili come l'attivazione della torcia, della fotocamera o della modalità Non disturbare.
Sebbene non sia commercializzato come un gaming phone in senso stretto, è impossibile parlare del Poco F4 GT senza concentrarsi sulle sue prestazioni di gioco.
Per l'occasione ho esteso la serie di test a cui sottopongo gli smartphone fino a includere un range di giochi mobile che spazia dai casual game ai giochi di ruolo online. In tutti i casi è possibile attivare la modalità ad alte prestazioni Game Turbo, che include peraltro alcune "chicche" pensate per lo streaming online.
Considerando la scheda tecnica di questo device, non c'è da stupirsi del fatto che il Poco F4 GT abbia superato ampiamente tutte queste prove, a partire dai titoli più leggeri come Magic Tiles (che pure è un buon terreno di prova per la fluidità dello schermo e il campionamento touch) e Among Us.
Il Poco F4 GT ha però dato il meglio di sé con Asphalt 9, Genshin Impact e soprattutto PUBG Mobile: come già dimostrato dai benchmark il framerate è rimasto pressoché stabile intorno ai 58-60fps senza dimostrare una singola incertezza nemmeno con le grafiche spinte ai livelli più alti possibili e lo schermo sottoposto a tocchi ripetuti e movimenti bruschi.
Quanto ai pulsanti trigger, se siete già gamer esperti la mappatura dei bottoni aggiuntivi vi verrà pressoché automatica; in caso contrario richiedono una certa curva di apprendimento, ma si può anche scegliere di disattivarli e utilizzare esclusivamente i comandi a schermo.
Per raggiungere questi risultati senza eccessivi surriscaldamenti il Poco F4 GT è dotato di un sistema di raffreddamento innovativo con tecnologia LiquidCool 3.0 a doppia camera di vapore. Nel complesso questo sistema svolge un'ottimizzazione più che buona: non aspettatevi di trovarlo fresco dopo mezz'ora di gioco intenso, ma d'altronde non arriva mai a scottare.
Fotocamere
Il motto "everything you need, nothing you don't" del brand entra in gioco nel comparto fotografico del Poco F4 GT: si tratta infatti dell'aspetto dove sono stati operati più compromessi, con una configurazione più vicina alla media gamma che a un flagship.
Ciò non significa tuttavia che le fotografie e i video di questo smartphone siano inutilizzabili: il Poco F4 GT non è certo un cameraphone, ma per un utilizzo casuale da social network si dimostra comunque adeguato in pressoché ogni situazione.
La fotocamera principale trattiene molta luce e restituisce scatti nitidi: certo, mi sarebbe piaciuto vedere a bordo lo stesso sensore Sony IMX766 che ritroviamo nel realme GT 2 ma l'IMX686 svolge comunque un lavoro più che dignitoso, perlomeno in condizioni d'illuminazione favorevoli.
Anche i due sensori secondari da 8MP e 2MP, dedicati rispettivamente agli scatti ultra-wide e alle macro, producono risultati utilizzabili grazie a una buona resa dei colori e una post-produzione delle scene equilibrata, che esalta tonalità e dettagli senza arrivare mai a risultati "sintetici".
Sulla parte anteriore del Poco F4 GT troviamo invece un sensore da ben 20MP di ottima qualità, pensato principalmente per gli streaming di gioco ma facilmente impiegabile anche per selfie o videochiamate.
Sistema operativo
Il Poco F4 GT arriva in Italia con l'interfaccia MIUI 13 basata su Android 12, pressoché identica al software che abbiamo già visto in azione su Xiaomi 12 e Xiaomi 12 Pro.
La personalizzazione di Poco si limita purtroppo a poche aggiunte, tra cui le applicazioni preinstallate dedicate a community ed e-commerce, mentre sono presenti le app di default molto valide della MIUI "classica" come quella dedicata alle note, forse la più completa del mondo Android dopo Samsung Notes.
Con questa nuova iterazione la MIUI si riconferma ormai un'interfaccia pressoché matura, stabile e fluida oltre che con un buon equilibrio tra elementi di UI caratteristici e una vicinanza sempre più marcata ad Android Stock. Manca purtroppo a questo proposito il supporto al colore dinamico caratteristico del design Material You, mentre è presente la Privacy Dashboard.
Ricordano molto le generazioni passate delle interfacce degli smartphone asiatici i temi, che avrebbero bisogno in generale di una rinfrescata, mentre la possibilità di modificare i font rappresenta invece sempre di più una rarità. Poco ha insomma lo spazio per consolidare ulteriormente la sua immagine con i prossimi update, magari grazie a Super Sfondi personalizzati.
Conclusioni
Il Poco F4 GT è un quasi-flagship molto più versatile di quanto non possa sembrare a una prima occhiata: non a tutti piacerà il suo design aggressivo, ma è un device che riuscirà a soddisfare anche gamer casuali o semplicemente utenti attratti da una scheda tecnica di tutto rispetto proposta a un prezzo più che competitivo.
La vera concorrenza per il Poco F4 GT arriva dal suo stesso predecessore, il Poco F3, che punta meno sulla forza bruta e più sul puro rapporto qualità-prezzo e resta ad oggi una valida scelta per la fascia media, ma anche dalla gamma realme GT 2 che propone una configurazione simile in una veste molto più sofisticata.
In ogni caso il Poco F4 GT si è rivelato affidabile e soddisfacente, con picchi di eccellenza che lo rendono uno dei possibili best buy di questi mesi anche a prezzo pieno, particolarmente nel taglio da 8+128GB proposto a 599 euro.
Voto Recensione di Poco F4 GT
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
-
+ Performante in ogni occasione d'uso
-
+ Display di qualità
-
+ Ottimo rapporto qualità-prezzo
-
+ Pulsanti trigger riprogrammabili fuori dal gaming
-
+ Tecnologie innovative per raffreddamento e ricarica
Contro
-
- Fotocamere da mid-range
-
- Processore energivoro, autonomia sotto alle aspettative
-
- Design particolare, può non piacere
Commento
Non chiamatelo (solo) gaming phone: il Poco F4 GT è un ottimo dispositivo che vi permetterà di passare dalle sessioni di gioco più intense all'utilizzo quotidiano con estrema facilità. Lo Snapdragon 8 Gen 1 e il display certificato A+ DisplayMate danno una marcia in più alla scheda tecnica e al funzionamento di questo device, che vede nella fotocamera l'unico evidente compromesso.