OPPO Reno2 recensione: ennesimo passo in avanti, peccato per il prezzo

Recensione OPPO Reno2, nuovo smartphone dell'azienda cinese basato sullo Snapdragon 730G e dotato di una fotocamera frontale a "pinna di squalo".

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a cura di Lucia Massaro

Dopo pochi mesi, OPPO ha presentato la seconda generazione della nuova linea Reno. In questa recensione ci occuperemo di Reno2, uno smartphone completo e soddisfacente che non mostra particolari criticità. L’azienda ha cercato di colmare il divario esistente nella generazione precedente tra il modello base e la variante top di gamma (Reno 10X Zoom). Rispetto al predecessore, il nuovo medio-gamma migliora in tanti ambiti, tra cui quello fotografico.

Il prezzo resta invariato: 499 euro, una cifra che probabilmente rappresenta la vera grande criticità di questo smartphone. Il prezzo di vendita potrebbe anche essere adeguato a quanto offerto, ma non gli renderà vita facile in un segmento di mercato dove Xiaomi la fa da padrona. Mi 9T, per esempio, che sulla carta offre prestazioni simili, è venduto a una cifra nettamente inferiore. Se consideriamo, poi, il successo che Xiaomi sta avendo sul nostro territorio, la questione diventa ancor più complicata.

OPPO però ha una marcia in più: il comparto fotografico. È proprio questo l’aspetto su cui il produttore cinese intende puntare per farsi strada nel Vecchio Continente. Un’intenzione già mostrata presentando Reno 10X Zoom che - con il suo zoom ottico 5X che può toccare i 60X in digitale – ha lanciato un vero e proprio guanto di sfida al P30 Pro di Huawei. Reno2 non è da meno, tanto da essere stato definito il prodotto ideale per i “creator” grazie ad alcune soluzioni che vedremo nel corso della recensione.

Design e display, la coppia perfetta

La linea estetica di OPPO rimane la stessa. In un periodo in cui gli smartphone tendono a essere tutti uguali, il marchio cinese ha deciso di creare uno stile personale e riconoscibile. Questo stile è rappresentato da un design a tutto schermo, un meccanismo a pinna di squalo per la fotocamera frontale e un pannello posteriore senza sporgenze. Il comparto fotografico sul retro, infatti, è posizionato al di sotto del vetro restituendo una scocca pulita ed elegante.

OPPO presta sempre una particolare attenzione ai dettagli. Anche in questo caso, sulla parte posteriore e immediatamente sotto il modulo fotografico, ritroviamo la pratica pallina in ceramica che ha il compito di sollevare leggermente lo smartphone quando poggiato su un piano. L’obiettivo è quello di proteggere le lenti dei sensori fotografici evitando che possano graffiarsi.

La scocca è realizzata in vetro. Le colorazioni disponibili sono Luminous Black e Ocean Blue. Quest’ultima è quella in nostro possesso. Lo smartphone non risulta particolarmente ergonomico sia per il fattore di forma in 20:9 sia perché tende a scivolare. Per fortuna, l’azienda ha incluso in confezione una pratica e raffinata cover in pelle che riprende la colorazione del dispositivo.

Come dicevamo, la parte frontale è completamente dominata dal display AMOLED da 6,5 pollici con risoluzione Full-HD+ (2.400 x 1.080 pixel). Si tratta di un ottimo pannello con ottimi angoli di visuale e una buona visibilità all’aperto. Molto alta la luminosità massima. Ho notato però qualche problema nella gestione della luminosità automatica. A volte tende a essere più bassa del dovuto. Mi è capitato di doverla regolare manualmente.

È un piacere comunque poter utilizzare l’intera diagonale del display senza interruzioni dovute a tacche e fori vari. Il sensore biometrico per il riconoscimento delle impronte digitali è implementato direttamente sotto lo schermo. Funziona benissimo tranne che con le dita bagnate. C’è la possibilità di sbloccare lo smartphone sfruttando il riconoscimento del volto.

