È stato svelato ieri, in occasione dell'evento annuale organizzato dal Quadrato della Radio a Cernobbio, il cronoprogramma del Piano Italia a 1 Giga pronto a entrare nel vivo fin da subito per garantire il rispetto della scadenza del 2026. A questo scopo, la roadmap è particolarmente serrata: in attesa delle gare – quella sulla banda ultralarga fissa e quella sul 5G, entrambe in calendario per gennaio 2022 – le tappe del progetto sono già state tutte delineate.
Si parla del 30 giugno 2022 come data entro la quale provvedere all'assegnazione delle risorse previste dal Pnrr. In quattro anni – fino all'agosto 2026 – si dovranno cablare 6,1 milioni di indirizzi civici, vale a dire 6,5 milioni di unità immobiliari. Non si potrà sforare su tempi e numeri, pena l'azzeramento delle risorse disponibili.
Il primo traguardo da raggiungere è fissato al 2023: se, entro quell'anno, l'aggiudicatario non avrà rispettato i termini, le risorse verranno azzerate. Incognita sulla soglia, probabilmente intorno al 30-35% del Piano.
Infratel Italia, società in house del MISE, è chiamata dunque a realizzare un progetto a dir poco ambizioso. E in tempi relativamente brevi: la sfida è far fronte allo scarso numero di risorse umane, senza le quali sarà impossibile assicurare la buona riuscita del disegno. I numeri parlano addirittura di 10-15 mila addetti mancanti, cifra che potrebbe persino aumentare, dal momento che circa il 30% dei lavoratori proviene dall'estero e la loro disponibilità è molto condizionata (potrebbero risultare impegnati in altri progetti nelle loro nazioni d'origine).
D'altra parte, la situazione non migliora nell'ambito di altri interventi a tema "riqualificazione e rilancio". Si pensi al Superbonus 110% per l'edilizia, che in questi mesi – denuncia qualcuno – sta portando a una saturazione del mercato con conseguente scarsità di risorse umane e materiali.
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