Perché non dovresti dare smartphone e tablet ai tuoi bambini?

Un nuovo studio condotto al JAMA, ritorna a illustrarci i problemi che un'esposizione elevata agli schermi potrebbe generare nei bambini

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a cura di Andrea Maiellano

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Un nuovo studio pubblicato su The Journal of the American Medical Association of Pediatrics (JAMA) solleva delle importanti preoccupazioni, sull'impatto che l'uso eccessivo di smartphone e tablet, potrebbero avere sugli sviluppi mentali e fisici dei bambini in età prescolare. Lo studio, condotto da un team di ricercatori giapponesi, ha esaminato l'associazione tra il tempo trascorso davanti a tablet, telefoni, televisori e altri schermi e le mutazioni nelle abilità cognitive e motorie dei bambini.

Un gruppo di 7.097 bambini è stato coinvolto nello studio e i loro genitori hanno partecipato a un questionario riguardante le ore trascorse dai loro figli davanti a uno schermo, non facendo differenza sul fatto che fosse quello di una TV, di uno smartphone, di un tablet, durante le ore di una giornata.

I risultati hanno rivelato che i bambini di due anni che passavano fino a quattro ore davanti a uno schermo, erano tre volte più propensi a manifestare ritardi nella comunicazione e nella risoluzione dei problemi rispetto ai loro coetanei. Nel caso di coloro che trascorrevano quattro ore o più sui vari dispositivi, la probabilità di sperimentare questi ritardi aumentava a 5,78 volte.

Inoltre, i bambini sottoposti a un eccessivo utilizzo di device di questo tipo, avevano un rischio 1,74 volte maggiore di presentare abilità motorie non sviluppate e il doppio delle probabilità, di non aver acquisito adeguatamente competenze personali e sociali.

Secondo il dottor John Hutton, professore associato di pediatria generale e comunitaria presso il Cincinnati Children's Hospital Medical Center, il problema principale risiede nel fatto che i bambini trascorrono troppo tempo davanti ai dispositivi anziché impegnarsi in interazioni sociali, le quali favorirebbero lo sviluppo linguistico.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha sottolineato l'importanza di limitare il tempo davanti agli schermi nei primi anni di vita. L'OMS raccomanda che i bambini di meno di un anno evitino completamente l'esposizione a schermi e che i bambini di due anni, non trascorrano più di un'ora al giorno davanti agli schermi.

Inoltre, l'aumento del tempo trascorso davanti agli schermi può avere effetti sulla creatività e sull'empatia dei bambini. Un rapporto dell'UNICEF ha messo in evidenza come l'esposizione eccessiva a schermi possa ostacolare la capacità dei bambini di comprendere le emozioni umane e di sviluppare la loro empatia.

Nonostante l'importanza di questi risultati, il 4% dei bambini coinvolti nello studio è stato esposto a oltre quattro ore di tempo, davanti agli schermi, al giorno, mentre il'18% è stato esposto tra le due e le quattro ore. La maggior parte dei bambini ha, presentato, invece un tempo inferiore alle due ore davanti agli schermi.

Il gruppo di ricerca ha, però, voluto sottolineare il fatto che ulteriori studi saranno necessari per approfondire e confermare questi risultati, in quanto ci sono troppe variabili da prendere in considerazione, ma è cruciale che le famiglie siano consapevoli dell'importanza di limitare il tempo dei bambini davanti agli schermi al fine di favorirne uno sviluppo sano e bilanciato.

Dal canto nostro, considerando che sono decine di anni che sentiamo sempre la stessa storia in relazione prima alla televisione, poi ai videogiochi e ora ai dispositivi quali smartphone e tablet, siamo d'accordo che il tempo davanti allo schermo possa generare alienazione (se non gestito adeguatamente dai genitori) ma bisognerebbe anche comprendere che è troppo semplicistico racchiudere tutto in un semplice quantitativo di ore.

Sarebbe, perciò, interessante anche vedere degli studi differenti, magari svolti propio su quegli adolescenti con ottime doti cognitive, motorie e sociali, che hanno speso dozzine di ore davanti a uno schermo durante l'infanzia e capire quali differenze ci siano state fra loro e le migliaia di bambini presi in oggetto da questi studi.

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