In questo caso, si aprirà sempre la pinna di squalo. Il meccanismo di apertura e chiusura è davvero molto veloce e non fa perdere quella sensazione di immediatezza, nemmeno quando bisogna fare degli autoscatti. La nota negativa è che quell’apertura rappresenta una calamita per la polvere che tende ad accumularsi. Quando parliamo di questa tipologia di meccanismi, la domanda lecita riguarda sempre la resistenza nel tempo. Purtroppo, non è possibile dare una risposta certa nell’immediato. Solo il tempo potrà sciogliere ogni dubbio. OPPO comunque ha sempre parlato di ben 200.000 aperture garantite. Vedremo!

C’è una modifica che è stata apportata dall’azienda per limitare l’apertura del meccanismo: il posizionamento del flash per la fotocamera posteriore. Sulla generazione precedente, questo era integrato proprio nella pinna di squalo. Mentre su OPPO Reno2 trova posto sulla back cover accanto al modulo fotografico. In questo modo, non siamo costretti ad aprire il meccanismo a scomparsa per utilizzare il flash.

Fotocamera, è lei il vero punto di forza

È soprattutto con il comparto fotografico che OPPO ha cercato di colmare il divario tra il medio-gamma e il top di gamma che caratterizzava la generazione precedente. Ed ecco che le fotocamere si raddoppiano, rispetto a OPPO Reno diventano quattro. Il principale è da 48 Megapixel con obiettivo f/1.7 e stabilizzazione ottica dell’immagine; il sensore secondario è un grandangolare da 8 Megapixel con obiettivo f/2.2; il terzo sensore è un teleobiettivo da 13 Megapixel con obiettivo f/2.4 e sensore monocromatica per la modalità ritratto da 2 Megapixel (f/2.4). Una configurazione che, come vedremo, offre tanta versatilità.

Il teleobiettivo da 13 Megapixel abilita uno zoom ottico 2X (Reno 10X Zoom si spinge fino a 5X) con possibilità di spingersi fino a 5X grazie a un sistema ibrido e fino a 20X completamente in digitale. I risultati ottenuti sono davvero soddisfacenti considerando il prezzo di vendita. Mentre la perdita di dettaglio in 2X è quasi impercettibile, diventa visibile con il sistema ibrido e importante quando ci si spinge completamente in digitale dove è necessario avere la mano ben ferma. Il risultato poi cala drasticamente in notturna.

Buone notizie per la fotocamera principale da 48 Megapixel. Il livello di dettaglio è elevato così come la gamma dinamica. Buoni i contrasti. L’HDR tende ad accentuare molto i colori ricreando un effetto quasi innaturale, ma gli scatti diventano perfetti per la condivisione sui social. Risultati soddisfacenti anche in notturna. C’è infatti la modalità notte (Ultra Dark Mode) che, grazie all’ausilio degli algoritmi di intelligenza artificiale, riesce a tirare fuori più luce aumentando il livello di dettaglio e schiarendo le zone più in ombra.

Devo ammettere che la fotocamera si comporta bene anche senza attivare l’apposita modalità che consiglio di utilizzare quando la luminosità è davvero molto bassa. Altrimenti, la modalità notturna catturerà molta più luce del necessario offuscando un po’ la scena. Bene anche la fotocamera grandangolare che non distorce molto la scena, pur soffrendo un po’ di più in notturna, così come le foto scattate con effetto bokeh.

Novità anche per la parte video. C’è la modalità Ultra Steady, che combina la stabilizzazione ottica ed elettronica dell’immagine, garantendo filmati di buon livello anche in movimento. In questo caso però la risoluzione si ferma al Full-HD a 60 fps, mentre normalmente OPPO Reno2 può registrare in 4K. La modalità Ultra Steady riesce davvero a creare video più stabili evitando quell’effetto traballante.

Proprio in relazione ai video si concretizza il concetto di “smartphone destinato ai creator”. L’azienda cinese ha preinstallato un software per il montaggio video denominato SOLOOP. Questo consente di poter effettuare montaggi dei filmati direttamente sullo smartphone, in modo da poterli condividere al volo sui social. È un’applicazione davvero molto semplice da utilizzare che permette di tagliare video, aggiungere dei filtri di colore, modificare il formato, aggiungere sottotitoli e musica. Insomma, una soluzione che potrebbe strizzare l’occhio a chi ha bisogno di creare video in maniera facile e veloce in mobilità.

Restando ancora sulle prestazioni video, OPPO Reno2 offre la possibilità di filmare con effetto bokeh anche tramite la fotocamera frontale da 16 Megapixel (f/2.0). Questa si comporta egregiamente con una veloce messa a fuoco, una modalità ritratto soddisfacente e raccogliendo tanti dettagli. Molto soddisfacenti anche gli scatti in notturna. Come già detto in precedenza, il meccanismo a scomparsa non compromette l’immediatezza di utilizzo. Insomma, un comparto fotografico da promuovere a pieni voti.

Prestazioni e autonomia di alto livello

Il cuore pulsante di OPPO Reno2 è lo Snapdragon 730G di Qualcomm, la versione che dovrebbe garantire prestazioni migliori del 15% del SoC standard che abbiamo avuto modo di testare a bordo di altri smartphone come Mi 9T. Nel nostro caso, il processore è accoppiato a 8 Gigabyte di RAM e 256 Gigabyte di memoria interna.

Parliamo comunque di una piattaforma hardware in grado di offrire prestazioni di primissimo livello. Con il benchmark AnTuTu, lo smartphone ha ottenuto 257.259 punti, un risultato in linea con il segmento di appartenenza. Nell’uso quotidiano, tuttavia, è molto difficile notare differenze con i top di gamma. Lo smartphone, infatti, è sempre fluido e scattante. Mai un attimo di esitazione. Particolarmente convincente è la dissipazione del calore, praticamente impercettibile attraverso la scocca posteriore.

L’audio non è stereo, è garantito dal solo altoparlante posto sul bordo inferiore accanto alla porta USB Type-C per la ricarica. Non manca il jack audio da 3,5 mm. Completissima anche la connettività che non rinuncia al supporto Dual-SIM e all’espansione di memoria tramite micro-SD, che mancava sul modello precedente.

La parte software è affidata ad Android 9 Pie personalizzata con la ColorOS 6.1, l’interfaccia grafica proprietaria che necessita ancora di alcuni affinamenti per essere più in linea con i gusti occidentali. Tuttavia, non appesantisce molto l’hardware garantendo ottimi risultati anche in termini di autonomia.

La batteria da 4.000 mAh mi ha permesso di stare tranquilla per tutto il giorno. Non si riesce a coprire interamente una seconda giornata lavorativa, ma porta serenamente a sera. In alcuni casi, lo smartphone è riuscito ad arrivare intorno alle 22:00 con ancora il 30% di autonomia a fronte di oltre 5 ore schermo accesso. In altri, invece, vantava un’autonomia del 46% in tarda serata a fronte di quasi tre ore di display. Insomma, ottimi risultati. Inoltre, c’è il supporto allo standard di ricarica rapida OPPO denominato VOOC Flash Charge 3.0 che consente di portare Reno2 da 0% a 100% in appena 40 minuti.

Conclusioni: chi dovrebbe acquistarlo?

OPPO Reno2 è uno smartphone di alto livello che non mostra particolari criticità. Ha un ottimo display, un comparto fotografico versatile e decisamente migliorato, offre prestazioni paragonabili a quelle dei top di gamma e garantisce un’autonomia soddisfacente. Le soluzioni software messe a punto da OPPO per il comparto fotografico, come l’app SOLOOP, la modalità Ultra Steady per i video e gli effetti bokeh per la fotocamera anteriore, rendono OPPO Reno2 davvero lo smartphone ideale per i creator.

Il prezzo di vendita potrebbe rappresentare un freno. In Italia arriva a 499 euro, una cifra alta se paragonata a quella dei diretti concorrenti. Senza dimenticare che è possibile acquistare a cifre inferiori dispositivi equipaggiati con una piattaforma da top di gamma (penso al MI 9T Pro venduto attualmente a 380 euro).

È lo smartphone adatto comunque per chi desidera distinguersi dalla massa con un dispositivo diverso dagli altri. Peraltro, come spesso accade in ambito Android, OPPO Reno2 potrebbe diventare molto più interessante con il solito calo di prezzo che potrebbe già avvenire a breve in vista del Black Friday e delle successive festività natalizie.

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